La Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è una indennità mensile di disoccupazione, istituita dal decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22, che viene erogata su domanda dell’interessato.
La Naspi è un contributo che viene concesso a causa della perdita del posto di lavoro. A farne richiesta è direttamente il disoccupato. Ma per averla occorre che ci siano due requisiti:
- la perdita del posto di lavoro;
- il requisito contributivo.
La perdita di lavoro deve avere il requisito dell’involontarietà. Quindi vanno esclusi tutti i casi di dimissioni volontarie (tranne nel caso di dimissioni per giusta causa o nel caso della neo mamma che si dimette nel periodo tutelato dal licenziamento pre e post gravidanza), oppure di licenziamento. Mentre per il requisito contributivo è necessario aver versato contributi da lavoro per almeno 13 settimane nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. Occorre poi valutare le singole situazioni, proprio come questo quesito di seguito:
Mio figlio apprendista di anni 16 ha diritto alla naspi?
Il requisito dell’età per richiedere la Naspi
Come indicato dallo stesso Istituto di Previdenza sociale la Naspi spettai ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione, compresi:
- apprendisti;
- soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative;
- personale artistico con rapporto di lavoro subordinato;
- dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.
Quindi il figlio del lettore rientra tra i soggetti che possono richiedere la Naspi. In merito all’età, la legge non prevede alcun limite di età (fatta eccezione, ovviamente, per l’età minima di ammissione al lavoro che è fissata al termine del periodo di istruzione obbligatoria e non può essere inferiore a 16 anni in base a quanto previsto dalla legge n. 296/2006).
In altre parole non occorre essere maggiorenni per poter procedere alla richiesta, quando si perde il lavoro. L’importante è aver perso il lavoro in maniera involontaria e aver versato contributi contro la disoccupazione per almeno 13 settimane nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. Quindi, se il figlio del lettore ha entrambi i requisiti, non c’è alcun motivo per non richiedere la Naspi.
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