Mobilità, dirigenti scolastici in piazza per rimuovere i vincoli. I sindacati: Oltre 1200 vogliono tornare a casa [VIDEO INTERVISTE]

Mobilità, dirigenti scolastici in piazza per rimuovere i vincoli. I sindacati: Oltre 1200 vogliono tornare a casa [VIDEO INTERVISTE]

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I dirigenti scolastici hanno protestato davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito martedì 14 marzo per denunciare i vincoli che impediscono la loro mobilità da regione a regione.

Secondo i rappresentanti dei sindacati FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA e SNALS Confsal, la situazione attuale crea un disagio per le persone e le loro famiglie e nasce dall’applicazione di disposizioni che non sono adeguate alla situazione attuale. I limiti alla mobilità interregionale erano stati introdotti quando i concorsi erano su base regionale, ma ora che i concorsi sono nazionali, questa norma deve essere rivista.

I rappresentanti dei sindacati chiedono al Ministro di intervenire in sede legislativa per eliminare immediatamente ogni vincolo alla mobilità interregionale e hanno chiesto di essere ricevuti al Ministero con una delegazione dei manifestanti. Infatti l’intervento legislativo, che ha temporaneamente innalzato al 60% il numero dei posti destinati alla mobilità interregionale dei posti vacanti e disponibili in ciascuna regione, non può soddisfare le aspettative dei circa 1.200 dirigenti scolastici che, con le operazioni di mobilità, per il prossimo anno scolastico, chiederanno di rientrare nella regione di residenza.

Le rappresentanze sindacali hanno avuto un incontro con il Capo di Gabinetto Recinto, i Direttori generali Serra e Natali e il Capo Dipartimento per il sistema educativo Palumbo

Interviste a cura di Patrizia Montesanti

Intervengono Giovanni De Rosa (Snals Confsal), Paola Serafin (Cisl Scuola), Roberta Fanfarillo (Flc Cgil) e Rosa Cirillo (Uil Scuola Rua).

De Rosa (Snals Confsal): “La protesta dei dirigenti scolastici di oggi, 14 marzo, nasce dalla volontà di sensibilizzare il Ministero dell’Istruzione e del Merito sulla questione della mobilità interregionale. La disciplina attuale è stata elaborata in un momento in cui i concorsi erano regionali e quindi le istanze di trasferimento erano limitate. Con il concorso nazionale del 2017, invece, si sono create assegnazioni in sedi diverse da quelle di residenza e questo ha causato problemi per i dirigenti scolastici che vedono negato il trasferimento, anche se ci sono posti disponibili. L’ultimo intervento legislativo, che ha aumentato la percentuale dal 30% al 60%, non è stato sufficiente a risolvere la situazione. I rappresentanti dei sindacati chiedono quindi un intervento legislativo che elimini ogni vincolo alla mobilità interregionale e che estenda la possibilità di rendere stabile questa misura fino al totale assorbimento dei posti. Inoltre, evidenziano la criticità dell’applicazione delle previsioni normative e contrattuali, che a volte sono gestite in modo eterogeneo a livello regionale e non sempre con criteri di equità, correttezza e trasparenza. La manifestazione di oggi serve a tenere alta l’attenzione su queste problematiche e a sensibilizzare il Ministero sulle difficoltà affrontate dai dirigenti scolastici”.

Serafin (Cisl Scuola): “Chiediamo l’adozione di misure volte a eliminare i vincoli che impediscono loro il rientro presso il luogo di residenza e la propria famiglia. Questi vincoli sono stati imposti attraverso una normativa e pertanto richiedono un intervento legislativo per la loro risoluzione. È importante coordinare le diverse misure e procedure attualmente in atto per l’assunzione dei dirigenti scolastici al fine di coprire i vuoti di organico. La crescente presenza di reggenze sta infatti causando un’enorme affaticamento dei dirigenti e rendendo meno efficiente la gestione del sistema scolastico. Inoltre, considerando l’età media elevata dei dirigenti scolastici, è necessario un coordinamento delle procedure attuali e future per progressivamente colmare i vuoti di organico e garantire una gestione efficiente del sistema scolastico”.

Fanfarillo (Flc Cgil): “I dirigenti scolastici stanno protestando davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito perché vogliono che sia eliminato ogni vincolo alla mobilità interregionale, che consenta loro di rientrare nella regione di residenza, anche se hanno una sede di lavoro in una regione diversa. La loro richiesta è che la mobilità interregionale sia regolata dal contratto e che la norma attuale, che prevede un contingente di mobilità interregionale al 60% per un periodo limitato, sia modificata per consentire il rientro del 100% dei dirigenti scolastici. Inoltre, i dirigenti scolastici chiedono che le loro retribuzioni siano garantite e che vengano equiparate a quelle dei loro colleghi di seconda fascia. La loro richiesta nasce dalla complessità della loro funzione e dal fatto che i dirigenti scolastici hanno stipendi molto più bassi rispetto ai loro colleghi con uffici di dimensioni molto più piccole”.

Cirillo (Uil Scuola Rua): “Chiediamo uniformità nella gestione dei concorsi per dirigenti scolastici, in modo che le regole siano trasparenti e uniformi per tutti i candidati, indipendentemente dall’anno del concorso. Attualmente, i primi in graduatoria spesso si trovano a lavorare lontano da casa, mentre altri riescono a trovare posti vicini. Questo crea una mancanza di equità e di uniformità nei comportamenti. Inoltre, chiediamo che le scuole dimensionate abbiano la titolarità e che siano autonome, indipendentemente dal loro livello, al fine di garantire una gestione normale e di rappresentare un riferimento per la società e per i diritti allo studio degli studenti, come riconosciuto dalla Costituzione. Ci aspettiamo che il Ministro passi dalle parole ai fatti, aprendo un contratto che preveda un’adeguata parte economica retributiva per i dirigenti scolastici e che stabilisca un fondo unico nazionale per la loro retribuzione. Inoltre, chiediamo che venga discusso ogni anno per evitare che i livelli stipendiali dei dirigenti scolastici retrocedano e restituiscano soldi allo Stato, come accade attualmente. Infine, chiediamo che non vengano attribuite responsabilità ai dirigenti scolastici che in realtà sono di competenza di altre istituzioni”.

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