Giù la Musk

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Non ce l’ho con Elon Musk, ma con chi si ostina a considerarlo un mito perché commercia in sogni e futuro, mentre è solo l’ultimo travestimento dell’antico padrone delle ferriere. Con una differenza sostanziale: il padrone delle ferriere aveva il coraggio di presentarsi per quello che era e non come un benefattore dell’umanità. Musk ha appena comprato Twitter in nome della libertà, ma secondo il Financial Times sta per licenziare la metà dei dipendenti. Anche le altre decisioni che ha preso finora, come quella di spillare otto dollari al mese di abbonamento premium agli utenti, rientrano in una logica che sarà impeccabile sotto il profilo economico, ma che cozza in modo clamoroso con l’immagine romantica e innovativa che Musk continua a diffondere di sé stesso, e che, ben più delle auto elettriche, rappresenta la vera ragione per cui la finanza si è innamorata di lui, issandolo sul trono di uomo più ricco del pianeta.

Musk non è l’unico incantatore di serpenti in circolazione, ma il capofila di una ristretta schiera di oligarchi tecnologici che, per avere sostituito la cravatta con la t-shirt e i bulloni con i microchip, si atteggiano a cavalieri del progresso e del bene, offuscando per fascino e fama imprenditori molto più umani di loro, che hanno l’unico torto di trattare merci meno seducenti. I Musk si riempiono la bocca di futuro, ma ci sono giorni in cui penso che rappresentino il più bieco dei ritorni al passato. Questo è uno di quei giorni.

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4 novembre 2022, 07:09 – modifica il 4 novembre 2022 | 08:22

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-11-04 07:22:00,

Non ce l’ho con Elon Musk, ma con chi si ostina a considerarlo un mito perché commercia in sogni e futuro, mentre è solo l’ultimo travestimento dell’antico padrone delle ferriere. Con una differenza sostanziale: il padrone delle ferriere aveva il coraggio di presentarsi per quello che era e non come un benefattore dell’umanità. Musk ha appena comprato Twitter in nome della libertà, ma secondo il Financial Times sta per licenziare la metà dei dipendenti. Anche le altre decisioni che ha preso finora, come quella di spillare otto dollari al mese di abbonamento premium agli utenti, rientrano in una logica che sarà impeccabile sotto il profilo economico, ma che cozza in modo clamoroso con l’immagine romantica e innovativa che Musk continua a diffondere di sé stesso, e che, ben più delle auto elettriche, rappresenta la vera ragione per cui la finanza si è innamorata di lui, issandolo sul trono di uomo più ricco del pianeta.

Musk non è l’unico incantatore di serpenti in circolazione, ma il capofila di una ristretta schiera di oligarchi tecnologici che, per avere sostituito la cravatta con la t-shirt e i bulloni con i microchip, si atteggiano a cavalieri del progresso e del bene, offuscando per fascino e fama imprenditori molto più umani di loro, che hanno l’unico torto di trattare merci meno seducenti. I Musk si riempiono la bocca di futuro, ma ci sono giorni in cui penso che rappresentino il più bieco dei ritorni al passato. Questo è uno di quei giorni.

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4 novembre 2022, 07:09 – modifica il 4 novembre 2022 | 08:22

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, Massimo Gramellini

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