di Fabrizio Caccia
Braccio di ferro governo-Ong, in tre si gettano in mare. Piantedosi: agiamo con umanità e fermezza
«Stiamo seguendo la situazione al porto di Catania — ha detto ieri il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi —. Ci stiamo comportando con umanità ma fermezza sui nostri princìpi. In tal senso impronteremo le prossime azioni». Umanità e fermezza, ecco la linea del Viminale con le ong. Sono quattro le navi in lotta da giorni col governo italiano, ma ieri c’è stata una svolta: alla tedesca Rise Above, con 89 migranti a bordo, è stato assegnato il porto di Reggio Calabria e si è deciso che sbarcheranno tutti.
Nessuna selezione a bordo, come invece è stato fatto a Catania. Un’apertura o forse un cedimento per non esasperare la situazione già infuocata nel porto siciliano, dove in tre ieri si sono tuffati dalla Geo Barents. Disperati, perché non sono stati giudicati «fragili» dai medici italiani saliti a bordo due giorni fa per lo sbarco «selettivo» deciso dal governo. Erano 571 i migranti arrivati a Catania sulla nave norvegese, ora sono rimasti in 214, si mettono a poppa e gridano «Help us», aiutateci. Mentre sull’altra nave Ong ferma nel porto, la tedesca Humanity 1, a bordo adesso sono in 35 (erano 179) e per protesta hanno iniziato a rifiutare il cibo. La quarta nave,la Ocean Viking, bandiera norvegese, di Sos Méditerranée, 234 migranti, attende istruzioni al largo.
Lo scontro è durissimo, i legali della Humanity 1 presenteranno già oggi due ricorsi: al Tar del Lazio per il mancato rispetto delle norme internazionali e al Tribunale di Catania per consentire ai 35 rimasti a bordo di scendere. Il deputato dei Verdi, Angelo Bonelli, ha rivelato che le ong avrebbero ricevuto dalle autorità italiane la minaccia di una sanzione da 50 mila euro se non lasceranno il porto.
Replica l’avvocato di Sos Humanity, Riccardo Campochiaro: «Nel provvedimento in cui si intima al comandante di lasciare Catania non c’è una scadenza». E si acuisce pure lo scontro politico. Ecco il leader del M5s Giuseppe Conte: «Il governo scoprirà presto che il tema dei flussi migratori è ben complesso e va affrontato senza facili slogan o esibizioni muscolari a danno di persone e famiglie disperate. E che il nazionalismo arrogante non porta da nessuna parte e che tutte le iniziative in materia vanno inquadrate in una dimensione di solidarietà europea». Un commento che però non è sfuggito al vicesegretario del Pd, Giuseppe Provenzano: «Bisogna essere coerenti quando ci si dichiara progressisti», ha detto, ricordando che fu lo stesso Conte, da premier del governo gialloverde M5S-Lega, nel 2018, a varare il primo dei «decreti sicurezza» voluti da Matteo Salvini, oggi vicepremier del governo Meloni che sulle Ong non cambia registro: «Quelli dell’immigrazione illegale sono viaggi organizzati che finanziano armi e droga. Vanno stroncati».
Polemizza col governo pure il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo: «Selezionare i naufraghi non è previsto dalla legge. Definire quelli rimasti a bordo “carico residuale” è intollerabile». Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, eccepisce: «La selezione dei migranti la fanno gli scafisti. Quelli che vengono in Italia possono permettersi di pagare dai 2 ai 5 mila euro alle organizzazioni». E gli sbarchi continuano. Ieri 500 persone soccorse dalla guardia di Finanza e portate ad Augusta e Pozzallo. Altre 69 sono sbarcate a Roccella Ionica con la guardia costiera.
7 novembre 2022 (modifica il 7 novembre 2022 | 23:31)
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, 2022-11-07 22:37:00, Braccio di ferro governo-Ong, in tre si gettano in mare. Piantedosi: agiamo con umanità e fermezza, Fabrizio Caccia