Lufficiale della Guardia costiera: La nostra missione è salvare vite. Chi ci accusa non sa di cosa parla

di Giusi Fasano

Davanti a un allarme saremmo partiti subito. Adesso entra in campo la Procura quindi tutto quello che diciamo fin dal primo giorno lo valuter l’autorit giudiziaria. Noi siamo tranquilli

DALLA NOSTRA INVIATA
CROTONE — Sa quante vite abbiamo salvato noi l’anno scorso lungo le nostre coste. La risposta no. Glielo dico io: 50 mila persone. Lo scriva, se vuole. Quella del salvataggio in mare la nostra missione principale, da sempre.

L’ufficiale della Guardia Costiera al telefono accetta di parlare a patto che non si scriva il suo nome, tanto pi adesso che sul dramma di Cutro c’ una nuova inchiesta per i mancati soccorsi. Giura che fra gli uomini che portano la sua stessa divisa non c’ nessuna amarezza in questi giorni di polemiche e sospetti, con l’intero Corpo delle capitanerie di porto finito sott’accusa dopo il naufragio di domenica davanti alle coste di Cutro.

Chi punta il dito contro di loro per non aver lanciato una operazione di salvataggio dopo l’avvistamento del barcone segnalato dal velivolo Frontex intorno alle 23 di sabato, non sa di cosa sta parlando, dice. E per chiarire: Per noi i fatti sono limpidi, hanno una linearit logica e temporale coerente con quel che successo. Adesso entra in campo la Procura quindi tutto quello che diciamo fin dal primo giorno lo valuter l’autorit giudiziaria. Noi siamo tranquilli.

Mentre le sue motovedette stanno ancora recuperando cadaveri in mare al largo delle coste calabresi (finora i corpi recuperati sono 68), la Guardia costiera, al netto della tranquillit ostentata, non pu non sentire addosso il peso delle accuse che passano dalla politica e arrivano dritte sulle sue spalle.

L’evento Sar

Dovevano aprire un evento Sar, cio di soccorso in mare, appena ricevuto il dispaccio di Frontex: la contestazione pi ricorrente fin dalle prime ore dopo la strage. Ma il Piano Sar nazionale parla di avviare le operazioni di soccorso “quando si presume che sussista una reale situazione di pericolo per le persone”, la replica. E nelle informazioni di Frontex questa situazione non era assolutamente rappresentata. Frontex diceva in sostanza: la barca viaggia tranquilla, a 6 nodi, a 40 miglia dalla costa. La Guardia di Finanza uscita con due motovedette avvisando la capitaneria di Reggio Calabria: Attivit di polizia gestiamo tutto noi. Quindi nessuna operazione di salvataggio. Solo operazione di polizia della Finanza. Salvo tornare indietro alle 3.48 del mattino per le brutte condizioni del mare e, anche a quel punto (erano le 3.48 e mancavano pochi minuti al naufragio), non viene lanciato nessun allarme. Perch nell’ultima posizione nota la barca non appariva sovraccarica o sbandata.

Il tracciamento

La verit che ha ragione il comandante della Guardia costiera di Crotone, Vittorio Aloi, quando dice che ci sarebbe bisogno di specificare molte cose su come funziona il dispositivo per il tracciamento dei migranti, da che arrivano nelle acque territoriali a che poi debbano essere scortati o accolti. Un sistema complesso, come dice lui. Che assegna compiti a tutti e obblighi precisi a nessuno. Con il risultato che se non estremamente palese, tutto interpretabile.

L’amarezza

Lui, il comandante di Crotone, a differenza del suo collega ufficiale si dice dispiaciuto e amareggiato del fatto che la Guardia costiera sia finita nell’occhio del ciclone: Ne puoi salvare 100 mila ma poi quell’unico ragazzino, bambino o famiglia che non riesci a salvare fa sembrare inutile il tuo lavoro. Invece crediamo di aver operato anche in questo caso secondo le nostre regole di ingaggio.

Chiunque si sia trovato davanti a persone in difficolt in mare sa bene quale vanto e quale onore rappresenti il poter dire io l’ho salvato. Per l’intero Corpo delle Capitanerie di porto salvare una vita vuol dire aver partecipato tutti a quell’impresa. Con l’abnegazione della vita quotidiana in mare, con l’orgoglio di esserci comunque, anche in condizioni meteo proibitive. Lo sanno bene da sempre, gli uomini di mare. Come lo sa l’ex ammiraglio in pensione che oggi parla del rischio che non si veda pi l’esigenza del soccorso e che invece sia in primo piano l’esigenza di polizia.

3 marzo 2023 (modifica il 3 marzo 2023 | 07:12)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, , http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version