di Matteo Persivale
L’ex stagista della Casa Bianca non perdona neanche Hillary. Con l’amante la chiamava la babbiona
V errebbe da dire che dopo venticinque anni di riflessione, psicoterapia, un ottimo dottorato alla London School of Economics, varie attivit imprenditoriali, alla soglia dei cinquat’anni anni Monica Lewinsky (l’ex stagista dell’omonimo scandalo clintoniano) elencando le cose che ha imparato nella vita avrebbe incluso, magari nella top ten, mandare immediatamente in lavanderia l’abito blu. Invece, quando Vanity Fair americano (del quale collaboratrice da oltre un decennio) le ha chiesto di elencare le venticinque cose che ha imparato nei venticinque anni che sono passati dall’esplosione dello scandalo, ha menzionato altro.
Sono passati — incredibilmente, per chi c’era — 25 anni da quel 17 gennaio 1998, quando il sito di gossip (ammanicato con i repubblicani di Washington) Drudge Report scrisse che l’allora presidente Clinton aveva un’amante ma Newsweek sapeva tutto e non pubblicava la notizia. Il 21 gennaio la vicenda arriv sul Washington Post costringendo il 26 gennaio Clinton a rilasciare la smentita che ne provoc l’impeachment: Non ho mai avuto relazioni sessuali con quella donna, la signorina Lewinsky.
Il problema che con la stagista invece aveva avuto nove incontri attraverso diciotto mesi, sufficientemente intimi da lasciare sul di lei celebre abito blu tracce del Dna presidenziale. Il grintosissimo, repubblicanissimo procuratore speciale Kenneth Starr che indagava su uno scandalo immobiliare dei Clinton (che non era uno scandalo, fin in nulla) entr a gamba tesa nell’inchiesta portando, alla fine, all’impeachment.
Lewinsky fin braccata dalla stampa, Clinton sub la messa in stato d’accusa della Camera (prima di allora era capitato solo nel 1868 a Andrew Johnson, Nixon si dimise prima, e adesso Trump in quattro di presidenza ne ha incassati due) per poi finire assolto dal Senato.
L’ultimo scandalo globale del Novecento, prima che l’11 settembre 2001 e la fine dell’impero americano (adesso che anche gli storici di destra come Niall Freguson usano impero il termine sdoganato) e soprattutto smartphone e social media cambiassero per sempre le carte (anche politiche) in tavola.
Ma quali sono le cose che ha imparato Lewinsky? La numero 25 la pi significativa proprio perch per sua stessa ammissione la pi semplice: Infine, non so come dirlo se non in modo banale: puoi sopravvivere all’inimmaginabile. Certo, critica la presunta amica Linda Tripp repubblicana di ferro che registr le loro telefonate-confessione per poi denunciarla (Giuda le fa un baffo), critica Clinton (l’articolo s’intitola Venticinque anni dopo la calamit Clinton) che oggettivamente la tratt in modo molto greve e poi immediatamente cerc di svergognarla come bugiarda, non riserva scuse a Hillary (che nelle registrazioni trippiane lei irrideva come la babbiona, la chiamava cos anche con l’amante), soprattutto insiste sul suo ruolo di vittima di forze oscure (in realt visibili a occhio nudo gi allora: uno degli avvocaticchi repubblicani che interrogarono minuziosamente Clinton sui suoi rapporti (orali) con la stagista adesso giudice a vita della Corte Suprema, nominato da Trump.
Lewinsky — il suo brand di borse finito male — ora fa la produttrice tv e odia — comprensibilmente, a 22 anni chi non ha fatto errori marchiani nella vita? — i media ai quali peraltro vendette la sua storia a caro prezzo (1 milione di dollari per l’intervista esclusiva, almeno mezzo milione di anticipo escluse le royalties per l’autobiografia scritta dal biografo del suo idolo Lady Diana, Andrew Morton, abbondanti comparsate in tv).
20 gennaio 2023 (modifica il 20 gennaio 2023 | 22:56)
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