«Mina Settembre», la fiction che  vince anche grazie allo streaming

«Mina Settembre», la fiction che vince anche grazie allo streaming

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di Aldo Grasso

La fiction Rai è in testa anche al ranking dei programmi interi più visti in rete, dopo la messa in onda

La fiction torna a far crescere i consumi televisivi, sia nella modalità «lineare» che anche in quella on-demand. In testa ai programmi più visti della settimana c’è ancora Mina Settembre, la serie giallo-rosa tratta dai racconti di Maurizio De Giovanni. Se Rai1 si riporta così sopra il 20% di share nella settimana, la serie raccoglie mediamente 4.633.000 spettatori, per una share del 26,1%. L’esordio, all’inizio di ottobre, era stato a oltre 5,2 milioni di spettatori, mentre gli ultimi due episodi in onda si attestano poco sopra i 4 milioni. Ciò nonostante l’episodio «Non si scappa» (la scorsa domenica) è l’emissione più vista della settimana. Da notare un dato interessante che viene dall’analisi della Total audience (ovvero dalla rilevazione del consumo in streaming e on-demand attraverso apparecchi come smartphone, pc, smartTv e tablet): la fiction Rai è in testa anche al ranking dei programmi interi più visti in rete, dopo la messa in onda. In particolare, i due episodi in onda domenica superano i 300mila spettatori «aggiuntivi» su device connessi. Si tratta sostanzialmente di quello che viene definito consumo di «catch-up», ovvero di recupero, entro pochi giorni dalla messa in onda, di quello che è stato perso nella programmazione lineare.

Per quanto riguarda la composizione del pubblico, Mina vince fra i segmenti di audience più consistenti e più amanti proprio del genere fiction (ecco il segreto del successo di una serie generalista made in Italy): le donne (con oltre il 32% di share) doppiano quasi gli uomini, i target più anziani (ultra65enni, con 32% di share) sono i più forti ma la serie riesce ad essere anche inter-generazionale (oltre 21% di share fra 15-24enni). Se c’è un’industria che non subisce crisi questa è quella della fiction nazionale, un patrimonio soprattutto Rai, uno dei pochi saldi presìdi del servizio pubblico. (A. G.)

In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca e iPort Nielsen su dati Auditel

5 novembre 2022 (modifica il 6 novembre 2022 | 00:37)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-11-05 23:38:00,

di Aldo Grasso

La fiction Rai è in testa anche al ranking dei programmi interi più visti in rete, dopo la messa in onda

La fiction torna a far crescere i consumi televisivi, sia nella modalità «lineare» che anche in quella on-demand. In testa ai programmi più visti della settimana c’è ancora Mina Settembre, la serie giallo-rosa tratta dai racconti di Maurizio De Giovanni. Se Rai1 si riporta così sopra il 20% di share nella settimana, la serie raccoglie mediamente 4.633.000 spettatori, per una share del 26,1%. L’esordio, all’inizio di ottobre, era stato a oltre 5,2 milioni di spettatori, mentre gli ultimi due episodi in onda si attestano poco sopra i 4 milioni. Ciò nonostante l’episodio «Non si scappa» (la scorsa domenica) è l’emissione più vista della settimana. Da notare un dato interessante che viene dall’analisi della Total audience (ovvero dalla rilevazione del consumo in streaming e on-demand attraverso apparecchi come smartphone, pc, smartTv e tablet): la fiction Rai è in testa anche al ranking dei programmi interi più visti in rete, dopo la messa in onda. In particolare, i due episodi in onda domenica superano i 300mila spettatori «aggiuntivi» su device connessi. Si tratta sostanzialmente di quello che viene definito consumo di «catch-up», ovvero di recupero, entro pochi giorni dalla messa in onda, di quello che è stato perso nella programmazione lineare.

Per quanto riguarda la composizione del pubblico, Mina vince fra i segmenti di audience più consistenti e più amanti proprio del genere fiction (ecco il segreto del successo di una serie generalista made in Italy): le donne (con oltre il 32% di share) doppiano quasi gli uomini, i target più anziani (ultra65enni, con 32% di share) sono i più forti ma la serie riesce ad essere anche inter-generazionale (oltre 21% di share fra 15-24enni). Se c’è un’industria che non subisce crisi questa è quella della fiction nazionale, un patrimonio soprattutto Rai, uno dei pochi saldi presìdi del servizio pubblico. (A. G.)

In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca e iPort Nielsen su dati Auditel

5 novembre 2022 (modifica il 6 novembre 2022 | 00:37)

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