Usa 2024, Nikki Haley , la prima sfidante di Trump: È ora di cambiare

Usa 2024, Nikki Haley , la prima sfidante di Trump: È ora di cambiare

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L’ex governatrice della South Carolina in un video annuncia la sua candidatura per la nomination repubblicana alla Casa Bianca: Servono nuovi leader

tempo di passare a una nuova generazione di leader, annuncia Nikki Haley. Una frecciata soprattutto al presidente Joe Biden, 80 anni, ma anche a Trump che ne ha 76. L’ex governatrice della South Carolina la prima sfidante di Trump per la nomination repubblicana alla Casa Bianca.

Fu lui a nominarla ambasciatrice all’Onu nel 2017 e i rapporti sono rimasti abbastanza buoni, come dimostra il fatto che non le ha ancora affibbiato uno dei suoi nomignoli, anche se la scorsa settimana l’ha definita eccessivamente ambiziosa. Nonostante qualche volta abbia preso le distanze, come dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio, Haley tornata ad elogiarlo. Ogni volta che mi critica, fa un passo indietro 15 minuti dopo — ha detto Trump in un’intervista del 2021 — Capisce con chi sta la base.

Nonostante avesse detto che non avrebbe corso contro di lui, per ora Haley lo ha fatto e nel video elettorale nota che i repubblicani hanno perso il voto popolare in 7 delle 8 precedenti elezioni presidenziali: ora di cambiare. Il video inizia lungo i binari del treno che dividevano la citt dov’ nata, Bamberg, South Carolina, in quartieri basati sul colore della pelle.

Nimrata Nikki Randhawa, figlia di genitori indiani di religione sikh, poi convertitasi al cristianesimo (il cognome Haley del marito ufficiale della Guardia nazionale), non era n nera n bianca, ero diversa ma la mamma le diceva di concentrarsi non sulle differenze ma sulle somiglianze.

Anche nel giorno peggiore, una benedizione vivere in America, spiega, in modo da colpire insieme le critiche eccessive al sistema americano da parte della sinistra e le atrocit commesse in Paesi come Cina e Iran. Nel 2015, quand’era governatrice chiam alla rimozione della bandiera confederata dagli edifici statali, dopo che un suprematista bianco uccise nove fedeli neri in una chiesa metodista. Ma la sua corsa irta di ostacoli. E Trump solo uno di essi.

In South Carolina, il terzo stato a votare per la nomination dopo Iowa e New Hampshire, c’ stato grande fermento nelle ultime settimane. Haley resta popolare tra i repubblicani, ma Trump vi ha fatto la prima tappa della sua campagna e ha conquistato diversi endorsement (dall’attuale governatore McMaster al senatore Lindsey Graham), mentre altri attendono con ansia l’annuncio di Ron DeSantis e suggeriscono che Haley potrebbe essere un’ottima vice.

C’ un viavai di altri prevedibili candidati, dal governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson all’ex vicepresidente Mike Pence. Ma attualmente il guaio maggiore per lei la possibilit sempre pi concreta che si candidi anche Tim Scott della South Carolina, l’unico senatore repubblicano nero (che lei stessa nomin quand’era governatrice). Haley e Scott sono cresciuti politicamente insieme; hanno alleati, finanziatori e consiglieri in comune, sono due volti delle minoranze in un partito per la maggioranza bianco. E per esempio Mikee Johnson, magnate del legname e uno dei maggiori donatori di Haley quando divenne governatrice, ha scelto Scott.

Sulla carta Haley ha esperienza in politica interna ed estera (Non accetto i bulli. Se porti i tacchi, i calci che sferri fanno pi male il suo avvertimento ai leader di Cina e Russia), ha una storia personale che l’ha portata ad essere definita l’anti-Kamala Harris (anche lei di origini indiane) e sarebbe la prima donna a vincere la nomination. Sarebbe stata la frontrunner in un partito repubblicano che non c’ pi. Non ancora chiaro se gli elettori abbandoneranno o meno Trump, ma le forze del trumpismo — il populismo economico, l’isolazionismo in politica estera, il negazionismo elettorale — restano fondamentali.

14 febbraio 2023 (modifica il 14 febbraio 2023 | 21:12)

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