Migranti, la Ue: «Salvare vite in mare dovere morale e obbligo legale»

Migranti, la Ue: «Salvare vite in mare dovere morale e obbligo legale»

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di Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles La Commissione e le tre navi ong che hanno chiesto l’accesso ai porti italiani: il meccanismo temporaneo di solidarietà può essere utilizzato per ridistribuire le persone soccorse in mare «Stiamo seguendo la situazione da vicino e, dalle informazioni che abbiamo, ci sono tre navi con circa mille persone a bordo e che hanno chiesto uno sbarco sicuro. La Commissione non è coinvolta nelle operazioni di salvataggio in mare né nella definizione del luogo di sbarco. Tuttavia, ricordiamo che salvare vite in mare è un dovere morale e un obbligo legale di diritto internazionale degli Stati membri indipendentemente dalle circostanze». Anitta Hipper, portavoce della Commissione europea, risponde durante il briefing di mezzogiorno della Commissione Ue a una domanda sulle tre navi di ong che hanno chiesto l’accesso, senza ottenerlo, ai porti italiani per lo sbarco di migranti salvati nel mar Mediterraneo. Hipper ha anche spiegato che il meccanismo temporaneo di solidarietà volontario sul trasferimento dei migranti — l’intesa è stata raggiunta nel giugno scorso da 18 Stati membri tra cui anche la Germania — può essere utilizzato anche per ridistribuire i migranti al momento bloccati sulle navi al largo dell’Italia. Finora, al netto delle tre navi, ci sono state 8 mila offerte di rilocalizzazioni ma solo in 38 migranti hanno accettato. Il meccanismo viene applicato non solo all’Italia ma anche agli altri Paesi del Mediterraneo che subiscono la pressione migratoria. Il confronto tra Italia e Germania è oggetto di osservazione a Bruxelles ma per ora nelle dichiarazioni prevale la cautela. La Germania ha chiesto mercoledì al governo italiano di «prestare velocemente soccorso» ai migranti a bordo della nave Humanity 1, battente bandiera tedesca. Attualmente ci sarebbero 104 minori non accompagnati. «Molti di loro hanno bisogno di cure mediche», ha detto Berlino. La Farnesina ha chiesto alla Germania di avere «un quadro compiuto della situazione a bordo della Humanity 1 in vista dell’assunzione di eventuali decisioni». Una fonte del Ppe ha spiegato al Corriere che i popolari si aspettano che «il governo italiano e quello tedesco rispettino tutti i loro obblighi basati sul diritto internazionale e agiscano di conseguenza». Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Berlino per partecipare al summit sui Balcani occidentali organizzato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha ricordato che «la Germania è un nostro grande interlocutore, è un Paese amico», ma «quando c’è da dare qualche messaggio — ha spiegato in un’intervista alla Rai — soprattutto sul tema dell’immigrazione, lo facciamo con determinazione per garantire il rispetto delle regole. Abbiamo soltanto chiesto che le navi delle ong rispettino le regole europee quando salvano qualcuno in mare e poi chiedono di attraccare nei porti più vicini. Lo abbiamo fatto in maniera ufficiale, con grande garbo ma anche con grande fermezza». Per Tajani «serve una collaborazione tra tutti i Paesi europei, ma anche con i Paesi dei Balcani, per fermare l’immigrazione illegale perché rischia di diventare un problema sempre più grave per tutti quanti noi». 3 novembre 2022 (modifica il 3 novembre 2022 | 17:09) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-03 16:24:00, La Commissione e le tre navi ong che hanno chiesto l’accesso ai porti italiani: il meccanismo temporaneo di solidarietà può essere utilizzato per ridistribuire le persone soccorse in mare, Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles

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