Ministri del governo Meloni: Rampelli per il dopo Cingolani. E alla Famiglia spunta Rauti

Ministri del governo Meloni: Rampelli per il dopo Cingolani. E alla Famiglia spunta Rauti

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di Marco Galluzzo Le trattative «congelate» con FI. Accordo ormai saldo su Giorgetti all’Economia. I punti fermi di Fitto agli Affari Ue e Urso alla Difesa. Torna l’idea dei vicepremier Salvini e Tajani. E il leghista potrebbe andare alle Infrastrutture Il quadro della formazione del governo dopo l’elezione dei due presidenti del Parlamento da una parte sembra schiarirsi, almeno per il partito della Meloni e per la Lega, ma appare in qualche modo «congelato» per quanto riguarda Forza Italia, dopo lo scontro fra Berlusconi e il presidente del Consiglio in pectore proprio sulla scelta dei ministri. Una delle novità è forse l’insistenza con cui Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia, viene dato come futuro ministro della Transizione ecologica, che oggi guida Roberto Cingolani. Un ministero chiave per i primi mesi di attività dell’esecutivo, che dovrà adottare misure molto delicate contro il caro energia. Il resto della squadra del partito che ha vinto le elezioni ha un’altra possibile novità con Isabella Rauti, che potrebbe avere le deleghe della Famiglia. Restano punti fermi, almeno in apparenza, Raffaele Fitto agli Affari europei, Adolfo Urso alla Difesa e Guido Crosetto al Mise, anche se il diretto interessato continua a smentire un suo ingresso nell’esecutivo. Anche le deleghe che riguardano i Beni culturali dovrebbero essere appannaggio del primo partito della maggioranza. Ovviamente la lista dei ministri che ha in testa Giorgia Meloni resterà passibile di sorprese almeno sino al momento in cui riceverà l’incarico da Sergio Mattarella. E molto potrebbe anche dipendere dalla scelta di fare o meno due vicepremier, che potrebbero essere Antonio Tajani e Matteo Salvini. Ieri sembrava un’opzione più forte che nei giorni scorsi, ma nulla è stato ancora deciso. In ordine di importanza e caratura delle deleghe appare assodato l’accordo sul «trasloco» del ministro leghista Giancarlo Giorgetti dal ministero dello Sviluppo economico a quello dell’Economia. In quota FdI dovrebbe essere anche il ministero della Giustizia (si continua a dare per favorito il magistrato Carlo Nordio, neoeletto) anche se Silvio Berlusconi continua a puntarci per Forza Italia, nel caso con Paolo Sisto. Mentre all’ex capo di gabinetto di Matteo Salvini, il prefetto Matteo Piantedosi, dovrebbe essere riservata la guida del Viminale. Salvini stesso potrebbe diventare il nuovo ministro delle Infrastrutture. Alla Lega, oltre all’Agricoltura, è possibile che vada anche la Disabilità, con Alessandra Locatelli. Ieri è anche circolata la voce che Meloni potrebbe escludere dalla squadra del futuro governo i senatori azzurri che non hanno votato Ignazio La Russa come presidente del Senato: l’indiscrezione viene smentita sia da esponenti di Fratelli d’Italia sia nello staff del Cavaliere, dove si conferma che le trattative sono al momento «congelate» e dall’altra si sottolinea che i due piani, l’elezione della seconda carica dello Stato e la formazione del governo, sono totalmente diversi e non sovrapponibili. Giovanbattista Fazzolari, da anni braccio destro di Giorgia Meloni, possibile perno del nuovo esecutivo nel ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ieri ha toccato uno dei temi che in queste settimane è stato oggetto di scontro politico: il numero e la presenza di eventuali esponenti tecnici, e non politici, nel governo. «Sarà un esecutivo politico, ma sarebbe una novità assoluta se l’intera compagine di governo fosse formata da parlamentari eletti. Quindi, molto presumibilmente, così come è sempre accaduto, alcuni dei ministri non saranno dei parlamentari eletti», ha tenuto a precisare. Ma proprio la lista dei cosiddetti tecnici, per i quali il dicastero più gettonato è la Salute, resta ancora molto coperta. Alla fine potrebbero essere meno di quanto ci si aspettava. 15 ottobre 2022 (modifica il 15 ottobre 2022 | 10:27) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-15 08:27:00, Le trattative «congelate» con FI. Accordo ormai saldo su Giorgetti all’Economia. I punti fermi di Fitto agli Affari Ue e Urso alla Difesa. Torna l’idea dei vicepremier Salvini e Tajani. E il leghista potrebbe andare alle Infrastrutture, Marco Galluzzo

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