Neonata operata alla mano a un giorno di vita: l’intervento record al Policlinico

Neonata operata alla mano a un giorno di vita: l’intervento record al Policlinico

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di Stefania Chiale

Recuperato un dito le cui falangi erano rimaste parzialmente «intrappolate» nel dito vicino. L’eccezionale operazione grazie alla collaborazione con gli esperti di chirurgia della mano dell’ospedale San Giuseppe

Operata a una mano a 24 ore dalla nascita. È successo a Matilde, nata al termine di una gravidanza senza complicazioni, al Policlinico di Milano. L’operazione record è servita per ridare funzionalità alla mano sinistra affetta da una grave malformazione: il terzo dito non si era sviluppato come avrebbe dovuto e sul quarto c’era una tumefazione (da considerare che il palmo di un neonato misura circa 4-5 centimetri in tutto). La piccola è stata trasferita nella Terapia intensiva neonatale del Policlinico, diretta da Fabio Mosca, dove è stata attivata la collaborazione con i chirurghi della mano dell’Ospedale San Giuseppe.

Le due equipe di chirurghi, guidate da Ernesto Leva (Policlinico) e da Giorgio Pajardi (San Giuseppe), hanno capito che nella tumefazione si nascondevano in realtà le tre falangi dell’altro dito, rimaste «intrappolate» durante lo sviluppo del feto. Matilde è stata portata in sala operatoria, per ricostruire in parte le falangi e per liberare le parti che erano rimaste «intrappolate». Non è l’unico intervento che la piccola dovrà affrontare: nei prossimi due anni ne saranno fatti altri, per ricostruire completamente le dita e ridarle una vita il più possibile normale. Questa prima operazione, però, era la più importante e delicata, e finora non era mai stata fatta su un bimbo di un solo giorno di vita.

«La piccola è già tornata a casa – spiega Fabio Mosca, direttore del Dipartimento Donna-Bambino-Neonato e della Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Milano – e ha affrontato l’intervento con tanta forza e determinazione. Ma il nostro supporto prosegue: stiamo seguendo sia lei sia i suoi genitori, per controllare al meglio il dolore post-operatorio e per insegnare loro a gestire la situazione. Ci saranno controlli continui per i prossimi due anni, anche in collaborazione con i colleghi dell’Ospedale San Giuseppe».

«Siamo molto lieti di aver messo a disposizione la nostra esperienza e il nostro know-how per il buon esito di quello che è stato un intervento del tutto eccezionale», afferma Giorgio Pajardi, Professore all’Università degli Studi di Milano e Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia della mano dell’Ospedale San Giuseppe – Gruppo MultiMedica, che da 26 anni ospita la più grande struttura in Europa dedicata alla mano del bambino con all’attivo, ogni anno, oltre 350 operazioni di microchirurgia pediatrica. «L’atto chirurgico, fondamentale in termini anatomici e ricostruttivi, è stato la prima tappa di un lungo percorso terapeutico che ora accompagnerà questa bambina nel suo sviluppo psicofisico. Il trattamento globale di pazienti di questo tipo, dalla diagnosi al momento della nascita, alla chirurgia e alla successiva riabilitazione specialistica, vede una perfetta integrazione fra le nostre competenze e quelle del Policlinico».

«La storia della piccola Matilde – conclude Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano – è il chiaro esempio di come una collaborazione virtuosa tra due strutture possa fare la differenza, per casi di questo tipo. Il nostro Ospedale è un vero e proprio riferimento per le patologie di ogni età della vita, ma è indispensabile potersi avvalere anche delle più alte professionalità, come quella del professor Pajardi, per riuscire ad offrire il meglio del servizio pubblico. Ed è solo l’inizio: abbiamo già stilato un’apposita convenzione per integrare le reciproche competenze sul fronte della chirurgia della mano, a tutto vantaggio dei nostri pazienti».

1 agosto 2022 (modifica il 1 agosto 2022 | 15:18)

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, 2022-08-01 13:18:00, Recuperato un dito le cui falangi erano rimaste parzialmente «intrappolate» nel dito vicino. L’eccezionale operazione grazie alla collaborazione con gli esperti di chirurgia della mano dell’ospedale San Giuseppe, Stefania Chiale

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