Nel 2024 tutti in pensione anticipata a 63 anni, ma con requisiti diversi

Nella bozza della Legge di Bilancio nessuna buona nuova in ambito previdenziale, vediamo le novità e cosa peggiora.

La bozza delle Legge di Bilancio e le parole della premier, Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa che ha seguito l’approvazione della bozza in questione, non lasciano dubbi: l’età scelta per anticipare la pensione è 63 anni. Fornero  parte, ovviamente.

Con la legge Fornero sarà possibile continuare ad andare in pensione anticipata, indipendentemente dall’età al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Ovviamente resta invariata anche la pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni di età per chi ha maturato 20 anni di contributi.

La quota 103 diventa quota 104

Le misure flessibili, però, contrariamente a quello che si era vociferato, sono cambiate. Niente proroga della quota 103 che diventa quota 104 accessibile con 63 anni di età e 41 anni di contributi. La quota 104 sarà affiancata dall’Ape sociale che richiederà, in base alla bozza, 63 anni e 36 anni di contributi per tutti, caregiver, invalidi, disoccupati e usuranti/gravosi. Solo per le donne la misura richiederà solo 35 anni di contributi. Una sorta di fusione tra Ape sociale e Opzione donna (quest’ultima misura non è stata prorogata).

Insomma, per chi non utilizza la pensione anticipata ordinaria, uscire prima dei 63 anni di età non è più possibile in considerazione del fatto che la quota 103 scade il 31 dicembre 2023 e dal prossimo anno sarà sostituita dalla quota 104 che richiede un anno anagrafico in più.

Lato previdenziale sicuramente non c’è nulla di nuovo, e già si sapeva, ma c’è da considerare che le condizioni di pensionamento per moltissimi lavoratori, con questi cambiamenti sono addirittura peggiorate. Si pensi solo alle donne che con l’Opzione donna uscivano a 58 anni con 35 anni di contributi ed ora si trovano a dover lavorare 5 anni in più per arrivare ai 63 anni.

O anche a chi poteva ambite all’Ape sociale, che prima i 36 anni di contributi li richiedeva solo per i gravosi e oggi, invece, li pretende da tutti i lavoratori: anche in questo caso si tratta di uno scalone di 5 anni che allontanerà la possibilità di pensionamento per moltissimi lavoratori.

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