La scuola è da anni al centro di tagli e leggi complesse che ne minano l’efficacia. Una delle problematiche più pressanti riguarda la mancanza di continuità didattica, definita dalla Circolare Ministeriale n. 339 del 1992 come diritto dell’alunno a un percorso formativo organico e completo.
La mobilità forzata dei docenti, insieme ai numerosi permessi richiesti dai docenti fuori sede, ne è una delle cause principali.
Il Comitato Nazionale Docenti Vincolati, tramite una nota del presidente Angela Mancusi, esorta all’abolizione dei vincoli alla mobilità per tutti i docenti. Le conseguenze sarebbero significative: riduzione delle richieste di congedi, aumento della soddisfazione dei docenti e miglioramento della qualità del servizio offerto agli studenti.
In particolare, il vincolo di mobilità colpisce duramente i docenti neoimmessi in ruolo e coloro che hanno ottenuto un trasferimento per merito. Questi ultimi, assunti con contratti che non prevedevano vincoli post-trasferimento, subiscono un danno professionale.
Secondo l’art.13, co.5 del D. Lgs. n.59/ 2017, il docente può presentare domanda di assegnazione provvisoria, andando in contraddizione con l’idea di continuità didattica promossa dallo stesso Stato.
“L’abolizione del vincolo alla mobilità e la sua derogazione per i neoassunti dovrebbero essere priorità del governo e dei sindacati. Solo così si potrà garantire un’istruzione di qualità, centrata sulle esigenze di studenti e docenti”, chiede il Comitato.
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