Inviata da Teresa Averta – Ringrazio il gentile e affettuoso Ministro della Pubblica Istruzione per averci inviato un augurio speciale a noi docenti, alle famiglie, a tutti gli operatori della scuola, menzionando autori importanti della letteratura italiana.
Mi fa molto piacere, che sia un un amante e studioso della letteratura, che la porti avanti, veicolandola nelle scuole, e mi ha dato spunto di scrivere…per dire e confermare che la letteratura è Vita.
Da piccolissima docente e autrice calabrese, quale sono, mi sento di spendere qualche parola in merito a che cosa sia, più in generale, per una docente e scrittrice calabrese, oggi la CULTURA, quella PAROLA, che tutti usiamo e molte volte ne abusiamo. E che se non è messa in pratica rimane un’eccellente burocrate, apparente e vuota. Senza anima e cuore.
Se la cultura è quella buona, vera e giusta, deve dare i suoi frutti. Quando la cultura non funziona genera bestie e non uomini nella società, e le nuove generazioni ne pagano le più atroci e disumane conseguenze.
Le famiglie, prime cellule della società e “prototipi umani di Trinità” già dall’inizio del loro esistere, dovrebbero essere o diventare “Giardini di infanzia dove crescere semi d’amore per farli poi sbocciare come fiori profumati e virgulti di umanità nel mondo. Le famiglie dovrebbero essere “campi di cultura in crescendo” con i figli che Dio affida loro. I genitori non insegnano ma imparano a diventare padri e madri con la propria prole. E non possono, neanche per un momento abbandonare il “campo di vita familiare, spazio educante ed educativo dove si gioca con i sentimenti ma si perde quando non si scommette tutto per amore degli altri.”
Oggi c’è crisi di sentimenti, di valori, di umanità toccante, nel tempo odierno l’apparenza e l’immagine hanno preso il sopravvento a discapito della presenza significante e significativa delle persone.
Si crede e si pensa di essere migliori degli altri nel momento in cui, qualcuno “ci presta un po’ di potere, di attenzione” in relazione a quest’ultimi, ma poi quando la Vita, quella vera, quella con cui si dovrà fare i conti si presenta, sarà tutto dannatamente diverso. Il potere non è mai permanente in mano agli uomini. E questo, almeno ci conforta.
Perché è così e dev’essere così.
Ci si accorge che siamo fragili e solo creature che senza un corpo e un cuore non siamo nulla. Andremo via da questo mondo, tutti, volente o nolente. Quindi abbiamo perso tempo ad amare o a non amare? E la cultura di cui tutti ci riempiamo, solo la bocca, a che cosa è servita? A migliorare gli uomini, i giovani, i bambini?
Non credo, dal momento in cui, ci consideriamo tutti uguali ma uguali non siamo! Mi dispiace ricordarlo ma è importante ricordarlo! Non siamo tutti uguali e lo sapete anche voi, anche gli animali non lo sono, anche le cose che esistono non lo sono. Perché? Semplicemente perché il Creato è immenso e vario. Anche Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo se no, non sarebbe Santissima Trinità. La famiglia umana è prima “famiglia divina”… ma spiegarvelo, ora, sarebbe troppo lungo. Irriverente per chi non crede.
Dunque, che cosa facciamo? Non siamo stati capaci di amare il nostro Habitat e ora non siamo più capaci di amarci tra di noi. Ecco uno dei grandi orrori di questo tempo.
Scompare dalla scena esistenziale dell’uomo, la capacità di amare, di con- patire. Si distrugge uno dei capisaldi antropologici: la natura meravigliosa del cuore dell’uomo quella di assomigliare all’Amore, di sentirsi figlio di un Dio, Padre che salva.
È tutto perso? No, Dio attende. Non ci lascia soli. Dobbiamo recuperare quello che ci appartiene e ci “stanno rubando”… dobbiamo fare un’inversione a U. Dobbiamo smettere di pensare che “sappiamo” quando in realtà non è vero. Non sappiamo nulla dei piani del mistero umano, altrimenti conosceremmo tanto di noi stessi.
Siamo tutti spaventati e impreparati ai “nuovi banchi di prova della vita”. Figuriamoci i giovani! Serve una scuola e non tante scuole: quelle ci sono già, ma non bastano!
È necessario e urgente costruire una Nuova Scuola: la “Scuola dell’Umanità” dove dobbiamo imparare tutti, tutti, anche quelli che “crediamo di sapere”. Abbiamo tanto, tanto da imparare. Sicuramente, per una questione sempre culturale e gerarchicamente umana, urgono modelli veri di adulti, figure concrete di intellettuali, rappresentanti seri e credibili dell’informazione, educatori di valori e principi che guidino la vita della società, maestri dell’inclusione, del servizio e del dialogo con il prossimo ma sempre munite del “Diploma di Umiltà”, che devono imparare insieme con i bambini e con i giovani e in maniera particolare con gli ultimi, con i fratelli più sfortunati.
Non si può “dettare leggi” dall’alto della nostra “strampalata bibbia” quando i 10 comandamenti sono scomparsi dalla vita dei cristiani, quando la legge dell’Amore l’hanno sostituita con la legge del più forte o del taglione. Qualcuno obietterà: – ma dobbiamo essere tutti cristiani? Per forza o per convinzione? No, non necessariamente. A Dio, ci può arrivare chiunque o meglio, è Dio che raggiungerà chi non crede.
Penso e credo anche fermamente, che non serva “sentirsi grandi” su questa terra perché ci sarà sempre qualcuno più “grande” di noi, Qualcuno più Grande dei più “grandi della terra”. Insomma, oggi siamo usciti tutti “fuori di testa” no, piuttosto siamo usciti fuori dall’anima. Si vede, si sente e si tocca con mano, anzi non si tocca più l’anima… sono scomparse anche le emozioni, i sogni, lo stupore.
Capite bene che si sta diventando come delle “macchine di carne”. Mai visto niente di più aberrante! Un’epoca che fa paura, ma in cui tutti purtroppo ci troviamo irretiti. Allora è necessario liberarsi dalla rete del peccato, divincolarsi dai lacci del male, e soprattutto liberare i giovani che sono smarriti e assetati di giustizia, umanità e amore, e ve lo dimostrano anche nelle maniere più strane e subdole. Non vanno condannati, non vanno pestati, non vanno annientati. I giovani vanno educati ma con il nostro umano esempio.
Non abbandoniamo i giovani, e non diamo loro, esempi sbagliati con false speranze. Accompagniamoli in questo importante e meraviglioso cammino chiamato “vita”. La vita, vissuta con amore e per amore.
Trasmettiamo loro, la tenerezza, la gentilezza, la bontà e costruiamo nelle nostre famiglie la pace, e mostriamo ovunque, la pace “l’unica battaglia per cui valga la pena di battersi.
Ritorniamo a stare accanto ai “nostri figli”, diamo calore, affetto e vicinanza perché è di umanità che hanno bisogno per crescere sani e forti e non di falsi ideali o chimere impossibili.
Oggi più che mai vi è l’urgenza di rientrare in sé stessi e non di uscire allo scoperto con maschere e false apparenze. Oggi c’è la necessità di far vedere ai giovani il vero volto del mondo, la vera faccia della terra, che non è assolutamente ciò che stiamo mostrando… stiamo deragliando come un treno senza freni. Stiamo cercando di volare anzi di decollare ma le nostre ali mancano di forza e di coraggio per andare verso l’alto.
Stiamo peggiorando le nostre esistenze perché mostriamo il superfluo e non l’essenziale. Stiamo perdendo la nostra identità di uomini e donne, pensando di emulare questo o quell’altro… possibili miti e ideali svaniti.
Stiamo perdendo la nostra unicità, che è l’essere creaturale, marchiato a fuoco dalla legge naturale dell’esistenza. E non desidero parlare del Creatore altrimenti qualche ateo o agnostico, mi prende in antipatia e vi assicuro che avrei tanto, tanto da dire…ma preferisco sia il “tempo santo” a dare le risposte.
Oggi, non è necessario che io faccia riferimenti a ciò che accade intorno a noi perché è sotto gli occhi di tutti ma certamente dico e sostengo che questa Cultura non funziona!
Si dovrebbe pensare di più, molto di più, ai giovani e non a noi stessi, si dovrebbe educare le nuove generazioni a diventare protagonisti del futuro, e non rubare loro, la scena e gli spazi, si dovrebbe gioire e soffrire con loro e non lasciarli soli e abbandonarli a sé stessi. Si dovrebbe far amare questa terra, la nostra terra italiana e quella di tutto il mondo. Devono essere i protagonisti di un nuovo umanesimo e non passivi spettatori di sfondo dell’attuale società.
La cultura funziona quando la società tutta: dall’alto in basso, agisce per il bene comune e porta avanti valori di crescita e di sviluppo, altrimenti non si può definire cultura. Molti pensano di portare avanti progetti solo per fare cassa in periodi più o meno, storicamente evoluti, o mostrare eventualmente la facciata dell’élite intellettuale di un paese, di una città, di una provincia o di una regione, ma vi assicuro che quando passa il “tempo del progetto” tutto ritornerà come prima. La polvere è sotto il tappeto e credo che sarebbe meglio togliere il tappeto e far vedere la nuda terra che può purificarsi aspettando di bagnarsi quando arriva la pioggia.
Questo per farvi capire che non è importante la parola ma l’esempio! Poi c’è la vita, la “signora vita” che è la migliore Scuola di Umanità.
Pertanto, non sarà cambiato nulla se non abbiamo insegnato nulla… le parole, la retorica, la dialettica, i libri senza anima servono a poco.
Nessuno legge, se non ha interesse o piacere ad imparare, nessuno segue maestri arroganti, altezzosi, presuntuosi se non si mettono a fianco della loro vita per accompagnarli con il cuore. In questo vuoto abissale in cui lasciamo il nostro prossimo e soprattutto i nostri giovani, è molto facile che il diavolo seduca, che il male intrappoli… purtroppo.
Quando il male mostrerà nuovamente il suo brutto volto, a chi ci rivolgeremo? Alla giustizia umana? A quella divina? O forse la coscienza sarà il nostro ultimo tribunale?
Riflettiamo tutti, ma proprio tutti: genitori, nonni, educatori, maestri, ministri politici e ministri di Dio, catechisti, informatori, servitori dello stato.
Quando si fa del male ad un nostro fratello è come se l’avessero fatto a noi. Quando si ferisce un giovane si tocca Cristo, Figlio di Dio. È Natale, ma deve essere Natale per tutti.
Pertanto, è ora di svegliarsi e non di dormire sulle false sicurezze o di cullarsi tra le peripezie e magie di chi “pensa e crede” di governare il mondo con la bacchetta magica o i filtri delle streghe perché vedete che si muore, si muore giovani, si muore anche bambini.
Si muore di freddo, di gelo, di razzismo, di bullismo, di indifferenza, di discriminazione, di emarginazione, di abbandono e di mancanza d’amore. Se e quando decideremo di svegliarci, arriverà la nuova primavera per voi, per noi, per i vostri figli e per tutta l’umanità, se è diversamente, continueremo a dormire assopiti dalle gocce di acqua che attraversano le nostre vene, non vi sarà che annientamento del mondo, distruzione delle creature più belle e più innocenti, e in maniera particolare di quelle più piccole e fragili. Siamo uomini o bestie, lascio a voi decidere.
Siamo ancora in tempo per salvare i giovani, che sono vostri figli ma anche “figli miei”, figli del mondo e di questa meravigliosa terra e come ben dice il nostro caro e attuale Ministro dell’Istruzione: -Natale sia urgente e inevitabile trasmissione e rinnovamento di valori umani e condivisi dalle famiglie e dalla scuola tutta.