Sulla mobilità del personale della scuola il ministero dell’Istruzione ha deciso di stringere i tempi. Con o senza l’assenso dei sindacati. Dopo avere incassato il ‘no’ della Commissione europea e del Senato, nel decreto Mille Proroghe, alla conferma della deroga sulla norma sul vincolo triennale della mobilità, i dirigenti del dicastero bianco hanno deciso di pubblicare l’ordinanza della mobilità per gli spostamenti dell’anno scolastico 2023/2024 già la prossima settimana.
Disco rosso per gli ultimi immessi in ruolo
La novità che ha fatto infuriare i sindacati presenti all’incontro con i dirigenti ministeriali, è che gli ultimi docenti immessi in ruolo non avranno facoltà di presentare la domanda di trasferimento, ma nemmeno l’assegnazione provvisoria e l’utilizzazione annuale.
Tutti gli insegnanti di ruolo che rimangono sottoposti al vincolo (bisogna però capire a partire da quale anno) rimarrebbero quindi fuori dalla mobilità 2023. Almeno in questa prima fase.
Si va verso l’atto unilaterale?
La Uil Scuola Rua ha immediatamente espresso “netta contrarietà su questo tema e ha chiesto di calendarizzare un incontro in merito, in quanto la contrattazione che è stata riaperta, a seguito dell’ordinanza del TAR Lazio, non può ritenersi conclusa”.
Secondo lo stesso sindacato confederale ci sono a questo punto i presupposti che l’ordinanza che vuole pubblicare il ministero dell’Istruzione si trasformi in un “atto unilaterale” dell’Amministrazione, senza il consenso dei lavoratori, “compromettendo le relazioni sindacali”.
Meno drastico si è detto, invece, l’Anief, secondo cui nei prossimi giorni “ripartirà il tavolo tecnico sulla mobilità”, sempre “in attesa della risposta della Commissione UE” sulla “messa a regime dei nuovi vincoli soltanto per i neoassunti a partire dai nuovi concorsi prevista dalla riforma sul PNRR”.
Dagli altri sindacati rappresentativi, invece, non sono arrivati al momento commenti: un silenzio che potrebbe preludere a dei margini nella trattativa ancora possibili.