Firenze si trova ad affrontare una nuova sfida: l’emergenza dell’accoglienza dei profughi. Con gli sbarchi che continuano incessantemente, il numero di persone in cerca di rifugio cresce vertiginosamente, portando con sé una serie di problemi complessi da gestire.
Il sindaco Dario Nardella esprime profonda preoccupazione per l’approccio del governo. La sensazione è quella di una politica miope che scarica “sui comuni il conflitto sociale”, con il rischio di far implodere realtà come quella fiorentina, che ha sempre offerto risposte concrete.
La scelta di utilizzare le palestre delle scuole per ospitare i minori non accompagnati, proposta dall’esecutivo, ha generato notevole sconcerto. La prefetta di Firenze, Paola Berardino, si è già attivata per individuare le strutture disponibili, ma la soluzione solleva molte perplessità.
Il sindaco Nardella riflette: “Come possiamo giustificare l’occupazione delle palestre poco prima dell’inizio dell’anno scolastico? Questo non può essere la risposta adeguata”. L’attenzione si concentra soprattutto sui minori, che hanno esigenze diverse dagli adulti: necessitano di un ambiente favorevole per l’apprendimento della lingua, l’assistenza degli educatori e l’integrazione nei percorsi scolastici.
La provincia di Firenze ospita attualmente circa 3.000 persone arrivate negli ultimi mesi, di cui oltre 500 sono minori non accompagnati. L’abbandono del “modello Sprar” a favore del “modello Cas” sembra aver complicato ulteriormente le cose. Se un tempo gli enti locali avevano a disposizione fondi nazionali per progetti di accoglienza integrata, ora si ritrovano ad affrontare la crescente pressione derivante dai centri di accoglienza straordinaria.
Questi centri, ora modalità ordinaria di accoglienza, sono gestiti dalle prefetture in collaborazione con cooperative e altre strutture. Nonostante ciò, la permanenza dovrebbe essere limitata, ma ciò spesso non accade.
Il sindaco conclude con un appello all’Europa, sottolineando come la redistribuzione omogenea dei richiedenti asilo sia essenziale, in particolare per paesi come l’Italia e la Spagna, che affrontano la pressione più intensa.
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