«Moderna e devota al suo ruoloOra Carlo dovrà dare continuità»

di Enrica Roddolo

Daniel Franklin, direttore esecutivo dell’Economist, e il lascito della regina: «Con lei la monarchia ha unito». «La Gran Bretagna era preparata da tempo a questo, ma è anche impreparata: per i britannici è difficile immaginare un’altra sovrana»

«È il momento, nel lungo regno di Elisabetta, per il quale la nazione era al tempo stesso più preparata e meno pronta — dice al Corriere il direttore esecutivo dell’ Economist Daniel Franklin —. Il più preparato perché da molti anni erano stati messi in atto dettagliati piani per questo passaggio. Il meno preparato perché per così tanti britannici è difficile immaginare una monarca oltre a lei, nonostante l’apprendistato durato decadi del principe Carlo per avvicinarsi al suo ruolo. Il senso della storia è palpabile».

Quale eredità lascia Elisabetta II?

«È una domanda complessa ma, per sintetizzare, ci sono almeno tre elementi fondamentali — prosegue Franklin —. Il primo è la straordinaria lunghezza del suo regno, il più lungo di sempre per il Paese: questo Platinum Jubilee è una prima assoluta e da solo il traguardo rivela l’eccezionale capacità della Regina nell’aver saputo assicurare stabilità in un tempo di cambiamento epocale: dalla perdita dell’Impero all’intrusione dei nuovi mezzi di comunicazione. In secondo luogo, la storia terrà conto del fatto che Elisabetta — pur non sempre senza difficoltà e con l’aiuto di altri, principalmente il marito Filippo — ha saputo modernizzare la monarchia in molti modi, dal permettere alle telecamere della televisione di entrare a palazzo, al pagamento delle tasse, fino all’apertura di Buckingham Palace al pubblico. Terza legacy, l’essere stata il simbolo del principio evidenziato dalla serie The Crown : la capacità di mettere il dovere, legato al suo ruolo, davanti a qualsiasi altra cosa. È questo il filo che attraversa il suo tempo fino a questo Platinum Jubilee, la costante anche nei tanti drammi che hanno interessato la sua famiglia. E proprio il Giubileo ha offerto l’opportunità di presentare al mondo il futuro, Carlo re: una quantità di celebrazioni ricche di occasioni per presentare con la giusta coreografia il ruolo del figlio ed erede al trono».

Una regina che ha unito il Paese.

«La monarchia con Elisabetta è stata uno straordinario elemento di unificazione, grazie a una sovrana capace di suscitare ampie simpatie e rispetto».

E come sarà, adesso, il regno di Carlo III, un erede al trono che ha attraversato un’estate «burrascosa» per le rivelazioni sulle sue charity, ma che da una vita lavora con passione per prepararsi alla successione?

«La successione di Carlo sarà morbida. Adesso ci attende un periodo di lutto profondo per il Paese. Re Carlo III inizierà comunque con simpatia e benevolenza. La continuità sarà la sua strategia. Solo lentamente vedremo quindi un più chiaro senso di come potrà cambiare la nuova era di re Carlo». La nuova era dopo la grande stagione di Elisabetta II.

9 settembre 2022 (modifica il 9 settembre 2022 | 00:12)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-09-08 23:46:00,

di Enrica Roddolo

Daniel Franklin, direttore esecutivo dell’Economist, e il lascito della regina: «Con lei la monarchia ha unito». «La Gran Bretagna era preparata da tempo a questo, ma è anche impreparata: per i britannici è difficile immaginare un’altra sovrana»

«È il momento, nel lungo regno di Elisabetta, per il quale la nazione era al tempo stesso più preparata e meno pronta — dice al Corriere il direttore esecutivo dell’ Economist Daniel Franklin —. Il più preparato perché da molti anni erano stati messi in atto dettagliati piani per questo passaggio. Il meno preparato perché per così tanti britannici è difficile immaginare una monarca oltre a lei, nonostante l’apprendistato durato decadi del principe Carlo per avvicinarsi al suo ruolo. Il senso della storia è palpabile».

Quale eredità lascia Elisabetta II?

«È una domanda complessa ma, per sintetizzare, ci sono almeno tre elementi fondamentali — prosegue Franklin —. Il primo è la straordinaria lunghezza del suo regno, il più lungo di sempre per il Paese: questo Platinum Jubilee è una prima assoluta e da solo il traguardo rivela l’eccezionale capacità della Regina nell’aver saputo assicurare stabilità in un tempo di cambiamento epocale: dalla perdita dell’Impero all’intrusione dei nuovi mezzi di comunicazione. In secondo luogo, la storia terrà conto del fatto che Elisabetta — pur non sempre senza difficoltà e con l’aiuto di altri, principalmente il marito Filippo — ha saputo modernizzare la monarchia in molti modi, dal permettere alle telecamere della televisione di entrare a palazzo, al pagamento delle tasse, fino all’apertura di Buckingham Palace al pubblico. Terza legacy, l’essere stata il simbolo del principio evidenziato dalla serie The Crown : la capacità di mettere il dovere, legato al suo ruolo, davanti a qualsiasi altra cosa. È questo il filo che attraversa il suo tempo fino a questo Platinum Jubilee, la costante anche nei tanti drammi che hanno interessato la sua famiglia. E proprio il Giubileo ha offerto l’opportunità di presentare al mondo il futuro, Carlo re: una quantità di celebrazioni ricche di occasioni per presentare con la giusta coreografia il ruolo del figlio ed erede al trono».

Una regina che ha unito il Paese.

«La monarchia con Elisabetta è stata uno straordinario elemento di unificazione, grazie a una sovrana capace di suscitare ampie simpatie e rispetto».

E come sarà, adesso, il regno di Carlo III, un erede al trono che ha attraversato un’estate «burrascosa» per le rivelazioni sulle sue charity, ma che da una vita lavora con passione per prepararsi alla successione?

«La successione di Carlo sarà morbida. Adesso ci attende un periodo di lutto profondo per il Paese. Re Carlo III inizierà comunque con simpatia e benevolenza. La continuità sarà la sua strategia. Solo lentamente vedremo quindi un più chiaro senso di come potrà cambiare la nuova era di re Carlo». La nuova era dopo la grande stagione di Elisabetta II.

9 settembre 2022 (modifica il 9 settembre 2022 | 00:12)

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