Mondiali, l’Arabia ribalta l’Argentina: Messi su rigore e sorpasso in 5’

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di Arianna Ravelli, inviata a Doha

L’esordio di Messi al top della forma, tre gol in fuorigioco dell’Argentina e poi l’impresa miracolosa dell’Arabia

DOHA Doveva essere Leo Messi , subito pericoloso con una grande occasione di sinistro ribattuta dal portiere Al Owais dopo pochi minuti e poi a segno su rigore al 10’ (l’illusione di una goleada che prima o poi sarebbe arrivata, bastava calibrare un po’ i tiri, sincronizzare gli scatti, mettere un po’ d’olio a qualche meccanismo e l’Albiceleste sarebbe ingranata, per forza no?), è invece Al Dawsari, centrocampista dell’Al Hilal, sette gol nelle qualificazioni, un breve periodo in prestito al Villarreal, 1,71 m di scatti e un destro potente che finisce all’incrocio e vale il 2-1 dell’Arabia. L’eroe della giornata è lui, autore di una delle più grandi sorprese della storia dei Mondiali. Per il suo Paese resterà un eroe per sempre. Doveva essere una festa per 40 mila tifosi (calcolati dall’ambasciata) che dall’Argentina sono arrivati in Qatar nelle ultime ore, e invece sono le prime lacrime mondiali. E nello stadio Lusail rimbomba assordante l’urlo dei tifosi sauditi: a sventolare sono solo bandiere verdi. Doveva essere un debutto dolce come un giorno d’estate argentino (sì, il Mondiale è in autunno solo per noi), e invece è una doccia ghiacciata.

No, non doveva essere così questo esordio argentino che sembrava preparato nel migliore dei modi, Leo Messi al top della forma, l’armonia che regnava sovrana grazie agli interventi equilibratori del ct Scaloni, lo score incoraggiante delle 36 partite condotte da imbattuta e questa con l’Arabia sembrava una formalità per eguagliare il record dell’Italia di Mancini di 37. E invece. Il calcio si diverte a scombussolare tutto in questo Mondiale, l’Arabia Saudita riesce in un’impresa miracolosa, grazie a una buona dose di cattiveria e di aggressività, una solidità difensiva costruita dal ct Renard (l’uomo in camicia bianca che ha portato al successo Zambia e Costa d’Avorio) che prima spegne un’Albiceleste con poca garra e poi la disorienta completamente.

Tre gol annullati

Il piano dell’Argentina è chiaro. Palleggio a ritmi non troppo esasperati, con l’idea di aspettare con pazienza un varco che quasi sempre si apre sugli esterni, da una parte con Di Maria (va detto il più efficace), dall’altra con il Papu Gomez, che è la sorpresa di Scaloni per questa vigilia (e sarà sostituito a inizio secondo tempo), oppure scegliendo il lancio lungo a scavalcare. Ed è proprio su questi lanci lunghi in verticale che l’Argentina va in gol tre volte e per tre volte se li vede annullati per fuorigioco dalla Var (qui al Mondiale c’è il fuorigioco semiautomatico), la prima con Messi, le altre due con Lautaro Martinez (autore di un gesto tecnico notevole nella sua prima occasione, un tocco da sotto). L’Arabia si salva con molta fortuna e per pochi centimetri, l’Argentina si innervosisce. I falli dell’Arabia, il pressing asfissiante, i duelli cercati e spesso vinti piano piano spengono la Scaloneta.

Uno-due

Il secondo tempo è uno choc: dopo tre minuti, al primo tiro in porta, Al Shehri calcia di sinistro in diagonale e batte Emiliano Martinez. L’episodio cambia tutto. L’Arabia prende coraggio, comincia a crederci, lo stadio impazzisce, e dopo cinque minuti c’è il sorpasso clamoroso: Al Dawsari controlla, si porta la palla sul destro e fa partire un tiro potente e bellissimo, che va quasi all’incrocio. Albiceleste ipnotizzata, incenerita, stordita. Scaloni prova a dare una scossa e ne cambia tre: mette Alvarez, Fernandez e Lisandro Martinez al posto del Papu, Paredes e Romero, qualcosa succede ma non è abbastanza. Tagliafico si trova un pallone sui piedi, dopo un calcio piazzato, ma non riesce a indirizzarlo e il portiere Al Owais fa un miracolo d’istinto.

Il gioco è spezzettato (ci sarà un altro recupero di 14’), Alamri salva di testa sulla linea su tiro di Otamendi e allora capisci che non c’è verso, non è giornata. Le serpentine di Messi non sfondando, l’Albiceleste si è persa. È come se non avesse contemplato la possibilità, non ha le contromisure, prova a sfruttare ancora le fasce laterali con Di Maria, ma la difesa dell’Arabia respinge tutto, fino all’ultimo colpo di testa Alvarez, ancora parato. No, non doveva essere così l’esordio di una delle favorite. Ma stay tuned, in questo Mondiale tutto può succedere.

L’amarezza di Messi: «Non ci sono scuse. Ora dobbiamo dimostrare di essere un vero gruppo». Lionel Messi, però, prova a ricompattare il gruppo in vista dei prossimi due impegni contro Messico e Polonia. «Sapevamo che avremmo giocato contro buoni giocatori che muovono bene la palla. Ci avevamo lavorato, per questo abbiamo avuto tante situazioni da gol che ci hanno annullato. Forse non abbiamo trovato il momento giusto per evitare di cadere nella trappola, loro fanno benissimo a buttare la battuta e fermarsi». Sui tre gol annullati all’Argentina dice del Var: «Si dicono tante cose. Oggi è successo così e basta, non ci sono scuse». Poi sottolinea l’unione che i giocatori devono ritrovare in vista delle prossime partite del girone: «Dobbiamo essere più uniti che mai. Questo gruppo, come sta dimostrando, è forte in questo e ora più che mai. È una situazione che non abbiamo mai vissuto con il nostro gruppo, era tanto tempo che non subivamo un colpo così duro. Dovremo dimostrare di essere un vero gruppo».

22 novembre 2022 (modifica il 22 novembre 2022 | 16:19)

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, 2022-11-22 15:37:00, L’esordio di Messi al top della forma, tre gol in fuorigioco dell’Argentina e poi l’impresa miracolosa dell’Arabia, Arianna Ravelli, inviata a Doha

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