Milan e Juventus, crollo con tante spiegazioni. Pioli deve smentire quel che si dice di lui

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di Arianna Ravelli

Dopo aver smentito di non essere un vincente con il pi bello degli scudetti, ora Pioli deve smentire di non saper arrestare crolli verticali gi visti (vedi il precedente all’Inter): da allora per un allenatore che ha fatto un robusto lavoro su se stesso

Nel giorno delle grandi cadute, si rimpiccioliscono le prospettive: Stefano Pioli dice che il Milan deve lottare per andare in Champions, Max Allegri che la Juve meglio che pensi a salvarsi. Due verit. Quando si rompe l’equilibrio di un gruppo le ragioni sono sempre molte.

La crisi dei rossoneri tutta endogena, siamo all’implosione della squadra scudetto, nel senso letterale di quei 13-14 che scendevano sempre in campo, perch dal mercato dove pure si sono spesi 50 milioni (mentre le altre big, Napoli compresa, hanno incassato), sono arrivati solo problemi, vedi la gestione di De Ketelaere tolto ieri dopo un tempo. Con il belga, comunque si fa, si sbaglia.

Viene invece naturale pensare che la crisi di una Juve, gi poco brillante di suo a inizio campionato, adesso sia aggravata da elementi esogeni, come la pesante penalit, che si aggiunge a un ricambio totale dei vertici societari. Cos Allegri, pur inviso ai tifosi, per forza faro e boa. A Pioli sono rimasti pi crediti in tasca, ma anche lui li sta rapidamente esaurendo davanti al tribunale del popolo rossonero. Il crollo verticale del Milan in effetti un fenomeno paranormale, la squadra che correva, giocava bene e faceva risultati dell’ultima stagione e mezza (da dopo il Covid) si fermata all’80’ della partita con la Roma. Poi, puff, sparita. Preparazione sbagliata, giocatori appagati dopo un solo trofeo (ma Ibra non serviva a martellare i compagni per forgiare la mentalit vincente?), errori di mercato, il primo gestito in autonomia da Maldini-Massara (di De Ketelaere si detto, poi serviva un secondo portiere affidabile), qualche cambio tattico rimandato troppo (un centrocampista in pi pareva un’idea sensata). Nessun elemento da solo spiega la squadra molle e impaurita che viene sommersa di gol (12 nelle ultime tre partite, 18 nelle ultime 7), ma il combinato disposto forse s.

Dopo aver smentito di non essere un vincente con il pi bello degli scudetti, ora Pioli deve smentire di non saper arrestare crolli verticali gi visti (vedi il precedente all’Inter): da allora per un allenatore che ha fatto un robusto lavoro su se stesso, ha gli anticorpi per riuscirci. L’importante marciare uniti: c’ un nuovo ad, Giorgio Furlani, che ha con l’area tecnica rapporti migliori di quelli del suo predecessore Gazidis. Poi la conquista o meno di un posto in Champions sar per tutti giudice supremo. Perch se in testa il Napoli fa un altro campionato, Roma e Lazio sono pronte a spostare il baricentro del campionato per la prima volta da tanto tempo un po’ pi a Sud.

30 gennaio 2023 (modifica il 30 gennaio 2023 | 07:06)

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