di Monica Ricci Sargentini
Lunedì scorso il nemico numero uno del Cremlino è stato condannato a nove anni di carcere per frode che si vanno ad aggiungere ai due anni e mezzo che sta già scontando.
Alexsej Navalny sembra il fantasma di se stesso. Pallido, dimagrito visibilmente, l’oppositore politico russo, nemico numero uno del Cremlino, si è mostrato imperturbabile mentre ascoltava il verdetto che lunedì scorso lo ha condannato a nove anni di carcere per frode. Le braccia conserte, quasi ad ostentare freddezza, il dissidente non ha però potuto nascondere il suo stato fisico che ha preoccupato i suoi sostenitori, le organizzazioni per i diritti umani e le potenze occidentali.
Navalny è recluso dallo scorso anno nella colonia penale N2 nella città di Pokrov, nella regione di Vladimir dove sicuramente gli standard di detenzione sono quelli internazionalmente accettati, anche per quanto riguarda il cibo. Al contrario N2 è nota per il duro regime carcerario.
L’anno scorso la moglie Iulia Navalnaya aveva scritto su Instagram di aver fatto visita al marito nella colonia penale e di averlo trovato molto debilitato: «Fa fatica a parlare e a volte abbassa la cornetta e poggia la testa sul tavolo per riposare». Per protestare contro la mancata assistenza medica il dissidente aveva anche iniziato uno sciopero della fame durato 24 giorni per ottenere cure adeguate per i dolori alla schiena e alle gambe. L’oppositore sosteneva che per il suo stato gli venivano proposti dai medici del campo solo semplici anti-infiammatori per bocca. La notte le guardie lo svegliavano ogni ora per controllarlo. Il 23 aprile 2021 il blogger aveva ricominciato a mangiare a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute.
Navalny, 45 anni, ha iniziato a interessarsi di politica fin dagli anni Novanta: in un primo momento ha aderito al partito liberale Yabloko, poi ha fondato il movimento patriottico Narod. Nel 2010 ha iniziato la sua battaglia contro la corruzione e nel 2013 è stato tra i leader della protesta di strada anti Putin. Nell’estate del 2020 è stato avvelenato (con l’agente nervino Novichock): solo un trasferimento d’emergenza a Omsk gli ha salvato la vita. Da subito ha puntato il dito contro i servizi segreti russi. Al rientro in patria dopo la convalescenza, è stato arrestato per violazione della libertà vigilata.
23 marzo 2022 (modifica il 23 marzo 2022 | 12:40)
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, 2022-03-23 11:34:00, Lunedì scorso il nemico numero uno del Cremlino è stato condannato a nove anni di carcere per frode che si vanno ad aggiungere ai due anni e mezzo che sta già scontando., Monica Ricci Sargentini