di Paolo Tomaselli, inviato a Doha
Finora soltanto due gol realizzati su calcio da fermo. I rigori? Cinque sono stati parati agli ottavi e due ai gironi. Un po’, forse, colpa del pallone, ma non l’unico imputato
Chi ha distrutto l’antica arte delle punizioni? Chi ha preso in ostaggio i calci di rigore? il grande giallo di questo Mondiale: bisogna tornare al 1966 per trovare un’edizione con appena due gol su calcio da fermo (l’inglese Rashford contro il Galles e il messicano Chavez contro l’Arabia). E i cinque penalty parati agli ottavi fra il croato Livakovic (3) e il marocchino Bono (2), oltre ai 2 respinti da Szczesny nei gironi, sono un altro dato molto indicativo. Che fa capire due cose: la prima che la lezione di Wembley, subita da Southgate contro l’Italia di Mancini nella finale di Euro 2020, non servita a nulla, perch gli allenatori continuano a inserire dalla panchina rigoristi che poi sbagliano, come nel clamoroso caso dello spagnolo Sanabria che ha toccato due palloni, calciandoli sul palo. La seconda che gli errori sono arrivati in modo sbilanciato: sia Giappone che Spagna sono state prese da una sorta di panico.
Ma oltre ai portieri, che hanno interpretato alla grande la nuova regola che li obbliga a tenere almeno un piede sulla riga (iniziando a muoversi dentro la porta) quali sono gli altri imputati? Il primo potrebbe essere il pallone, perch presente come il portiere su ogni scena del delitto. L’inglese Trippier lo aveva detto prima della Coppa: sar difficile segnare sui piazzati con Al Rihla il pallone studiato da Adidas per Qatar 2022. Il motivo? Una grande velocit di partenza, che forse incide sulla possibilit di determinare la traiettoria pi precisa. Ci pu stare, ma soggettivo. E gli indizi sono pochi. Poi ci sono loro, i tiratori: approssimativi, frettolosi, tecnicamente non sempre all’altezza e impauriti, soprattutto quando si tratta di calciare i rigori che pesano come un macigno. Colpevoli senz’altro, ma anche coraggiosi a prendersi la responsabilit. Tra il cucchiaino di Hakimi alla Spagna — il rigore pi lento di questa edizione con una velocit media di 52.97 km/h — e la sventola su punizione di Chavez (121,69 km/h di velocit massima) il campionario degli errori vasto.
Ronaldo, che in Russia aveva segnato alla Spagna forse la sua ultima grande punizione ad aggirare il muro sul lato del palo nascosto, contro la Svizzera marted ha martoriato l’ennesima barriera: il portoghese dal 2016-2017 ha una percentuale di realizzazione appena del 2.2%. Che la specialit insomma sia stata trascurata anche dai cultori della materia evidente. Ma la scomparsa dei gol su punizione ha forse una causa molto pi semplice e allo stesso tempo esemplare di come sia cambiato il calcio: in questo Mondiale — vuoi per gli arbitraggi che lasciano correre di pi, vuoi per la maggiore perizia dei difensori al limite dell’area, vuoi per la capacit degli attaccanti di saltare l’avversario — i falli fischiati nelle zone calde sono diminuiti in modo netto. Ed questo il principale motivo della lenta sparizione di un gesto tecnico che ha sempre incantato i tifosi. Secondo i dati raccolti da Opta c’ stato un crollo verticale delle punizioni dirette assegnate: 0,75 a partita contro 1,31 in Russia (il Mondiale con la percentuale di gol su punizione pi alta, l’8%), 1.82 in Brasile, 2,29 in Sudafrica e addirittura 3,38 a Italia ’90, quando ne venivano fischiate quasi 5 volte pi di adesso. cambiato un mondo. E cercare di emulare Baggio, Zico o Maradona sempre pi dura: manca la materia prima.
8 dicembre 2022 (modifica il 8 dicembre 2022 | 07:18)
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