di Gaia Piccardi
Il campione olimpico fermato dai medici poco prima della gara a Eugene. Il comunicato del medico federale: «Correndo avrebbe rischiato lesioni». Lui voleva correre
DALLA NOSTRA INVIATA
EUGENE (OREGON) — I cattivi presagi, purtroppo, c’erano tutti. Una batteria dei 100 metri, l’esercizio di equilibrismo sui tacchetti in cui è campione olimpico, ceduta al giovane giamaicano Seville, accontentandosi del secondo posto e smettendo di correre dopo 60 metri (10”04, primato stagionale eguagliato). E poi, soprattutto, le parole del dopo gara: «Ho corso con tre freni a mano tirati, il problema che ho non mi permette di correre libero. Ora mi metto nelle mani del fisioterapista, spero di recuperare». E invece Marcell Jacobs non ce l’ha fatta. Non correrà la semifinale dei 100 metri qui al Mondiale di Eugene, in Oregon, a casa dei rivali americani che puntano alla tripletta sul podio e adesso chissà quali cattiverie andranno in giro a dire dell’italiano che si ritira a due ore dalla gara (le 18 ora locale, le 3 di domenica mattina in Italia).
È un comunicato della Federatletica italiana a sancire la voce che girava sin dal mattino: «L’atleta Marcell Jacobs nel corso delle batterie dei 100 ha accusato una contrattura a carico del grande adduttore della coscia destra, che gli ha permesso di concludere la performance. Subito dopo la gara è stato impostato un protocollo di terapia che ha avuto come conseguenza la decontrazione muscolare immediata». Ma la notte non ha portato né migliori sensazioni né buoni consigli: «La contrattura muscolare rimaneva presente, seppur in maniera minore». Un’ecografia («nessuna lesione muscolare ma evidenziata in contrazione una zona di stasi ematica loco regionale a carico del grande adduttore della coscia destra») e un consulto dell’ultima ora tra il direttore tecnico La Torre, il responsabile medico azzurro Billi, l’atleta e il coach Camossi, hanno indotto alla prudenza: «Essendo questo un quadro clinico che può mettere a rischio l’integrità muscolare e portare a lesioni, si è deciso di non consentire la partecipazione alle semifinali dei 100».
Jacobs voleva correre, era venuto in Oregon per sfidare lo squadrone americano e sarebbe andato in battaglia anche senza armatura e elmetto. Gli hanno impedito di farlo: per il suo bene, per quello della staffetta 4×100 che detiene l’oro olimpico (compromessa anche quella: si studia un improbabile piano B con Patta, Tortu, Desalu e un rimpiazzo), per salvaguardare gli Europei di agosto, dove il re di Olimpia dovrebbe essere protagonista (l’incertezza, ormai, regna sovrana).
«Una scelta dolorosa — dice l’atleta alla fine di un sabato convulso —. Sono un combattente ed è con questo spirito che avevo deciso di non mancare l’appuntamento con i Mondiali. Ma adesso devo rimandare il confronto alle prossime gare importanti, dopo un recupero pieno. A me stesso e agli italiani faccio questa promessa: ce la metterò tutta per continuare a farvi sognare».
Un Mondiale stregato, una stagione maledetta. Perfetta fino al Mondiale indoor di Belgrado dello scorso marzo (oro nei 60 metri stampando l’arrivo al fotofinish in faccia a Coleman e Bracy, che avrebbe ritrovato a Eugene), disastrosa all’aperto. La trasferta a Nairobi che con il senno di poi non era da fare (gastroenterite, ricovero in ospedale, chili e forze perse), il ritorno sui 100 a Savona che in prospettiva erano da evitare per proteggere tutto ciò che è saltato in aria dopo: la Diamond League a Eugene, il Golden Gala a Roma, il prestigioso meeting di Stoccolma, ultimo test in partenza per l’Oregon.
Prima l’elongazione del bicipite, poi il fastidio al gluteo, infine la contrattura americana. «Rifarei tutto, Marcell ha recuperato, sta bene ed è pronto a correre libero» aveva detto coach Camossi al Corriere alla vigilia del Mondiale che Jacobs avrebbe dovuto sbranare invece di finire sbranato. I fatti contraddicono le buone intenzioni. E con le buone intenzioni ma senza la perfetta forma fisica, nel’atletica, si va poco lontano.
17 luglio 2022 (modifica il 17 luglio 2022 | 02:10)
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, 2022-07-17 04:25:00, Il campione olimpico fermato dai medici poco prima della gara a Eugene. Il comunicato del medico federale: «Correndo avrebbe rischiato lesioni». Lui voleva correre, Gaia Piccardi