Midterm, 12 sfide che decidono tutto

Midterm, 12 sfide che decidono tutto

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di Massimo Gaggi, Andrea Marinelli, Viviana Mazza e Giuseppe Sarcina

L’America rinnova tutta la Camera e un terzo del Senato. Saranno eletti anche 36 governatori. Le elezioni sono un test decisivo per Biden che secondo i sondaggi perderà il controllo del Congresso a vantaggio dei repubblicani. Il voto si decide in pochi Stati chiave, ecco dove

Virginia (Camera)

Per chi suona la campanella? Il primo indizio della serata

La deputata del secondo distretto della Virginia Elaine Luria, che fa parte della Commissione della Camera che indaga sull’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 e su Trump, ha fatto della difesa della democrazia il fulcro della sua campagna. La sfidante è Jennifer Kiggans, senatrice della legislatura locale sostenuta dal governatore repubblicano che punta sull’inflazione, il crimine e i valori dell’istruzione nelle scuole. Questo distretto è considerato un bellwhether, un seggio che indica la tendenza (come la campanella della pecora che guida il gregge): ha cambiato partito 4 volte dal 2000 e i repubblicani hanno vinto 8 delle ultime 11 elezioni. È tra i primi dove chiudono i seggi e offrirà una prima indicazione dell’entità (un’onda rossa o meno) della vittoria repubblicana attesa alla Camera.

Texas (Camera)

Quei seggi «ridisegnati» che possono sfuggire ai dem

Alla Camera, nel sud del Texas, ci sono tre seggi dem in bilico. Nel 15esimo, con il ridisegno dei confini, i repubblicani hanno trasformato un distretto vinto da Biden nel 2020 in uno largamente pro Trump. Per sostituire il deputato in carica Vicente Gonzalez si sfidano la repubblicana Monica de la Cruz — in vantaggio — e la democratica Michelle Vallejo. Lungo il confine con il Messico, i democratici potrebbero difendere il seggio di Henry Cuellar, uno dei pochi moderati rimasti in Congresso: a sfidarlo è Cassy Garcia, ex assistente del senatore Ted Cruz. Ieri per sostenere Cuellar è arrivato Bill Clinton. Anche nel 34esimo distretto, i repubblicani hanno buone chance di farcela: sempre a causa del redistricting, si affrontano due deputati in carica, la repubblicana Mayra Flores e il democratico Gonzalez.

Georgia (Senato)

Il reverendo e il campione sopravvissuto agli scandali

È probabile che la gara tra il senatore democratico Raphael Warnock e il repubblicano Herschel Walker non verrà decisa oggi, ma nel ballottaggio a dicembre. La legge elettorale della Georgia prevede il ricorso al secondo turno, se in prima battuta nessun candidato raggiunge almeno il 50% dei voti. È esattamente lo scenario prefigurato dai sondaggi. Walker sarebbe riuscito a superare una polemica insidiosa. Il candidato repubblicano, 60 anni, ex giocatore di football, anti abortista, avrebbe versato 700 dollari alla ex partner per consentirle di interrompere la gravidanza. Walker ha sempre negato ed è rientrato in corsa. Dall’altra parte Warnock, 53 anni, pastore battista, ha insistito sulla necessità di ampliare l’assistenza medica gratuita a favore dei più poveri.

Ohio (Senato)

Il vantaggio di JD Vance,lo scrittore pro Donald

Degli Stati in bilico al Senato, quello più difficile da conquistare, per i democratici, era l’Ohio: Stato tendenzialmente conservatore con un senatore repubblicano, Bob Portman, che lascia la politica. Trump sembrava aver sbagliato puntando su JD Vance, finanziere e scrittore (autore di Elegia Americana): un neotrumpiano (nel 2016 aveva dato a Trump del truffatore) lontano, per studi e professione, dalla gente dell’Ohio. Così il candidato democratico, Tim Ryan, popolare nella working class, è rimasto, a sorpresa, in testa ai sondaggi per tutta l’estate. Di recente, però, con Trump corso a soccorrerlo e inflazione e criminalità, divenuti temi dominanti della campagna, Vance è passato in testa: ora conduce nei sondaggi con 4,7 punti.

Pennsylvania (Senato)

Si può vincere (dopo un ictus) contro Dr. Oz?Lo Stato chiave


Il senatore Pat Toomey, uno dei 7 repubblicani che votarono per l’impeachment di Trump, non si ricandida: la sua poltrona vacante è cruciale per il controllo del Senato. Questo è lo Stato in cui i due partiti hanno speso di più (quasi 3 miliardi di dollari) in spot elettorali durante il midterm. Il candidato democratico John Fetterman, che è il vicegovernatore, ha avuto un ictus a maggio e si è trovato in difficoltà ad articolare i suoi pensieri in un dibattito tv, ma l’altro suo problema è che viene percepito nei sobborghi moderati del Sudovest come troppo di sinistra; punta ai bianchi delle aree rurali e ai giovani, neri e laureati, di Filadelfia. Il Dr. Mehmet Oz, suo rivale celebre in tv grazie a Oprah, ha l’appoggio di Trump: lo usa nelle zone rurali, ma non lo cita quando parla ai moderati in città.

Nevada (Senato)

L’allungo del trumpiano tra voto latino, crimine e diritti

Il senatore democratico più «vulnerabile» del midterm è Catherine Cortez Masto, in Nevada: 58 anni, figlia di immigrati messicani, è stata la prima senatrice ispanica quando è entrata in carica nel 2017. Ora proprio sul voto latino potrebbe cadere: da procuratrice generale dello Stato si è battuta contro i trafficanti di droga e di persone, ma i conservatori hanno speso 2 milioni di dollari in spot in spagnolo per dipingerla come debole sul crimine. Nella media dei sondaggi, Cortez Masto è stata superata negli ultimi due mesi dallo sfidante repubblicano Adam Laxalt, un trumpiano che nel 2020 si è speso per sovvertire l’esito delle elezioni: le rilevazioni la danno indietro di diversi punti in una contesa che si gioca sulla protezione dei diritti delle donne, in particolare l’aborto, e sulla ripresa dell’economia.

Wisconsin (Senato)

Il Mandela del Nord che insegue il colpaccio

Il Senatore repubblicano Ron Johnson, 67 anni, insegue il terzo mandato in Wisconsin. Gli ultimi sondaggi lo danno in leggero vantaggio sullo sfidante, il democratico Mandela Barnes, 35 anni, vice governatore dello Stato. Ma è una sfida aperta, in un territorio dove nel 2016 ha vinto, a sorpresa Donald Trump, e nel 2020 si è imposto Joe Biden. Johnson è un trumpiano convinto: sostiene la tesi, infondata, della «vittoria rubata» all’ex presidente. In campagna elettorale ha cavalcato il tema della sicurezza, accusando il rivale di voler disarmare la polizia. Barnes è stato tra i leader afroamericani delle proteste seguite all’ uccisione di George Floyd. Chiede più garanzie per le minoranze e riforme per superare le diseguaglianze.

New York (governatore)

Allarme rosso nella roccaforte Ma Hochul se la caverà

Quattro anni fa Andrew Cuomo fu rieletto governatore democratico dello Stato di New York a valanga: in città prese addirittura l’84% dei voti. Kathy Hochul, non altrettanto popolare, doveva comunque stravincere. In estate i sondaggi le davano 18 punti di vantaggio su Lee Zeldin, il candidato repubblicano. Il distacco, da allora, si è, però ridotto prima a 11 e poi a 4 punti. Memori del governatore del New Jersey, Phil Murphy, che un anno fa doveva vincere a valanga e invece passò ma solo col 3% in più, tra i democratici è scattato l’allarme rosso. Biden, la sua vice Kamala Harris e Bill e Hillary Clinton sono andati a sostenere la Hochul nei comizi. Lei ce la farà ma, poco popolare, non trascinerà gli elettori: la sinistra può perdere diversi collegi un tempo sicuri, nel nord dello Stato.

Maryland (governatore)

Qui può uscire l’unico afroamericano al comando

In Maryland il risultato è quasi certo: il democratico Wes Moore, 44 anni, dovrebbe battere il repubblicano Dan Cox, per diventare governatore dopo due mandati del repubblicano moderato Larry Hogan. Molti si aspettano che Moore emergerà come una nuova voce nel partito. È qui che Joe Biden ha fatto ieri la sua ultima tappa prima del voto. Moore sarà il primo governatore nero del Maryland e il terzo mai eletto nella nazione. Se Stacey Abrams non vince in Georgia, sarà l’unico governatore nero in America. Cox è uno dei repubblicani estremisti che gli stessi dem hanno supportato nelle primarie, pensando che sarebbe stato più facile alla fine sconfiggerli (qui come altrove). Nel frattempo però hanno contribuito a diffondere sfiducia nel sistema.

Arizona (governatore)

Lake alla guida della pattuglia che nega l’esito del voto 2020

Obama è preoccupato: «La democrazia come la conosciamo potrebbe non sopravvivere in Arizona. Non è un’esagerazione, è un fatto». Secondo il Washington Post, 12 dei 13 candidati a cariche federali e statali in Arizona hanno messo in dubbio la legittimità delle elezioni presidenziali del 2020. In prima fila, Kari Lake, l’aspirante governatrice, che dice che se lo fosse stata nel 2020 non avrebbe certificato il risultato. È una ex conduttrice televisiva di Phoenix che ha intervistato sia Obama che Trump, e ha appoggiato prima l’uno e poi l’altro. Ora c’è chi la considera una potenziale futura vice di The Donald. Ha recuperato terreno contro la democratica Katie Hobbs, segretario di Stato, e quando le hanno chiesto se riconoscerà il risultato del voto in Arizona, Kari ha risposto: «Vincerò, accetterò questo risultato».

Georgia (governatore)

La rivincita (difficile) di Abrams contro Kemp

La democratica Stacey Abrams (foto), 48 anni, cerca la rivincita contro il repubblicano Brian Kemp, 59. Quattro anni fa Kemp conquistò la carica di Governatore, battendo di misura la rivale. Abrams non accettò la sconfitta, attribuendola alle leggi elettorali che avrebbero ostacolato il voto degli afroamericani. Oggi lo scenario sembra cambiato. L’afflusso alle urne è aumentato, nonostante le restrizioni . La Georgia ha battuto il record del voto anticipato: 2,7 milioni di cittadini si sono già espressi, su circa 7 milioni di aventi diritto. Kemp ha rivendicato la linea permissiva adottata durante la pandemia e le misure anti aborto. I sondaggi lo danno nettamente favorito. Abrams sta tentando il recupero, cercando di mobilitare la comunità afroamericana, soprattutto le donne.

Texas (governatore)

Beto da record. Ma la svolta tanto inseguita è lontana

Quattro anni fa Beto O’Rourke (foto) sembrò vicino a diventare l’uomo del futuro dei democratici. Sfidò il potente senatore repubblicano Ted Cruz in un avvincente testa a testa: perse con un distacco del 2,6% ma raddoppiò i voti dem in Texas: da 2 a più di 4 milioni. Poi la sfida 2020 per la Casa Bianca, ben presto abbandonata. Ora la candidatura contro Greg Abbott, governatore da 8 anni, che cerca il terzo mandato. Nonostante l’impegno forsennato nella campagna (70 città battute negli ultimi 50 giorni), i sondaggi non gli danno scampo: sempre 9 punti dietro, con molti ispanici che si spostano a destra. Con 1175 giorni di campagna elettorale negli ultimi 6 anni (calcolo del Washington Post) O’Rourke diventerà l’emblema delle ambizioni non realizzate dei democratici.

7 novembre 2022 (modifica il 7 novembre 2022 | 23:27)

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Pietro Guerra

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