Oksana, Shireen, gli eroi messicani La strage impunita dei giornalisti

Oksana, Shireen, gli eroi messicani La strage impunita dei giornalisti

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di Alessandra Muglia

Il dossier: 66 uccisi in un anno (un terzo in pi del 2021), 14 soltanto nel Paese dei narcos. Otto sono donne

Sapevano da tempo che non avrebbero brindato al 2023 insieme in casa Baulina. Ma non immaginavano che non ci sarebbe pi stato alcun Capodanno da festeggiare insieme, la madre e la sorella di Oksana.

L’ex redattrice di moda diventata il flagello del Cremlino, era stata costretta in primavera a lasciare Mosca dopo che la Fondazione anticorruzione di Navalny per cui lavorava era finita nella lista degli estremisti. Ma la sua nuova vita da inviata di guerra contro disinformazione e fake news durata poco, stroncata a 42 anni, mentre riprendeva la distruzione causata dalle bombe russe in un centro commerciale fuori Kiev il 23 marzo.

Dieci giorni prima a lasciarci la pelle da quelle parti era stato il veterano Brent Renaud: l’acclamato videomaker americano, autore di memorabili reportage per il New York Times, stava girando un documentario per il Time: stato ucciso dal fuoco russo mentre cercava di testimoniare l’orrore dei corridoi umanitari violati a Irpin, alle porte di Kiev. Colpito al collo, morto all’istante. Magra consolazione per suo fratello Craig, inseparabile compagno di lavoro negli angoli pi bui del mondo.

Soltanto due giorni dopo a cadere sar Pierre Zakrzewski, l’eroe buono di Fox News, colpito insieme alla sua fixer Oleksandra Kuvshynova, la loro auto crivellata di colpi da soldati di Mosca alla periferia di Kiev.

Giornalisti affermati la cui fine drammatica ha fatto molto rumore sui media, e reporter pi giovani, che se ne sono andati quasi nel silenzio collettivo: di alcuni di loro non c’ nemmeno una foto nel rapporto dell’International Press Institute (Ipi) pubblicato ieri. La ricerca certifica un anno nero per la sicurezza dei giornalisti, con 66 reporter ammazzati nel mondo, tra cui 8 donne. Un terzo in pi rispetto al 2021. E la maggior parte delle vittime, 39, stata oggetto di attacchi mirati. In 9 casi su 10, poi, gli omicidi restano impuniti.

A trainare questo drammatico aumento non soltanto il fronte di guerra all’interno dell’Europa, ma soprattutto la violenza senza fine che insanguina il Paese dei narcos: 14 reporter sono stati trucidati in Messico nel 2022, l’anno pi mortale dal 2017, contro gli 8 uccisi in Ucraina (quelli documentati, ma potrebbero essere di pi) e altrettanti ad Haiti. Il Messico si conferma dunque il Paese pi pericoloso al mondo per i media, con i giornalisti che sfidano la morte per denunciare corruzione e criminalit. Qui il 2022 si aperto con tre esecuzioni in due settimane: a Veracruz viene centrato Jos Luis Gamboa Arenas, direttore della pagina Facebook Inforegio Network; e a Tijuana, Margarito Martnez e poi Mara Guadalupe Lourdes Maldonado, freddata a colpi di pistola mentre a bordo della sua auto.

Ad alimentare gli attacchi contro la stampa la quasi certezza dell’impunit ma anche l’incapacit dello stato di garantire protezione, come dimostra anche la vicenda di Lourdes Maldonado. La donna gi nel 2019 aveva chiesto il sostegno del presidente Andrs Manuel Lpez Obrador, segnalando come mandante di possibili violenze contro di lei Jaime Bonilla Valdez, membro del partito presidenziale Morena. Bonilla il proprietario del giornale con cui Lourdes Maldonado era in causa dal 2013 per licenziamento ingiustificato e debiti salariali. Il 19 gennaio la giornalista vince la causa. Quattro giorni dopo viene uccisa.

Lourdes Maldonado uscita di scena senza grande clamore internazionale. I riflettori del mondo si sono accesi invece per la giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, raggiunta da un colpo di pistola alla testa mentre documentava un raid israeliano in Cisgiordania, a maggio. La giacca con la scritta press che indossava non le ha impedito di trasformarsi in un bersaglio. A colpire per errore sarebbe stato l’esercito israeliano.

30 dicembre 2022 (modifica il 1 gennaio 2023 | 11:30)

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