di Giovanna Maria Fagnani
Via Valvassori Peroni, Città Studi Milano: momenti di panico lunedì mattina: soccorsi sei studenti e un’insegnante. Due 15enni, un ragazzo e una ragazza, portati per «lievi sintomi da inalazione di fumo» all’ospedale De Marchi
Una «svampata». Il fumo che intasa l’aria, riempie l’aula e blocca la lezione. Paura e colpi di tosse: «Non si respira». Le telefonate istantanee e fotocopia al 118: «Allarme a scuola». Attimi di paura lunedì mattina all’istituto Ipsar alberghiero Amerigo Vespucci di Milano, in via Valvassori Peroni 8, zona Città Studi, area Politecnico. Una power bank è esplosa nello zaino di uno studente, che aveva collegato il suo cellulare per ricaricarlo. Erano le 8.50. Il botto il fumo, momenti di panico, ma alla fine niente di grave. Il bilancio è di sette persone coinvolte: sei studenti e un’insegnante.
I soccorsi in ospedale
Due 15enni, un ragazzo e una ragazza, sono stati portati per «lievi sintomi da inalazione di fumo» (codice verde) alla clinica De Marchi, da cui sono stati dimessi dopo poche ore. Nella classe sono stati visitati anche una professoressa e altri sei studenti, nessuno dei quali ha avuto bisogno di cure mediche. Sul posto sono intervenuti un’automedica, due ambulanze, e la polizia. Il primo piano è stato evacuato per precauzione e a quel punto, scendendo le scale, una 17enne di un’altra classe (che soffre per una patologia) si è sentita male, probabilmente per l’ansia creata dalla situazione. Le sue condizioni non erano gravi secondo i soccorritori del 118, ma data la pregressa patologia si è preferito ricoverarla in codice rosso. Dal San Raffaele sono comunque giunte notizie rassicuranti sulle sue condizioni.
Il preside: «Fumo e cattivo odore, l’insegnante ha fatto uscire tutti»
«L’episodio è avvenuto in una classe del biennio. I ragazzi stavano facendo la lezione di Scienze degli Alimenti, quando dallo zaino ha cominciato a comparire il fumo, seguito dal cattivo odore», racconta il preside Luigi Costanzo. «C’è stato qualche attimo di panico, ma l’insegnante ha fatto uscire velocemente i ragazzi dall’aula, le finestre sono state aperte e, per precauzione, tutto il primo piano è stato evacuato e gli alunni delle altre classi sono stati sistemati in altri locali al pian terreno», continua il preside. «Abbiamo chiamato i soccorsi e sono arrivati molto velocemente sia due ambulanze che la Polizia, poi l’Ats. Ci preoccupava la possibilità che gli alunni e l’insegnante avessero inalato il fumo della batteria, che contiene gas tossici, ma gli esperti ci hanno poi confermato che la situazione era sotto controllo. È stato quindi un eccesso di precauzione. L’alunno in questione ci ha spiegato di aver acquistato la power bank in un discount. Le lezioni sono proseguite regolarmente nel resto dell’edificio e domani anche la sezione coinvolta tornerà a scuola».
Cos’è una power bank e perché può esplodere
Una power bank è una batteria esterna che può essere alimentata con cavo Usb da un computer portatile o da un caricatore a parete. Una volta carica, viene utilizzata per dare energia a qualsiasi dispositivo elettronico (smartphone, tablet, fotocamere, videocamere). Può capitare che una batteria esterna guasta si surriscaldi in modo anomalo e arrivi al punto di combustione per una «fuga termica». Accade quando il surriscaldamento della power bank agli ioni di litio innesca la formazione di gas infiammabile. Il segnale del malfunzionamento è il rigonfiamento del dispositivo. Alcune batterie sono dotate di sensori e di un interruttore che impedisce il surriscaldamento: se la batteria non dispone di sistemi di sicurezza, oppure è difettosa, c’è il rischio che esploda. La batteria esterna può surriscaldarsi a causa di sovratensione, sovraccarico, cortocircuito, difetto di fabbricazione, ma anche per un componente usurato o vecchio, per la temperatura troppo elevata nell’ambiente o per la carica troppo frequente o eccessivamente prolungata.
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30 maggio 2022 (modifica il 30 maggio 2022 | 13:52)
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, 2022-05-30 12:32:00, Via Valvassori Peroni, Città Studi Milano: momenti di panico lunedì mattina: soccorsi sei studenti e un’insegnante. Due 15enni, un ragazzo e una ragazza, portati per «lievi sintomi da inalazione di fumo» all’ospedale De Marchi, Giovanna Maria Fagnani