di Monica GuerzoniMoral suasion del Quirinale sul decreto. L’emendamento sulla proroga dei diritti tv con i concessionari delle partite ha come primo firmatario Lotito La telefonata a Palazzo Chigi arrivata dagli uffici del Colle pi alto: Per ragioni di merito e di metodo, sarebbe meglio rivedere quell’emendamento sul calcio…. La moral suasion dei tecnici del Quirinale, garbata quanto energica, costringe il governo a rivedere in corsa il decreto Milleproroghe. Il provvedimento scade il 27 febbraio. Il testo deve approdare nell’Aula di Palazzo Madama tra marted e mercoled e uno stop metterebbe a rischio molte norme a cui la maggioranza tiene molto, tra cui i balneari e lo smart working. Il problema la norma che allunga il contratto per i diritti televisivi del calcio, che stata approvata dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato e che negli uffici legislativi della presidenza della Repubblica ritenuta materia estranea al decreto. Si tratta dell’emendamento che ha avuto come primo firmatario Claudio Lotito, esponente di Forza Italia e presidente della Lazio. Il senatore, che era stato protagonista di una polemiche durante la stesura della legge di Bilancio per la cosiddetta norma salva calcio, ha proposto come primo firmatario la modifica alla legge Melandri che regola i diritti tv. La sostanza dell’emendamento che, se dalle indagini di mercato non emergono soluzioni pi convenienti, gli attuali contratti con i concessionari dei diritti tv del calcio — attualmente detenuti da Dazn e Sky — sono prorogati per il tempo necessario e comunque non oltre la durata complessiva di 5 anni. Insomma, due anni oltre il limite triennale previsto dalla Legge Melandri all’epoca dell’assegnazione a Dazn e Sky. Sempre che si presentino le tre condizioni previste dall’emendamento: devono sussistere ragioni economiche, non si pu andare oltre un lustro e, terza condizione, bisogna fare una indagine di mercato per verificare se altri operatori possano offrire condizioni migliorative. La modifica del comma 5 dell’articolo 6 del Milleproroghe stata approvata due giorni fa senza particolari tensioni dentro la maggioranza. Anche se il ministro dello Sport, Andrea Abodi, non si era espresso a favore del prolungamento dei contratti: Tutto ci che aiuta a migliorare i fatturati da parte mia sar sempre sostenuto. In questo caso c’ stata un’iniziativa parlamentare. Il Parlamento sovrano, mi auguro che l’effetto possa essere positivo anche se non ne condivido il percorso. Un netto no, anche se espresso con parole diplomatiche. La maggioranza ha preferito evitare conflitti su un tema delicatissimo e ha tirato dritto. Finch dal Quirinale non arrivato l’altol, motivato anche dalla convinzione che i diritti, una volta scaduti, debbano essere rimessi a gara. Sul fronte europeo, intanto, ancora scontro tra governo e opposizione. Giorgia Meloni convinta di aver ottenuto grandi risultati. Ma Stefano Bonaccini, in corsa per la guida del Partito democratico, pensa invece che ci stiamo emarginando da soli in Europa: Se penso che Draghi era nella foto su un treno con i leader tedeschi e francesi verso l’Ucraina, evidente che qualcosa non torna. In difesa della premier la ministra del Turismo, Daniela Santanch: In Europa siamo sulla strada giusta. Il rapporto preferenziale tra Francia e Germania c’ sempre stato. 12 febbraio 2023 (modifica il 12 febbraio 2023 | 12:45) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,