di Marco Imarisio
La portavoce del dissidente Aleksei Navalny ha scritto che l’oppositore di Putin «è stato portato via» dal carcere dove si trovava: ai suoi avvocati è stato detto solo che nel penitenziario dove si trovava «non c’è più
Evaporato, in una delle tante prigioni speciali della Russia. Lo sapevano tutti che sarebbe finita così. Alexej Navalny non ha mai smesso di fare paura. Non è un santo, il dissidente numero uno. Alcune sue posizioni del passato sono anche discutibili. Ma per qualche tempo, tra il 2016 e il 2018, è stato l’uomo capace di far traballare la verticale del potere putiniano. Con le sue inchieste, con la sua incredibile presa sui giovani. Era soprattutto la sua capacità di mobilitare e sensibilizzare la fascia sociale più aperta al mondo, più sorda alla retorica patriottica, a renderlo una spina nel fianco del sistema.
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Con un coraggio al limite dell’incoscienza, era tornato in patria dopo l’avvelenamento. E forse, sapeva quel che lo aspettava. Una condanna a due anni, poi subito un’altra di nove anni. Ma ancora non bastava. Ieri, i suoi avvocati in visita al penitenziario di Pokrov, non lontano da Mosca, si sono sentiti dire che non risultava presente alcun detenuto di nome Navalny. Lo hanno trasferito in un carcere di massima sicurezza.
Lontano, ancora più lontano da tutto. All’inizio della guerra, quando era un detenuto in attesa di giudizio, sembrava ci fosse ancora. Il suo nome aleggiava sulla bocca dei ragazzi che protestavano contro la guerra, i suoi video e le inchieste della sua squadra giravano sul web. Con meticolosità, un poco alla volta, sempre all’interno di una fittizia legittimità giuridica, la sua agibilità politica è stata azzerata. Lo scorso mese, gli è stato affibbiato un nuovo capo di accusa, estremismo e incitamento all’odio. Rischia altri quindici anni. L’obiettivo era chiaro fin dall’inizio, ed è stato raggiunto. Navalny non c’è più. Così finiscono gli oppositori in Russia. Nel nulla.
14 giugno 2022 (modifica il 14 giugno 2022 | 20:40)
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, 2022-06-14 19:11:00, La portavoce del dissidente Aleksei Navalny ha scritto che l’oppositore di Putin «è stato portato via» dal carcere dove si trovava: ai suoi avvocati è stato detto solo che nel penitenziario dove si trovava «non c’è più , Marco Imarisio