Milano, asta di immobili del Comune:tre gare deserte, da piazza Duomo all’Isola. Scatta l’allarme

Milano, asta di immobili del Comune:tre gare deserte, da piazza Duomo all’Isola. Scatta l’allarme

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di Andrea Senesi

Nessuna offerta, ieri, per i sei piani di proprietà comunale alla Galleria Ciro Fontana. Stessa sorte giovedì, per 7.500 mq tra piazza Duomo e via Mazzini

Se tre indizi fanno una prova, allora è allarme rosso per le aste dei palazzi comunali: quattro immobili all’incanto, una sola offerta, tre gare deserte. Il tutto in una sola settimana. L’ultimo flop della serie risale a ieri. Per affittare i sei piani (più tre interrati) del palazzo in galleria Ciro Fontana non si è presentato nessuno. Zero offerte. Il Comune intendeva collocare l’immobile, da trasformare in «luxury mall», a un canone annuo minimo di 6.051.903 euro. Oltre 2mila metri quadrati, oggi in parte liberi e in parte occupati da uffici comunali. La procedura prevedeva, dopo l’apertura delle buste, un’asta con rilanci minimi da 50mila euro. E invece di proposte economiche non ne è arrivata neanche mezza.

Esito identico giovedì, quando il Comune ha messo a bando i 7.544 metri quadrati dell’immobile tra piazza Duomo, via Marconi, via Dogana e via Mazzini a una base d’asta di 6,7 milioni di euro. Niente hotel né ristoranti o negozi con vista sulla cattedrale. Almeno per ora. Zero le offerte pervenute agli uffici del Comune per i cinque piani ancora in parte occupati dal Mondadori Megastore.

La settimana prima all’incanto erano finiti altri due immobili. Ma forse nemmeno i 30 milioni e 588 mila euro messi sul piatto per il palazzo dell’anagrafe di largo De Benedetti possono bastare. L’unica proposta di acquisto arrivata sul tavolo del Comune portava infatti la firma di Coima sgr, il gruppo di Manfredi Catella già proprietario di altre aree e palazzi adiacenti. La base d’asta era fissata a quota 28,9 milioni di euro, ma per le regole vigenti l’offerta, pur superiore al minimo richiesto, poteva non esser sufficiente per aggiudicare il palazzo. La ragione? L’asta è valida, dicono le norme, in seguito ad almeno un rilancio. Durante la procedura di venerdì scorso è stato quindi chiesto ai rappresentanti del gruppo Coima se intendessero rilanciare rispetto all’offerta recapitata in busta chiusa. Minimo cinque milioni di rialzo. I manager del gruppo immobiliare hanno però lasciato cadere la richiesta di un autorilancio. L’amministrazione si è riservata così di valutare la proposta, di decidere a breve se aggiudicare l’immobile o procedere a un’altra gara pubblica. Il responso del Comune non è ancora arrivato. Una sola offerta per il palazzo in zona Isola e nessuna per il secondo lotto in gara sempre nell’asta del primo ottobre, quello di via Cenisio 2-via Messina 50. «Un segnale preoccupante sul fronte del mercato immobiliare?», era stato chiesto subito dopo al sindaco. «Ma no, dipende dal tipo di palazzo. Gli interessi sono sempre elevati», aveva rassicurato Beppe Sala intercettato a margine di un’iniziativa pubblica.

Nel frattempo però altre due gare sono andate deserte. Lontanissimi quindi i tempi delle quotazioni record, delle aste infinite tra gruppi concorrenti a colpi di rilanci milionari e controfferte. Prima della pandemia le aste dei palazzi comunali erano ossigeno purissimo per le casse pubbliche. Il record spetta sempre al Pirellino, acquistato nel marzo 2019 da Coima per 193 milioni di euro, dopo un’asta con quattro concorrenti e ben 85 rilanci da 500 mila euro per volta. Sembra passato un secolo.

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8 ottobre 2022 (modifica il 8 ottobre 2022 | 07:37)

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, 2022-10-08 05:29:00, Nessuna offerta, ieri, per i sei piani di proprietà comunale alla Galleria Ciro Fontana. Stessa sorte giovedì, per 7.500 mq tra piazza Duomo, Andrea Senesi

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