di Marco Imarisio
scomparso all’improvviso a 71 anni. Assieme a Sukrov lanci il concetto di democrazia sovrana su cui ancora oggi si basa la verticale del potere a Mosca. E i social dei dissidenti lo inquadrano tra i fondatori del regime
DAL NOSTRO INVIATO
A ogni frase, una dotta citazione. Sempre grattandosi la testa, agitando le mani, imprecando. Dalla sua casa di Mosca, Gleb Pavlovskij, scomparso all’improvviso ieri notte a 71 anni per cause naturali, si compiaceva del suo ruolo di grillo parlante e dell’immunit che gli derivava dal suo passato di dissidente perseguitato dall’Urss e di padre del web russo, ma soprattutto dalla sua fama di uomo che costru Vladimir Putin.
L’ultima era una etichetta vera solo in parte. Nel 1999, su incarico di Boris Eltsin, accett di mettersi al servizio del nuovo e semisconosciuto primo ministro. Rimase con lui fino al 2011, curando le sue due prime campagne elettorali, seguendolo durante i primi otto anni al Cremlino. Era diventato un uomo di fiducia. Al punto che nel 2004 Putin gli affid un incarico alquanto delicato, spedendolo in Ucraina a gestire la candidatura del filorusso Viktor Yanukovich. Diceva che aveva fatto il suo dovere, facendolo vincere, ma poi ci si erano messi di mezzo i diretti interessati con le proteste di Maidan. Fu lui, insieme a Vladislav Surkov, a lanciare il concetto di democrazia sovrana sul quale ancora oggi si basa la verticale del potere putiniana.
Putin afferma di essere rimasto sempre fedele alle persone con le quali si sente in debito. Forse per questo che negli ultimi dieci anni ha lasciato che Pavlovskij parlasse indisturbato contro di lui dalla sede del Fondo di politica efficiente, la sua associazione, a poche centinaia di metri dal Cremlino. Lo aveva indignato la staffetta del presidente con Dmitry Medvedev, che definiva una farsa, la repressione delle proteste di piazza, la fine dell’illusione liberale in nome della quale aveva tollerato o finto di non vedere alcuni segni gi evidenti della direzione che stava prendendo la Russia. Proprio per questo duplice ruolo, o per una conversione che ai contestatori pi puri sembr tardiva, curioso leggere le reazioni alla sua scomparsa.
Le agenzie governative ne parlano con una certa deferenza. Alcuni canali Telegram vicini alla dissidenza lo definiscono addirittura uno dei fondatori del regime. Nel primo decennio del nuovo secolo, io scrivevo messaggi ai vertici per dire che bisognava presentare le notizie e le nostre scelte in un certo modo. Allora la tiv era molto noiosa. Poi arrivata l’Ucraina, che dal 2014 ha fornito un conflitto reale, che si poteva mostrare, e cos nata la propaganda di oggi, che agisce sulle persone normali e anche su chi le governa, in un processo inarrestabile di autoconvincimento. Quando finir questo modello di potere, e finir senz’altro, sar ben difficile cambiare la percezione della gente. Per questo non ci saranno cambi bruschi di potere. Per questo occorreranno decenni per avere una Russia diversa. Una delle sue ultime interviste, rilasciate a questo giornale, si concludeva cos.
27 febbraio 2023 (modifica il 27 febbraio 2023 | 12:14)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, , http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml,