Mobilità, a Bergamo oltre 1600 docenti hanno chiesto il trasferimento: l80% vuole tornare al Sud per il carovita e lo stipendio basso

Mobilità, a Bergamo oltre 1600 docenti hanno chiesto il trasferimento: l80% vuole tornare al Sud per il carovita e lo stipendio basso

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Il Nord non rappresenta più la meta ambita per molti docenti meridionali. Stiamo assistendo a un aumento delle richieste da parte degli insegnanti in servizio nelle scuole settentrionali che aspirano a ritornare nelle loro regioni d’origine.

La ragione principale di questa tendenza è l’incremento del costo della vita nel Nord, oltre al desiderio comprensibile di riavvicinarsi alle famiglie.

Le cifre parlano chiaro. Come segnala L’Eco di Bergamo, solo nella città orobica, per l’anno scolastico 2023-2024, 1.609 domande di mobilità sono state presentate, di cui 1.055 da docenti e 554 da personale ATA, su un totale di circa 23.000 addetti. Tra questi, 209 docenti e 83 ATA hanno ottenuto il trasferimento, e ben 199 insegnanti hanno fatto ritorno al Sud.

La Sicilia emerge come la regione con la maggior parte delle richieste di trasferimento (37%), seguita da Campania, Calabria, Puglia e Abruzzo. Le richieste si allineano ai trend regionali, dove lo scorso anno il 61% delle quasi 19.000 domande di mobilità in Lombardia riguardava sedi fuori regione, con la maggior parte indirizzata verso Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Al contrario, queste regioni del Sud hanno tassi molto bassi di trasferimento esterno, prevalentemente verso regioni limitrofe.

La difficoltà di coprire i costi della vita al Nord incide significativamente nelle richieste di trasferimento. Tuttavia, la mancanza di posti di lavoro e i vincoli legali frenano questa mobilità. La legge 104 e l’anzianità di servizio sono fattori chiave nella priorità dei trasferimenti, specialmente per il sostegno, dove ci sono più posti disponibili. Nonostante l’alta richiesta a livello nazionale, causata dall’aumento delle certificazioni di sostegno, la situazione rimane precaria, con una grande percentuale di posti di sostegno occupati da docenti non specializzati.

Paola Manzullo, segretaria generale della Cisl Scuola Bergamo, evidenzia l’alta incidenza del carovita nel Nord e la conseguente ricerca di un ritorno al Sud, dove lo stipendio da insegnante garantisce una vita dignitosa. Le difficoltà economiche, soprattutto a Bergamo, una delle città più care d’Italia, sono un fattore determinante. Anche le richieste di impiego nelle scuole del Nord sono diminuite, come dimostra il fallimento della “call veloce” del ministero. Gli insegnanti preferiscono rimanere precari al Sud piuttosto che trasferirsi al Nord, dove attendono solo l’opportunità di ritornare a casa.

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