di Virginia PiccolilloIl viceministro degli Esteri contro le Ong: le norme sui profughi favoriscono la tratta La Francia farà sbarcare i profughi della Ocean Viking che noi non abbiamo accolto. Edmondo Cirielli, lei che, come annunciato dalla premier Giorgia Meloni, è viceministro degli Esteri, cosa ne pensa? «Se la Francia accoglie una nave ogni 4-5 anni non è una cosa straordinaria ma comunque è una buona notizia». Restano quelle immagini, le grida, la disperazione, i tuffi in acqua di chi vuole sbarcare in Italia. «Mica li abbiamo trattati male. Li abbiamo soccorsi e abbiamo dato loro assistenza sanitaria. E il fatto che siano scesi ne è la conferma». Appunto, alla fine sono scesi. Questo sbarco è una sconfessione della «linea dura»? «Linea della legalità, casomai. E il fatto che siano sbarcati quanti avevano problemi mostra che di fronte alle questioni umanitarie non ci tiriamo indietro». Il leader del Pd Enrico Letta dice che la selezione dei disperati è un’aberrazione. Non è così? «Credo che il Pd non possa che essere contento, avendo rapporti privilegiati con la Francia: tanto che chi ha fatto il politico qui può farlo anche lì. E immagino che Letta, ora che al governo ci siamo noi, reputi che sia anche meglio sbarcare in Francia piuttosto che a casa nostra». L’Unione europea ci ricorda però che l’Italia può beneficiare di un meccanismo di compensazione. «Peccato che nessuno se ne è accorto. Anzi, mi sembra che anche gli amici della ex maggioranza lamentassero l’assenza di solidarietà. E attaccassero le politiche dei Paesi di Visegrád. Ma se si chiede agli altri di essere solidali, bisogna anche esserlo». C’è chi, di fronte all’ipotesi di selezione, lamentava che potessero essere separate le famiglie, evocando scene da dimenticare. «Non credo si possano fare certi paragoni, si offenderebbe la comunità ebraica. Penso però che le famiglie debbano andare insieme. Se ci saranno problemi di ricongiungimenti, saranno affrontati. Ma c’è un altro tema». E cioè? «Gli sbarchi vanno fronteggiati con spirito di legalità. Sapere che è possibile venire in Italia in modo illegale genera un mercato fatto di violazioni dei diritti. Si fa una tratta di esseri umani, utilizzando un meccanismo normativo studiato per i profughi per persone che profughi non sono. Ma arrivano con viaggi organizzati, con le Ong». Le Ong citano sentenze che lo smentiscono. «Invece è così. Ci sono le prove. E questo traffico porta soldi a strutture mafiose e genera rischi reali perché durante questi viaggi della disperazione ci sono violenze, morti. Allora ci si preoccupa di quelli che arrivano e non dei morti, tanto è vero che queste cose avvengono solo in Italia. Come mai?». Come mai? «Perché in altri Paesi, ad esempio in Francia o in Spagna, respingono alle frontiere anche con durezza». Questi sono arrivati vivi. E hanno raccontato di torture e abusi. «Se i migranti sapessero che l’Italia non è la porta aperta per l’Europa non partirebbero. E non sarebbero oggetto di violenze e abusi». A quale modifica normativa mira il braccio di ferro con la Ue sui migranti? «Ci può essere un problema di azione comune preventiva sulle rotte, ma le leggi già ci sono. Basta applicarle. Come fa la Francia». A cosa si riferisce? «A Ventimiglia le persone che cercano di attraversare la frontiera vengono catturate durante la notte e riportate a forza in Italia. Quindi non può darci lezioni di moralità chi, giustamente, ma con durezza, fa rispettare le leggi. È quello che vogliamo fare anche noi». 9 novembre 2022 (modifica il 9 novembre 2022 | 08:07) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-09 07:09:00, Il viceministro degli Esteri contro le Ong: le norme sui profughi favoriscono la tratta, Virginia Piccolillo