di Giuseppe Sarcina, inviato a Ramstein
Non c’ accordo sulle forniture a Kiev. L’appello di Zelensky: Non possiamo aspettare, il tempo vitale. Gli americani mediano e rassicurano l’alleato
Il neo ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius si presenta davanti ai giornalisti, mentre il vertice di Ramstein ancora in corso. Ma la sostanza politica gi chiara. Sullo spiazzo gelato della base americana, senza soprabito, Pistorius delude le attese generali: Non abbiamo ancora preso una decisione sull’invio dei panzer Leopard 2 all’Ucraina. Dobbiamo valutare i pro e contro, le possibili conseguenze per tutti. Inoltre dobbiamo fare l’inventario delle risorse a disposizione.
Per ora, quindi, la Germania non soddisfer una delle principali richieste di Volodymyr Zelensky. Il presidente dell’Ucraina apparso sullo schermo all’inizio del summit, rivolgendosi al leader del gruppo di contatto, il capo del Pentagono, Lloyd Austin e ai ministri della Difesa di altri 53 Paesi, tra i quali l’Italia. Zelensky stato netto: Non possiamo aspettare, non possiamo rallentare. Il tempo diventato un’arma fondamentale, strategica, esattamente come l’artiglieria o i sistemi di difesa aerea. Vi chiedo di fare presto. Abbiamo bisogno di carri armati, jet F-16, missili a lunga gittata. Ma ci servono subito.
L’ottava riunione del format ideato dagli americani vissuta con un senso di urgenza. lo stesso Austin a dare il tono, prima di cedere la parola a Zelensky: Questo un momento decisivo per la guerra in Ucraina ed anche un momento decisivo per il prossimo decennio. Il segretario alla Difesa spiega che l’armata putiniana ha sofferto perdite e sconfitte pesanti, ma ora si sta ricomponendo, si sta riorganizzando, anche grazie alle forniture di Iran e Corea del Nord.
La primavera alle porte e i russi si preparano a lanciare una massiccia offensiva, riprendendo l’iniziativa anche via terra. Ecco perch l’Occidente deve reagire con prontezza. Ed ecco perch Zelensky insiste tanto sulla difesa aerea, quanto sulla necessit di avere gli strumenti per reggere lo scontro tra gli eserciti che si annuncia furibondo. Vale a dire almeno 300 carri armati. E quelli di fabbricazione tedesca sono i migliori.
La dottrina statunitense, adottata da tutti gli altri al momento senza evidenti distinguo, non in discussione. Gli Usa, dice Austin, continueranno a fornire ordigni all’Ucraina fino a quando sar necessario. Il ministro americano chiama a raccolta, ancora una volta, gli alleati della Nato e gli altri Paesi che partecipano alla coalizione, anche con un pizzico di retorica: il momento di andare in profondit: il popolo ucraino ci guarda, il Cremlino ci guarda, la Storia ci guarda.
Ma il problema, qui e ora, come tradurre la volont politica sul campo di battaglia. Uno dei passaggi chiave l’atteggiamento del governo tedesco. Pistorius arriva a Ramstein (un centinaio di chilometri a sud- ovest di Francoforte) con una lista gi nota: la Germania offre i blindati Marder, i missili Patriot, ma, almeno per ora, non i Leopard 2. Il ministro ha avuto qualche difficolt a respingere l’assalto dei giornalisti: Il nostro sostegno all’Ucraina pieno ed fuori discussione. Tuttavia abbiamo una responsabilit e dobbiamo valutare che cosa fare con i panzer. Il cancelliere Olaf Scholz dovr decidere anche se dare il via libera agli altri Paesi che hanno i Leopard 2 negli arsenali. Alcuni di loro, come Polonia e Finlandia, premono per spedirli comunque a Zelensky, a prescindere da ci che Scholz stabilir per la Germania. Cos ieri sera, a conclusione dell’agenda ufficiale, il ministro polacco Mariusz Blaszczak ha avuto un lungo colloquio riservato con il tedesco Pistorius.
Ufficialmente, e non poteva essere altrimenti, lo stallo tedesco stato politicamente coperto dagli altri. Lo stesso Austin, nella conferenza stampa finale, ha elogiato l’impegno di Berlino, che resta un alleato affidabile. Il segretario alla Difesa Usa ha anche chiarito che i tedeschi non hanno mai chiesto agli Stati Uniti di mettere a disposizione i tank Abrams come condizione per mobilitare i Leopard 2. In realt l’amministrazione Biden, per adesso, non ha intenzione di mettere in campo anche i carri armati.
Il primo a correre in soccorso di Pistorius stato il segretario dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg: Il contributo tedesco consistente ed abbiamo altri Stati, come Gran Bretagna e Polonia, pronti a fornire carri armati. Sia Austin che Stoltenberg hanno sottolineato come il pacchetto messo a punto a Ramstein sia una risposta importante alle richieste di Zelensky. Tutti e due, per, hanno anche aggiunto che si dovr fare di pi (Austin), da qui all’inizio della primavera: le consultazioni tra i Paesi continuano (Stoltenberg). L’apporto pi significativo resta di gran lunga quello garantito dagli Stati Uniti: confermato lo stanziamento di altri 2,5 miliardi di dollari in aiuti militari. Austin ha infine elencato i Paesi pi attivi: Regno Unito, Polonia, Canada, Estonia, Lettonia, Danimarca, Francia, Svezia e la stessa Germania. C’ un capitolo, quello della difesa aerea, che riguarda anche l’Italia.
L’Occidente si prepara alla nuova fase della guerra.
Da Mosca, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov commenta: Le nuove forniture di armi a Kiev dai suoi alleati non faranno la differenza sul campo di battaglia. Non va esagerata l’importanza di questi aiuti militari: anzi daranno pi problemi di manutenzione e di riparazione.
20 gennaio 2023 (modifica il 20 gennaio 2023 | 23:36)
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