Introdurre una mini naja volontaria di 40 giorni e far valere l’esperienza come punti in più alla maturità (se svolta quindi prima delle prove conclusive del secondo ciclo d’istruzione), all’Università oppure come punteggio aggiuntivo nei concorsi pubblici: l’iniziativa – che riguarda giovani tra i 16 e i 25 anni- verrà presto tradotta in un disegno di legge che un gruppo di senatori del Governo Meloni presenterà a Palazzo Madama. Ad annunciarlo è stato il presidente del Senato Ignazio La Russa.
Parlando in chiusura delle celebrazioni organizzate dagli Alpini a Milano per ricordare tutti i caduti, La Russa ha spiegato che è lui il promotore del progetto di legge, ma ha anche sottolineato che non lo presenterà: “come presidente del Senato non posso e lo farà un gruppo di senatori”.
L’estensione da 21 a 40 giorni
A ben vedere, la mini naja già esiste, ma di fatto non è operativa perché “non viene più finanziata da molto tempo” e comunque dura appena tre settimane: il disegno di legge del Centro-Destra vuole portarla a 40 giorni, ma soprattutto, ha spiegato la seconda carica dello Stato, “a fronte di questa partecipazione” verrebbero anche introdotti “una serie di incentivi”.
“Quando c’era il servizio militare – ha detto La Russa – il periodo di addestramento durava 40 giorni, allora noi crediamo che per venire incontro alle richieste arrivate dalle forze armate e soprattutto dagli alpini, sia giusto fare una legge che consenta, volontariamente a chi quindi lo desidera, di passare non tre settimane ma 40 giorni, nelle forze armate“, ad iniziare dal “corpo degli alpini”.
I vantaggi per gli studenti
“A fronte di questa partecipazione – ha continuato il presidente del Senato – noi prevediamo una serie di incentivi che possono essere punti per la maturità per tutti i tipi di scuola, una serie di incentivi per la laurea, come un esame in più o un vantaggio a livello di formazione e un punteggio aggiuntivo per tutti i concorsi pubblici. Ma naturalmente il vero incentivo resta la volontà di aiutare la propria patria anche con un breve periodo”.
La Russa ha escluso che si possa rendere il periodo di servizio obbligatorio: “oggi come oggi probabilmente costerebbe in termini di risorse più di quanto è possibile oggi ottenere. Ma è un primo passo: se riuscissimo a fare in modo che i giovani dai 16 ai 25 anni possano, se lo vogliono, passare un periodo di 40 giorni a imparare cosa è l’amore per l’Italia e il senso civico, avremo fatto un grande servizio all’Italia“, ha concluso il presidente dell’Aula di Palazzo Madama.
Ruffino (Azione): La Russa ci riporta indietro di 100 anni
Dal Centro-Sinistra sono giunte parole di dissenso verso l’idea di La Russa. Daniela Ruffino, di Azione, ha detto che è “grave che si voglia incentivare la mini-naja concedendo crediti scolastici per il diploma di maturità o addirittura per la laurea. Un medico o un ingegnere mediocri diventeranno più bravi con i crediti maturati in 40 giorni di naja? E il ministero dell’Istruzione e del merito davvero può sostenere che il merito di uno studente si accresce facendo la mini-naja?”.
“Prima la proposta di un incentivo alle coppie che decidono di contrarre regolare matrimonio, ora la mini-naja non troppo volontaria se è vero che dà punteggio e “merito” a scuola. Il presidente La Russa sa che si tratta di cose già viste e sperimentate, diciamo, un secolo fa? Quando sui muri dell’Università o nelle stazioni si leggeva il celebre motto: “Libro e moschetto fascista perfetto”? Attendo con curiosità la prossima proposta di legge per una tassa sul celibato”, ha concluso Ruffino.
La naja obbligatoria scomparsa da quasi 20 anni
In Italia, dopo 143 anni di coscrizione obbligatoria è stata cancellata il 29 luglio 2004. L’ultimo giorno di leva obbligatoria è stato il 30 giugno 2005.
Nel 2018, Forza Italia chiese di reintrodurre la naja, quella che lo stesso partito guidato da Silvio Berlusconi decise di cancellare: l’idea di Fi era quella di introdurre un’esperienza di alcuni mesi in ambito militare, decisamente diversa dalla precedente.
L’idea legislativa fu annunciata dall’on. Matteo Perego: si trattava di una ‘naja’ volontaria di sei mesi, da svolgere tra i 18 ed i 22 anni di età, con l’obiettivo dichiarato di “vivere le forze armate e apprenderne i valori”. Alla fine dei sei mesi sarebbe stato rilasciato un attestato valevole anche sotto forma di crediti formativi per l’università.
, 2022-12-11 15:17:00, Introdurre una mini naja volontaria di 40 giorni e far valere l’esperienza come punti in più alla maturità (se svolta quindi prima delle prove conclusive del secondo ciclo d’istruzione), all’Università oppure come punteggio aggiuntivo nei concorsi pubblici: l’iniziativa – che riguarda giovani tra i 16 e i 25 anni- verrà presto tradotta in un disegno […]
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