Navi Ong, l’attesa in mare con 100 minori: «Ho visto amici morire annegati»

Navi Ong, l’attesa in mare con 100 minori: «Ho visto amici morire annegati»

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di Marta Serafini

La Humanity1 è al largo di Siracusa. Buba, uno dei salvati: «Non mi importa quanto dovrò aspettare, l’importante per me è essere vivo»

L’hanno già ribattezzata la nave dei ragazzini. È la Humanity1, al centro delle polemiche tra Roma e Berlino. A bordo, oltre cento minori su un totale di 179 migranti soccorsi in svariati salvataggi, per lo più provenienti dal Gambia, quasi tutti non accompagnati. E che ora attendono da ormai più di dieci giorni di sbarcare in un porto sicuro. «Il capitano di Humanity1 ha inviato una richiesta di sbarco a tutte le autorità competenti il 23 ottobre, compresi i Rescue Coordination Centers (Rcc) di Malta e Italia, dopo il primo soccorso. Fino a oggi (ieri per chi legge, ndr) sono state inviate in totale 17 richieste», fanno sapere da bordo. Sia da La Valletta che da Roma però fin qui tutto tace. E la nave dei ragazzini se ne sta ora al largo della Sicilia, davanti a Siracusa, fuori dalle acque territoriali, mentre il meteo annuncia per le prossime 48 ore tempesta e onde alte 6 metri.

Sul ponte di Humanity1, per il momento, «le condizioni mediche sono stabili». Tuttavia, l’incertezza dei sopravvissuti a bordo sta aumentando. «Il senso di attesa e di incertezza pesa sulla loro condizione psicologica e sull’umore generale, soprattutto per l’alto numero di minori a bordo», spiegano dallo staff della ong tedesca.

Humanity Sos è nata nel gennaio 2022 dal distaccamento della costola tedesca Sos Méditerranée ma opera nel Mediterraneo già dal 2015, quando ancora apparteneva al network in qualità di Sos Méditerranée Deutschland. Fino al 2018 ha condotto le sue spedizioni con la nave Aquarius per poi utilizzare la Ocean Viking, altra imbarcazione che in questi giorni ha fatto richiesta di un porto all’Italia, ma che batte bandiera norvegese e non dipende quindi dalla Germania. Poi da agosto Sos Humanity si è dotata di una sua nave.

Luca, specialista in salute mentale del team di Humanity1, racconta: «Nei Paesi di origine, durante il viaggio in Libia e in mare, alcuni sopravvissuti assistono alla morte dei loro compagni di viaggio o hanno subito violenze estreme». I resoconti dei naufraghi salvati da un gommone il 24 ottobre sono drammatici: «Abbiamo visto amici e familiari annegare, caduti in acqua prima del soccorso». Traumi che lasciano segni: «La maggior parte dei minori a bordo mostra condizioni psicologiche critiche e chiare conseguenze degli eventi che hanno vissuto. Raggiungere un luogo sicuro per loro è dunque più che mai urgente», conclude Luca.

Tra loro c’è anche Buba dal Gambia. Non riesce ad addormentarsi e la sera tardi all’equipaggio racconta degli abusi in Libia, dell’arresto arbitrario e delle condizioni profondamente disumane dei centri di detenzione. Ai soccorritori riporta anche che cosa è successo durante il salvataggio. «Il fatto che la cosiddetta Guardia Costiera libica si sia presentata proprio mentre stavamo per iniziare i soccorsi ha spaventato lui e molti altri sul gommone. Le operazioni sono state molto difficili proprio perché i naufraghi non riuscivano a mantenere la calma e ad ascoltare le nostre istruzioni. Alcuni sono caduti in acqua, fortunatamente dopo aver indossato i giubbotti di salvataggio che avevamo distribuito», spiegano dal team di Humanity .

Un dramma di fronte al quale Buba sente di dover chiedere scusa ai suoi soccorritori. «Ero come impazzito, avevo paura che i libici mi riprendessero». Buba è al suo terzo tentativo di traversata, anche se ha solo 18 anni. Nei primi due casi è stato intercettato e trattenuto dalla cosiddetta Guardia Costiera libica che lo ha riportato a terra nei centri di detenzione. «Ora non mi importa quanto dovrò aspettare prima di scendere a terra, per me l’importante è essere vivo».

Intanto aumentano le pressioni da parte della ong per vedersi assegnato un porto sicuro. Spiega Mirka Schäfer, esperta legale di Sos Humanity. «Ci aspettiamo che le autorità competenti agiscano secondo la legge. È inaccettabile e contrario al diritto internazionale lasciare i sopravvissuti bloccati in mare per oltre una settimana e prolungare le loro sofferenze».

3 novembre 2022 (modifica il 3 novembre 2022 | 22:29)

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, 2022-11-03 22:01:00, La Humanity1 è al largo di Siracusa. Buba, uno dei salvati: «Non mi importa quanto dovrò aspettare, l’importante per me è essere vivo», Marta Serafini

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