Morto Giampiero Neri, poeta di vite comuni, di dubbi, erbari e bestiari

Morto Giampiero Neri, poeta di vite comuni, di dubbi, erbari e bestiari

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di PAOLO DI STEFANO

scomparso all’et di 95 anni. Il suo era uno pseudonimo: in realt si chiamava Giampietro Pontiggia ed era il fratello maggiore di Peppo. Cominci a scrivere nel 1957 e pubblic la prima raccolta nel ‘76 che rivel un autore sorprendente

Per chi ha conosciuto Giampiero Neri, una storia risaputa: aveva cambiato nome perch altrimenti anche lui sarebbe stato un G. Pontiggia, come suo fratello Giuseppe detto Peppo, lo scrittore de L’arte della fuga e di Nati due volte, certamente pi noto di lui che sui trent’anni aveva optato per i sentieri della poesia e che rimasto il pi in ombra dei maestri (Un maestro in ombra un libro-intervista di Alessandro Rivali uscito da Jaca Book). Poi perch, diceva, amava troppo la cronaca trecentesca fiorentina: e siccome preferiva stare dalla parte dei perdenti, si identific non con i Bianchi ma con i Neri.

Nato a Erba nel 1927, Giampietro Pontiggia, ovvero Giampiero Neri, morto il 15 febbraio a Milano, dove ha vissuto dal 1950. Una vita sofferta, con un padre, Ugo, procuratore di banca e poi commissario prefettizio, che viene ucciso nel novembre 1943 in un attentato partigiano forse per sbaglio. Casa Pontiggia a Erba frequentata a quel tempo dall’architetto Giuseppe Terragni, figura importante nella futura poesia di Neri. La madre, attrice dilettante, trasmette ai figli l’amore per il teatro (Peppo era nato nel 1934, Elena nel 1935, un terzo fratello, del ’29, mor a un anno). Dopo la guerra la famiglia si trasferisce a Varese, dove Giampiero ottiene la maturit scientifica, si iscrive alla facolt di Scienze naturali ma le condizioni economiche della famiglia non gli permettono di proseguire; dunque, nel 1947 viene assunto al Banco Ambrosiano, lo stesso istituto del padre, e per quattro decenni sar impiegato e poi addetto all’area clienti. Ricorre nell’opera di Neri la figura del professor Fumagalli, insegnante anticonformista e carismatico, conosciuto sin dal primo anno di medie ed evocato come educatore di un gruppo di ragazzi usciti malconci dalla guerra.

Nel 1955 la sorella Elena, ventenne, si toglie la vita e l’intenzionalit del fatto viene nascosta alla madre dai due fratelli, che tengono celata anche la lettera d’addio a lei rivolta. Elena sar anche il nome della figlia di Giampiero, critica e storica dell’arte. I rapporti tra Giampiero e Peppo si stringono, nella condivisione del dolore ma anche della passione per la letteratura, per l’arte, per la musica classica e per il jazz. I due fratelli si incoraggiano a vicenda. Ha detto Giampiero: Occorre vivere, ma direi che certi dolori non si superano mai. Con il Peppo ho avuto un rapporto molto profondo, la morte della mamma ci ha per un po’ divisi, ma ci sentivamo tutti i giorni al telefono… Lui leggeva le mie cose, io le sue, e ognuno cambiava seguendo i consigli dell’altro….

Sono gli anni che preludono alla neoavanguardia, con la rivista milanese Il Verri fondata da Luciano Anceschi insieme a un giro di giovani amici, tra cui Nanni Balestrini e Leo Paolazzi, ovvero Antonio Porta. Giampiero comincia a scrivere poesie nel 1957, ma quello che Maurizio Cucchi ha definito lento processo di maturazione (percorso… singolarmente estraneo, autonomo, nobilmente sfasato rispetto alla vicenda poetica della sua generazione) lo porter a pubblicare tardi. Dopo il rifiuto di Alfredo Giuliani, sar Giancarlo Majorino a ospitarlo sulla rivista Il Corpo e Giovanni Raboni a presentarlo, nel 1971, sull’Almanacco dello Specchio.

La prima raccolta di Neri rivela una voce sorprendente. Si intitola L’aspetto occidentale del vestito ed esce nel 1976 nei Quaderni della Fenice di Guanda, diretti dallo stesso Raboni: il risultato di un’esperienza solitaria e di una dedizione incontentabile da cui si trae un’idea di nitore, di perfezione e di piana colloquialit (la poesia pu essere una stretta di mano, diceva Neri). Sono poesie in versi e brevi poemetti in prosa estranei alle sperimentazioni coeve, ma la cui tensione onirica li rende non del tutto assimilabili al realismo da linea lombarda. Una scrittura semplice: precisa e vertiginosa come certa pittura fiamminga, stato detto.

Ci sono molti tipi di richiami./ Di zufoli, viti, specchietti si serve il cacciatore secondo la stagione, ma principalmente dei vivi. Anche con le raccolte successive, il lettore si trova di fronte a una sorta di doppiezza enigmatica tra l’immediatezza folgorante e la possibilit di un’interpretazione inesauribile. La memoria si fonde con l’osservazione minuta dei fenomeni naturali (Teatro naturale del 1998), producendo strane increspature di senso, effetti di assurdo o di lieve disorientamento. Nel 1986 esce la sua seconda raccolta, Liceo (sempre Guanda), e nel 1992 la terza, riepilogativa, Dallo stesso luogo (Coliseum). Gli anni Ottanta sono gli anni dei dissidi con il fratello Peppo: dal confronto con lui, ha scritto Giampiero, sono sempre uscito perdente. Lui era pi buono, pi studioso, pi intelligente, pi affermato, pi tutto. La frattura verr risanata in tarda et.

Poeta di vite comuni, di dubbi e di fede incerta, di erbari e di bestiari. Una deliziosa plaquette a cura di Elisabetta Motta, edita da CartaCanta, seleziona il suo zoo particolarissimo: lavarelli, bisce nere, salamandre, rapaci notturni, civette e gufi reali, oche domestiche, bovini, suini, equini (persino uno pseudocavallo che corre in modo meccanico come sui trampoli), soprattutto insetti, zanzare, formiche, sfechi, pavonie. Ma il teatro naturale di Neri anche abitato da piante che sembrano osservate da lontano e per come per miracolo si rivelano parte di un paesaggio intimo e sofferto, quasi un’eco della memoria: Si formava un nuovo viluppo,/ come un piccolo arco di trionfo/ che vede il kiwi prevalere/ la betulla vicina a soccombere/ e l’ospite a meditare nel giardino. Il meritato e pieno riconoscimento di Neri arrivato tardi. Un Oscar Mondadori, a cura di Cucchi, raccoglie un’ampia scelta di suoi testi dal 1960 al 2005. Negli ultimi anni, stato adottato da pi giovani fedelissimi come un autentico maestro. Un’ultima quadrilogia tra il 2020 e il 2022 uscita presso Ares, mentre Interlinea ha proposto l’antologia personale Non ci saremmo pi rivisti. Un delicato libro di frammenti in prosa, divagazioni, ricordi, uscito da Garzanti nel 2017, porta il titolo pi significativo: Via provinciale, che l’insegna di una poetica sempre aderente alle piccole cose marginali dell’esistere.

15 febbraio 2023 (modifica il 15 febbraio 2023 | 20:13)

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