Msi, dopo il fascismo latto di nascita (e dopo lamnistia Togliatti)

Msi, dopo il fascismo latto di nascita (e dopo lamnistia Togliatti)

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di Claudio Del Frate Dopo il25 aprile reduci del ventennio vivevano all’estero, in carcere o in clandestinit. Non rimuovere, non restaurare fu la formula con cui il neonato partito tent di regolare i suoi rapporti con il passato Non rimuovere, non restaurare: al loro primo congresso, i fondatori del Msi tirarono fuori dal cilindro questa formula di compromesso per certificare i loro rapporti con il fascismo. Era un’Italia che ancora elaborava i lutti della guerra e della dittatura, lacerata e coperta di macerie. Il 26 dicembre del 1946 un gruppo di eredi del regime mussoliniano fond il Msi , ricorrenza che tornata di attualit perch in questi giorni due esponenti istituzionali nonch figli dell’esperienza missina hanno rievocato quella data: il presidente del Senato Ignazio La Russa e la sottosegretaria alla difesa Isabella Rauti. Con seguito di polemiche e accuse di non saper recidere una volta per tutte con il passato in camicia nera. Ma fino a che punto il Msi ha incorpor il dna del fascismo? Vediamo di ripercorrerne l’atto di nascita. Dopo il 25 aprile del 1945 i fascisti sopravvissuti (parliamo di quanti ricoprirono incarichi di vertice durante il regime) sono in carcere, fuggiti all’estero o in clandestinit. Ma nel luglio del 1946 (dopo che gi stata proclamata la repubblica e si insediata l’assemblea costituente) accade un fatto decisivo: il governo decide un’amnistia (che prende il nome dell’allora guardasigilli nonch segretario del Pci Palmiro Togliatti) . L’atto di clemenza, che serve a placare rigurgiti di violenza e vendetta che attraversavano l’Italia, riguarda una serie di reati di natura politica; ne beneficiano esponenti di primissimo piano del Ventennio, tra loro Dino Grandi (che negli anni ‘50 collaborer con la Fiat e l’ambascita Usa a Roma), Luigi Federzoni, Renato Ricci, Pino Romualdi. Di fatto l’aministia Togliatti restituisce cittadinanza politica a chi era rimasto fino all’ultimo dalla parte del fascismo ed cos che il 26 dicembre 1946 un gruppo di reduci specie della Repubblica di Sal d vita al Msi. I primi segretari (Giorgio Almirante, Alfredo Michelini) tentano fin da subito di dare vita a quello che verr chiamato fascismo in doppiopetto, un movimento che esordisce nella competizione elettorale (precisamente nel 1947 alle comunali di Roma appoggiando l’elezione del sindaco Dc Rebecchini). La formula, scaturita dal congresso dell’anno successivo (non rimuovere, non restaurare) appunto quella che non tronca i legami con il passato ma tenta di recuperarne alcuni temi (ad esempio il corporativismo).Nessun esplicito diniego invece della dittatura, delle leggi razziali, della guerra. Il Msi debutta alle politiche del 1948 con un risultato non brillantissimo (2% alla Camera, 0,9 al Senato) ma riesce a mandare in parlamento una sua rappresentanza. Da allora sar una presenza costante nella vita politica italiana. Ma il cordone ombelicale con il fascismo non reciso tanto che nei ranghi nel Msi vengono accolti personaggi come Rodolfo Graziani (il massacratore degli abissini con il gas) che negli anni ‘50 sar anche presidente onorario del partito o il comandante della X Mas Junio Valerio Borghese, negli anni ‘70 al centro di un tentativo di golpe militare. 29 dicembre 2022 (modifica il 29 dicembre 2022 | 01:05) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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