Caro direttore,
spiace sentire che il nostro Paese abbia una produttività del lavoro molto bassa e che comunque cresca meno degli altri Paesi, infatti, negli ultimi 30 anni è cresciuta solo del 10% contro un 35% dell’Eurozona. Tanti i motivi ma, essenzialmente, essa cresce con consumi e investimenti strutturali. È palese che i consumi aumentano se e solo se si ha potere d’acquisto, sempre più minato dall’inflazione che sembra essere, in questo periodo, tutt’altro che transitoria. È evidente quindi oggi più che mai che, invece di disperdere risorse in bonus e assistenzialismo diffuso, serva un taglio consistente del cuneo fiscale per innescare quel circolo virtuoso necessario per la crescita. Cosa aspettiamo??
Luca Testera Pardi
Caro signor Pardi,
La pandemia e la guerra hanno aggravato una situazione economica del Paese che era già precaria prima di queste emergenze. Dobbiamo dircelo sinceramente, altrimenti corriamo il rischio di illuderci che, passata la tempesta, tutto può tornare come prima: ai soldi buttati in misure demagogiche e assistenziali, ai bonus infiniti, alle leggi indirizzate solo a compiacere le rispettive lobby elettorali. L’Italia ha bisogno di una svolta in termini di ricerca, istruzione, infrastrutture, innovazione e competitività. I salari debbono certamente crescere, i contratti dei giovani debbono diventare meno precari, le imprese debbono guadagnare quote di mercato. Per fare tutto questo ci vuole una politica seria e lungimirante, che crei le condizioni per un ambiente favorevole alla crescita, amichevole nei confronti di chi fa impresa e di chi lavora. Il piano di ripresa finanziato dalla Ue è un’occasione ma tutto il resto dobbiamo farlo da soli: utilizzando i soldi a disposizione in misure (e il taglio del cuneo fiscale è sicuramente una di queste) che guardino all’interesse generale. Ai partiti che si stanno preparando alle prossime elezioni chiediamo un impegno chiaro: basta illusioni e favoritismi, sì a proposte che considerino solo l’interesse di tutti. Di disastri provocati dai provvedimenti acchiappavoti ne abbiamo avuti fin troppi.
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, 2022-06-05 22:21:00,
Caro direttore,
spiace sentire che il nostro Paese abbia una produttività del lavoro molto bassa e che comunque cresca meno degli altri Paesi, infatti, negli ultimi 30 anni è cresciuta solo del 10% contro un 35% dell’Eurozona. Tanti i motivi ma, essenzialmente, essa cresce con consumi e investimenti strutturali. È palese che i consumi aumentano se e solo se si ha potere d’acquisto, sempre più minato dall’inflazione che sembra essere, in questo periodo, tutt’altro che transitoria. È evidente quindi oggi più che mai che, invece di disperdere risorse in bonus e assistenzialismo diffuso, serva un taglio consistente del cuneo fiscale per innescare quel circolo virtuoso necessario per la crescita. Cosa aspettiamo??
Luca Testera Pardi
Caro signor Pardi,
La pandemia e la guerra hanno aggravato una situazione economica del Paese che era già precaria prima di queste emergenze. Dobbiamo dircelo sinceramente, altrimenti corriamo il rischio di illuderci che, passata la tempesta, tutto può tornare come prima: ai soldi buttati in misure demagogiche e assistenziali, ai bonus infiniti, alle leggi indirizzate solo a compiacere le rispettive lobby elettorali. L’Italia ha bisogno di una svolta in termini di ricerca, istruzione, infrastrutture, innovazione e competitività. I salari debbono certamente crescere, i contratti dei giovani debbono diventare meno precari, le imprese debbono guadagnare quote di mercato. Per fare tutto questo ci vuole una politica seria e lungimirante, che crei le condizioni per un ambiente favorevole alla crescita, amichevole nei confronti di chi fa impresa e di chi lavora. Il piano di ripresa finanziato dalla Ue è un’occasione ma tutto il resto dobbiamo farlo da soli: utilizzando i soldi a disposizione in misure (e il taglio del cuneo fiscale è sicuramente una di queste) che guardino all’interesse generale. Ai partiti che si stanno preparando alle prossime elezioni chiediamo un impegno chiaro: basta illusioni e favoritismi, sì a proposte che considerino solo l’interesse di tutti. Di disastri provocati dai provvedimenti acchiappavoti ne abbiamo avuti fin troppi.
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