di Massimo Gaggi
Il giornalista che su The Donald ha scritto tre libri: Correr, e DeSantis potrebbe sottrarsi. Strategie di lungo periodo? Per lui non esistono
Il rapporto finale della commissione parlamentare d’indagine sull’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 accusa Donald Trump di essere il principale responsabile della sommossa, invita il ministro della Giustizia a incriminarlo e chiede che sia dichiarato ineleggibile a cariche pubbliche . Dalle prime anticipazioni sulla sua posizione di contribuente davanti al Fisco emerge l’immagine di un imprenditore ed ex presidente allergico al pagamento delle tasse. E la holding che raggruppa le sue attivit, la Trump Organization (da lui sempre descritta come una societ ricca, di grande successo, mentre nelle sue dichiarazioni fiscali sembra una collezionista di bilanci in perdita) stata appena condannata per frode. La stella di The Donald sta tramontando? La candidatura alle presidenziali 2024 pu evaporare? Strada libera per il governatore della Florida Ron DeSantis, nuova bandiera dei conservatori?
Trump non ha alcuna intenzione di fare passi indietro. sotto attacco, ma vede nella candidatura la sua miglior difesa. E, se decide di andare fino in fondo, non vedo repubblicani in grado di contrastarlo, sentenzia Michael Wolff, suo critico feroce nei libri di enorme successo che ha pubblicato negli anni scorsi, da Fuoco e Furia (5 milioni di copie vendute nel mondo) ad Assedio e Landslide, suo frequente interlocutore.
Secondo alcuni sondaggi, DeSantis ha pi chance di Trump di battere Biden nelle presidenziali 2024.
Non so se DeSantis si candider. Al suo posto ci penserei bene: Trump non sa governare, ma molto bravo a demolire. E, a 43 anni, Ron pu permettersi di non avere fretta. Non so se gli conviene impegnarsi ora in una battaglia che potrebbe anche risolversi, per lui, in un massacro. Comunque non dico che Trump sar il prossimo presidente. Biden ha sicuramente il vantaggio delle capacit professionali necessarie per governare e per condurre una campagna elettorale efficace. D’altro canto, i democratici hanno anche l’handicap di un linguaggio politico lontano da quello della gente, incomprensibile per gran parte degli americani.
Ma se i repubblicani sanno che con lui probabile la sconfitta perch dovrebbero dare la nomination a un leader sempre pi solo che non ha pi una squadra di persone capaci attorno a s?
Di pi: stato mollato anche dalla sua famiglia. Ivanka e Jared Kushner non lo seguono nella nuova avventura politica. Perfino un fedelissimo come il primogenito Donald Jr. si tiene un po’ in disparte. Ed vero, non ha pi un team. Ma non lo vuole nemmeno, non gli serve. Per lui gli assistenti sono un impaccio: vive nella prigione dei suoi monologhi che non tollerano interruzioni o verifiche sulla realt dei fatti. Meglio evitare pensosi consiglieri: tutto dipende dalla sua testa caotica. E quindi anche la campagna sar caotica. Il partito lo sa ed preoccupato, ma non pu fare nulla: Trump blindato dalla sua base entusiasta. minoritaria nel Paese, ma comunque un esercito sterminato e determinato. Chi lo ferma?.
Un’incriminazione?
Non credo, anche se qui meglio essere prudenti. Le inchieste aperte sono diverse e, oltre ai grand jury i cui atti sono gi noti, ce ne sono almeno altri due o tre al lavoro su filoni di cui non sappiamo ancora nulla. Certo, non ci sono precedenti in America di politici candidati alla presidenza mentre erano sotto incriminazione penale. Un Trump sotto processo sar pi debole nel voto presidenziale, ma l’indictment galvanizzer ancora di pi la sua gente.
Campagna caotica con la spada di Damocle dell’incriminazione. Ma Trump si anche dimostrato un animale politico e mediatico che, sottovalutato, stato capace di sorprendere. Imparer dai suoi errori? Torner Steve Bannon ad aiutarlo?
Trump commette molti errori, ma non li corregge perch li considera virt. E Bannon, che pure lo sostiene, non torner: nel 2016 Trump gli lasci la guida della campagna quando era ormai convinto di perdere. Steve azzecc alcune mosse che consentirono a Donald di recuperare un paio di Stati che i sondaggi attribuivano alla Clinton. Bannon si vant del suo successo e l si ruppe il rapporto con Trump, che non tollera comprimari. Ora il problema lo stesso: Bannon vuole essere protagonista: inaccettabile per The Donald.
Una curiosit: perch continua a parlare con te e con altri, come Bob Woodward, che poi lo demolite nei vostri libri e articoli? Dovrebbe essere furioso.
Sbagli. Trump pu anche arrabbiarsi per i nostri giudizi, ma alla fine per lui conta una parola sola: more, di pi. Vuole pi interesse, anche con giudizi negativi. Dite sempre che vuole assolutamente vincere: in realt la cosa che gli interessa di pi essere al centro dell’attenzione. Erano i suoi consiglieri che cercavano di non farlo parlare coi giornalisti “nemici”. Ora che non ci sono pi filtri, per noi molto accessibile. E spesso lui a chiamare.
Ma se i giudizi negativi lo porteranno alla sconfitta, per lui arriver una dura resa dei conti, forse anche giudiziaria. Questo non dovrebbe frenarlo?
Pensi che Trump sia uno che concepisce strategie di lungo periodo? Lui reagisce in base agli istinti del momento: esiste solo qui e ora.
24 dicembre 2022 (modifica il 24 dicembre 2022 | 07:27)
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