Il mistero delle Municipalità

Il mistero delle Municipalità

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Mezzogiorno, 23 ottobre 2022 – 08:32 di Mario Rusciano L’operosità di Gaetano Manfredi a un anno e passa dall’elezione a Sindaco (4 ottobre 2021) è fuori discussione. Si discute invece dei frutti dell’operosità. Difatti è innegabile che finora non se ne siano visti. La città non appare affatto cambiata. Pulizia e decoro urbano lasciano a desiderare: come sempre. Di traffico e trasporti meglio non parlare. La sicurezza peggio che andar di notte; vigili latitanti. E si potrebbe continuare. Tuttavia non è condivisibile l’idea sbrigativa di chi, ricordando l’alta percentuale di voti ottenuti da Manfredi, ne parla come di una grande delusione. Però è vero che la comunicazione del Sindaco sulla propria operosità è nel complesso insufficiente. Come del resto si disse già alla scadenza dei primi sei mesi dall’elezione. Considerate le condizioni della città, del Comune e dell’area metropolitana ereditate da Manfredi all’atto dell’insediamento — con pochi collaboratori, le casse vuote e il Comune di fatto in dissesto — non si potevano pretendere grandi risultati in soli sei mesi. Oggi si può ribadire che in fondo anche un anno non è un tempo tanto lungo per riuscire a realizzare opere tali da determinare cambiamenti significativi della città. Ma un anno diventa un tempo lungo se il Sindaco non comunica tempestivamente gli ostacoli nella realizzazione delle sue strategie e dei suoi progetti, nonché gli strumenti e le prevedibili scadenze delle opere avviate. Si tratta in sostanza di rendere i cittadini partecipi delle problematiche più complicate e del suo metodo di governo della Napoli metropolitana. Una città non governata per un decennio; o meglio governata col metodo de Magistris: contrario alle più elementari e urgenti necessità, pieno di chiacchiere e gesti demagogici. Il Sindaco, nell’apprezzabile sobrietà del suo tratto caratteriale, ha più volte dato risposte aderenti alla complessità dei problemi cittadini. Di questi il principale è la mancanza di risorse umane: sono poche quelle al momento disponibili rispetto a quante servono a far camminare la macchina amministrativa. Forse anche a causa di questa carenza il Sindaco ha scelto assessori e collaboratori tra amici e colleghi della Federico II. Ha cioè reclutato tali figure nel mondo accademico, che conosce meglio, non sfuggendo all’accusa d’aver addirittura costituito una «casta». Qui si avverte ancora una volta la mancanza dei partiti organizzati, capaci di formare personalità provviste di competenze e affidabilità. È allora certamente importante che siano stati avviati i concorsi nei vari settori e specialmente nell’agenzia dei rifiuti (Asia) maggiore responsabile dell’insopportabile stato di degrado, sporcizia e abbandono riscontrabile in tutte le zone della città. Se mai ora il problema è che i concorsi vengano rapidamente espletati e non col solito metodo clientelare. Ora occorre selezionare persone realmente preparate e adatte ai diversi profili professionali e soprattutto motivate. Cosa peraltro non facile viste le contraddizioni del nostro mercato del lavoro: da un lato viene fuori che persino i laureati aspirano a fare i netturbini. Da un altro lato risulta che anche al Sud c’è chi rifiuta il posto fisso pubblico (Inchiesta di Emanuele Imperiali, Corriere del Mezzogiorno/Economia , 10.10.22). Eppure apparato comunale e aziende partecipate dei servizi pubblici sono indispensabili alla città. Quando sono efficienti e ben guidate, si sdrammatizza abbastanza financo la scelta degli assessori e dei manager, fatta di solito coi criteri poco trasparenti della spartizione partitica. Logicamente sono innumerevoli i problemi che il Sindaco incontrerà quotidianamente nel suo faticoso cammino. Alcuni però paiono più urgenti e andrebbero affrontati, appena possibile, informandone la cittadinanza. 1) Anzitutto il ruolo attivo delle Municipalità: si sa che esistono, che pesano sul bilancio comunale e però non si sa cosa facciano. In teoria dovrebbero svolgere funzioni importanti data la vicinanza al territorio (pulizia, decoro, manutenzione, vigilanza ecc.), ma in pratica i cittadini non ne avvertono la presenza. Peraltro esse potrebbero sollevare il Sindaco e la Giunta di taluni compiti più adatti alla sede decentrata. 2) C’è poi il problema dei servizi sociali: pensiamo all’alto tasso di evasione e/o abbandono scolastico; all’aiuto di persone in stato di bisogno o in forte disagio sociale; all’esigenza di educatori civici per almeno ridurre l’anarchismo diffuso tra i cittadini. 3) Infine c’è il delicato discorso sulla cultura. Un settore cruciale che il Sindaco continua a seguire direttamente, attorniato da alcuni bravi Consiglieri ma senza un Assessore, cioè senza un soggetto che abbia i necessari poteri e le relative responsabilità. Non c’è allora da meravigliarsi se sorge qualche difficoltà programmatica. Infatti il Sindaco, con le tante cose da fare, difficilmente può dedicare la dovuta attenzione alle iniziative culturali, che vanno accortamente selezionate. E così, tanto per dire, pur apprezzando il talento di Gigi D’Alessio, è sembrato eccessivo farne ambasciatore della canzone napoletana, se non altro perché questa non ha bisogno di ambasciatori. Dobbiamo capire se si vuole cavalcare oppure raffinare i gusti popolari. Domanda complicata a Napoli! 23 ottobre 2022 | 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-23 06:33:00, Mezzogiorno, 23 ottobre 2022 – 08:32 di Mario Rusciano L’operosità di Gaetano Manfredi a un anno e passa dall’elezione a Sindaco (4 ottobre 2021) è fuori discussione. Si discute invece dei frutti dell’operosità. Difatti è innegabile che finora non se ne siano visti. La città non appare affatto cambiata. Pulizia e decoro urbano lasciano a desiderare: come sempre. Di traffico e trasporti meglio non parlare. La sicurezza peggio che andar di notte; vigili latitanti. E si potrebbe continuare. Tuttavia non è condivisibile l’idea sbrigativa di chi, ricordando l’alta percentuale di voti ottenuti da Manfredi, ne parla come di una grande delusione. Però è vero che la comunicazione del Sindaco sulla propria operosità è nel complesso insufficiente. Come del resto si disse già alla scadenza dei primi sei mesi dall’elezione. Considerate le condizioni della città, del Comune e dell’area metropolitana ereditate da Manfredi all’atto dell’insediamento — con pochi collaboratori, le casse vuote e il Comune di fatto in dissesto — non si potevano pretendere grandi risultati in soli sei mesi. Oggi si può ribadire che in fondo anche un anno non è un tempo tanto lungo per riuscire a realizzare opere tali da determinare cambiamenti significativi della città. Ma un anno diventa un tempo lungo se il Sindaco non comunica tempestivamente gli ostacoli nella realizzazione delle sue strategie e dei suoi progetti, nonché gli strumenti e le prevedibili scadenze delle opere avviate. Si tratta in sostanza di rendere i cittadini partecipi delle problematiche più complicate e del suo metodo di governo della Napoli metropolitana. Una città non governata per un decennio; o meglio governata col metodo de Magistris: contrario alle più elementari e urgenti necessità, pieno di chiacchiere e gesti demagogici. Il Sindaco, nell’apprezzabile sobrietà del suo tratto caratteriale, ha più volte dato risposte aderenti alla complessità dei problemi cittadini. Di questi il principale è la mancanza di risorse umane: sono poche quelle al momento disponibili rispetto a quante servono a far camminare la macchina amministrativa. Forse anche a causa di questa carenza il Sindaco ha scelto assessori e collaboratori tra amici e colleghi della Federico II. Ha cioè reclutato tali figure nel mondo accademico, che conosce meglio, non sfuggendo all’accusa d’aver addirittura costituito una «casta». Qui si avverte ancora una volta la mancanza dei partiti organizzati, capaci di formare personalità provviste di competenze e affidabilità. È allora certamente importante che siano stati avviati i concorsi nei vari settori e specialmente nell’agenzia dei rifiuti (Asia) maggiore responsabile dell’insopportabile stato di degrado, sporcizia e abbandono riscontrabile in tutte le zone della città. Se mai ora il problema è che i concorsi vengano rapidamente espletati e non col solito metodo clientelare. Ora occorre selezionare persone realmente preparate e adatte ai diversi profili professionali e soprattutto motivate. Cosa peraltro non facile viste le contraddizioni del nostro mercato del lavoro: da un lato viene fuori che persino i laureati aspirano a fare i netturbini. Da un altro lato risulta che anche al Sud c’è chi rifiuta il posto fisso pubblico (Inchiesta di Emanuele Imperiali, Corriere del Mezzogiorno/Economia , 10.10.22). Eppure apparato comunale e aziende partecipate dei servizi pubblici sono indispensabili alla città. Quando sono efficienti e ben guidate, si sdrammatizza abbastanza financo la scelta degli assessori e dei manager, fatta di solito coi criteri poco trasparenti della spartizione partitica. Logicamente sono innumerevoli i problemi che il Sindaco incontrerà quotidianamente nel suo faticoso cammino. Alcuni però paiono più urgenti e andrebbero affrontati, appena possibile, informandone la cittadinanza. 1) Anzitutto il ruolo attivo delle Municipalità: si sa che esistono, che pesano sul bilancio comunale e però non si sa cosa facciano. In teoria dovrebbero svolgere funzioni importanti data la vicinanza al territorio (pulizia, decoro, manutenzione, vigilanza ecc.), ma in pratica i cittadini non ne avvertono la presenza. Peraltro esse potrebbero sollevare il Sindaco e la Giunta di taluni compiti più adatti alla sede decentrata. 2) C’è poi il problema dei servizi sociali: pensiamo all’alto tasso di evasione e/o abbandono scolastico; all’aiuto di persone in stato di bisogno o in forte disagio sociale; all’esigenza di educatori civici per almeno ridurre l’anarchismo diffuso tra i cittadini. 3) Infine c’è il delicato discorso sulla cultura. Un settore cruciale che il Sindaco continua a seguire direttamente, attorniato da alcuni bravi Consiglieri ma senza un Assessore, cioè senza un soggetto che abbia i necessari poteri e le relative responsabilità. Non c’è allora da meravigliarsi se sorge qualche difficoltà programmatica. Infatti il Sindaco, con le tante cose da fare, difficilmente può dedicare la dovuta attenzione alle iniziative culturali, che vanno accortamente selezionate. E così, tanto per dire, pur apprezzando il talento di Gigi D’Alessio, è sembrato eccessivo farne ambasciatore della canzone napoletana, se non altro perché questa non ha bisogno di ambasciatori. Dobbiamo capire se si vuole cavalcare oppure raffinare i gusti popolari. Domanda complicata a Napoli! 23 ottobre 2022 | 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA ,

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