Ministro dell’energia ucraino: «Non credo a una parola dei russi. Non hanno intenzione di fermarsi»

Ministro dell’energia ucraino: «Non credo a una parola dei russi. Non hanno intenzione di fermarsi»

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di Lorenzo Cremonesi

Il ministro dell’energia German Galushchenko mette in guardia l’Europa: negoziare è complicatissimo, il gas che arriva da Mosca va tagliato nettamente

DAL NOSTRO INVIATO A KIEV «Noi ucraini abbiamo sempre messo in guardia l’Europa sui rischi della dipendenza energetica dalla Russia. La lezione di oggi ribadisce che di Putin non ci si può affatto fidare, tanto che resto anche scettico sulle sue eventuali promesse al tavolo dei negoziati». Parla a tutto campo German Galushchenko. In questa intervista al Corriere il ministro dell’Energia del governo Zelensky ringrazia il premier Draghi per la sua insistenza affinché l’Ucraina divenga membro a pieno titolo dell’Unione Europea, ma continua a chiedere che il taglio del gas russo sia netto.

Come terminare la dipendenza italiana?

«Per tutti noi questa è una cosa vitale, abbiamo visto che condiziona le fondamenta della democrazia nei nostri Paesi. Ho molto apprezzato le scelte italiane e in generale degli europei di mettervi assieme per comprare il gas da altri produttori. Diversificare le fonti è ormai vitale per tutti. Penso, da tecnico che si occupa da decenni di questi temi, che il ricorso al gas liquido sia molto importante, facilita anche il trasporto e lo stoccaggio».

E la richiesta russa di pagare l’energia in rubli?

«L’ennesima dimostrazione dei trucchi disonesti di Putin: vorrebbe rafforzare la sua moneta a scapito dell’euro e così dribblare le sanzioni. Ciò spiega tra l’altro anche il motivo per cui noi eravamo tanto contrari al progetto del Nord Stream 2. A nostro parere regalare il monopolio della fornitura di gas a Gazprom è semplicemente suicida: ormai è chiaro che, se per i leader occidentali l’energia non è altro che un bene per migliorare il tenore di vita delle loro popolazioni, per Putin è invece un’arma letale che utilizza in modo spietato per i suoi scopi e per ricattare chiunque tenti di boicottarli. Opponetevi subito, altrimenti il suo ricatto crescerà».

Suggerimenti pratici?

«Tra le tante alternative, noi abbiamo messo a disposizione i nostri serbatoi, sono i più grandi d’Europa e possono essere utilizzati liberamente dai nostri alleati. Inoltre, siamo in contatto con la Turchia, il Qatar e altri Paesi dei Medio Oriente, possono aggiungersi agli aiuti proposti dagli americani. Direi che l’Italia e l’Europa hanno in mano molti strumenti per non dipendere dalla Russia».

Come legge l’annuncio di Mosca due giorni fa, per cui considererebbe concluse le operazioni militari nella zona di Kiev e adesso vorrebbe concentrarsi sulle regioni orientali al confine col Donbass?

«Non sono un militare, ma da abitante di Kiev noto che i bombardamenti contro la nostra città non sono affatto terminati. Oltretutto, nelle ultime ore sono caduti nuovi missili su Leopoli, che sta nel settore occidentale. Questo per dire che non credo ad una parola dei russi, in genere fanno tutto l’opposto di quanto annunciano. Qui a Kiev si sono fermati soltanto per il fatto che le nostre forze militari hanno avuto il sopravvento. Non c’è alcuna volontà di compromesso da parte loro, se potessero ci conquisterebbero totalmente per poi governare con il pugno di ferro. E tutto questo mi fa capire quanto sia complicato ogni tipo di negoziato con Putin».

E se fosse una velata ammissione di sconfitta russa?

«Può essere. Ma come possono giustificare i missili verso il confine polacco, a Vinnytsia, Chernihiv, Ivano-Frankivsk, oppure ancora su Mariupol e Kharkiv? Colpiscono abitazioni, ospedali, scuole, teatri, musei, condutture dell’acqua, municipi, centrali elettriche: come possono farlo, con che diritto?».

Crede che ora la vostra posizione negoziale sia più forte che un mese fa?

«Non lavoro al ministero degli Esteri, però ritengo che la nostra posizione non sia mai stata debole. Il nostro governo ha il pieno sostegno della popolazione, nessuno intende arrendersi, siamo certi di vincere la guerra perché siamo più forti».

Mario Draghi ha dichiarato che l’Italia lavora per fare dell’Ucraina un membro a pieno titolo della Ue.

«Ne sono felice, abbiamo guadagnato sul campo il diritto di essere parte attiva dell’Unione Europea. Un passo importante è stato compiuto il 16 marzo, quando abbiamo sincronizzato il nostro sistema elettrico al vostro».

Hanno causato danni le bombe russe al vostro sistema energetico?

«Circa 800.000 case senza elettricità, 250.000 prive del gas, un altro gasdotto appena colpito: ancora il Paese tiene, ma i danni sono gravi, intere aree al buio e al freddo, specie nella regione di Mariupol».

E le centrali nucleari?

«Sono una preoccupazione costante, non ho dormito notti intere con l’incubo del disastro nucleare. I russi hanno occupato quella di Zaporizhzhia, che è la centrale più grande d’Europa, e i resti di Chernobyl. Per fortuna entrambi gli impianti sono ancora in mano ai nostri tecnici, ma i carri armati russi hanno sparato contro gli impianti, potevano causare un disastro terribile per tutti, compresi voi in Europa occidentale».

C’è stata fuga di materiale radioattivo in questo mese?

«No, non lo abbiamo mai registrato. Ma poteva accadere. Il comportamento russo è stato criminale, totalmente irresponsabile».

26 marzo 2022 (modifica il 27 marzo 2022 | 00:04)

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, 2022-03-26 23:05:00, Il ministro dell’energia German Galushchenko mette in guardia l’Europa: negoziare è complicatissimo, il gas che arriva da Mosca va tagliato nettamente, Lorenzo Cremonesi

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