di Carlotta De LeoMeloni nel suo discorso evoca le figure di Paolo Borsellino ed Enrico Mattei. E cita Papa Francesco parlando della povertà che «non si combatte con l’assistenzialiasmo» Nel suo discorso alla Camera per il voto di fiducia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni coniuga il pensiero illuminista di Montesquieu con le parole di due Pontefici (Giovanni Paolo II e Francesco). E rivede anche il celebre motto di Steve Jobs rivolgendosi ai giovani: «Ai ragazzi che scenderanno in piazza contro di noi ricordo la famosa frase ‘siate folli, siate affamati’ e vorrei aggiungere, ‘siate liberi’. Perché è nel libero arbitrio la grandezza dell’essere umano». Nel suo lungo discorso in Aula, la premier evoca alcune figure chiave della storia del Paese: Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e degli altri eroi della mafia:«Da questo governo, criminali e mafiosi non avranno altro che disprezzo e inflessibilità». E si rifà al «piano di Enrico Mattei per l’Africa» per recuperare il « nostro ruolo strategico del Mediterraneo». Ambiente Nelle sue dichiarazioni programmatiche, Meloni ricorre più volte a citazioni. In tema di ambientalismo, ad esempio, riprende le parole di Roger Scruton, uno dei grandi maestri del pensiero conservatore europeo: «Sappiamo – dice – che ai giovani sta particolarmente a cuore la difesa dell’ambiente naturale. Ce ne faremo carico. Perché, come ebbe a scrivere Roger Scruton ‘l’ecologia è l’esempio più vivo dell’alleanza tra chi c’è, chi c’è stato, e chi verrà dopo di noi’». I diritti civiliAffrontando il tema dei diritti civili – uno di fronti più caldi con l’opposizione – Meloni cita Montesquieu («la libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene») per ribadire che «la libertà è il fondamento di una vera società delle opportunità; è la libertà che deve guidare il nostro agire; libertà di essere, di fare, di produrre. Un governo di centrodestra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese». «Vedremo alla prova dei fatti, anche su diritti civili e aborto, chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorale su quali fossero le nostre reali intenzioni» sfida Meloni. Le parole di Giovanni Paolo IINel suo intervento, Meloni, ha citato l’insegnamento di papa Giovanni Paolo II. «Nel giorno in cui il nostro governo ha giurato, ricorreva la memoria liturgica di Giovanni Paolo II. Un Pontefice, uno statista, un santo, che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente. Mi ha insegnato una cosa fondamentale, della quale ho sempre fatto tesoro. ‘La libertà non consiste nel fare cio’ che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare cio’ che si deve’. Io sono sempre stata una persona libera, per questo intendo fare cio’ che devo». La povertà e il reddito di cittadinanzaMa c’è spazio anche per citare anche le parole di un altro Pontefice: «Non possiamo ignorare il tema della povertà dilagante. Sua Santità Papa Francesco, a cui rivolgo un affettuoso saluto, ha di recente ribadito un concetto importante: `La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro´». Così la premier Giorgia Meloni alla Camera. «Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare», ma «per gli altri», «la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro». «Per come è stato pensato il reddito di cittadinanza ha rappresentato una sconfitta», aggiunge. Gli eroi della mafiaMeloni parla a braccio quando ricorda cosa l’ha spinta, ancora adolescente, ad impegnarsi in politica. «La legalità sarà la stella polare dell’azione di governo. Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di Via D’Amelio, nella quale la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino, spinta dall’idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l’indignazione andassero tradotte in impegno civico. Il percorso che mi ha portato oggi a essere Presidente del Consiglio nasce dall’esempio di quell’eroe». E poi spiega: «Affronteremo il cancro mafioso a testa alta, come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l’esempio a tutti gli italiani, rifiutandosi di girare lo sguardo o di scappare, anche quando sapevano che quella tenacia li avrebbe probabilmente condotti alla morte. Magistrati, politici, agenti di scorta, militari, semplici cittadini, sacerdoti. Giganti come Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rosario Livatino, Rocco Chinnici, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Emanuela Loi, Libero Grassi, Don Pino Puglisi, e con loro un lunghissimo elenco di uomini e donne che non dimenticheremo». «Il piano Mattei per l’Africa»Quando affronta il tema dell’immigrazione, Meloni cita la figura di Enrico Mattei. «Il prossimo 27 ottobre ricorrerà il sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, un grande italiano che fu tra gli artefici della ricostruzione post bellica, capace di stringere accordi di reciproca convenienza con nazioni di tutto il Mondo. Ecco, credo che l’Italia debba farsi promotrice di un “piano Mattei” per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Ue e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell’area sub-sahariana». «Ci piacerebbe così recuperare, dopo anni in cui si è preferito indietreggiare, il nostro ruolo strategico nel Mediterraneo» afferma. 25 ottobre 2022 (modifica il 25 ottobre 2022 | 13:26) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-25 12:05:00, Meloni nel suo discorso evoca le figure di Paolo Borsellino ed Enrico Mattei. E cita Papa Francesco parlando della povertà che «non si combatte con l’assistenzialiasmo», Carlotta De Leo