No al Superbonus e sì agli inceneritori, i capisaldi M5S nel mirino di Draghi. Ecco perché Conte minaccia la crisi

No al Superbonus e sì agli inceneritori, i capisaldi M5S nel mirino di Draghi. Ecco perché Conte minaccia la crisi

Spread the love

di Claudio BozzaIl premier prima ha dato poteri speciali a Gualtieri per costruire l’impianto inviso ai grillini. Poi le critiche durissime al bonus 110%. Così il leader M5S ha di fatto aperto una lunga campagna elettorale Prima un decreto del governo che dà al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (Pd), poteri speciali per costruire un inceneritore e contrastare l’emergenza rifiuti nella capitale. Poi l’annuncio di uno stop radicale, o quantomeno un forte ridimensionamento, ai Superbonus 110% . Nel giro di 48 ore, il governo (nel primo caso) e il premier in prima persona (nel secondo) hanno messo nel mirino i due capisaldi che costituiscono i capitale di consensi del Movimento. E così, visto attaccato il suo «tesoretto», con la prospettiva delle elezioni il leader dei Cinque stelle ha reagito duramente, arrivando a minacciare una crisi di governo. Il voto in autunno, con una guerra sempre più drammatica in corso e un quadro economico molto preoccupante anche per l’Italia, sembra un’ipotesi piuttosto improbabile. Conte, però, forte di essere la prima forza in Parlamento nonostante le decine tra addii ed espulsioni, ha l’esigenza politica arginare il calo di consensi nei sondaggi. Così, con le Politiche 2023 sempre più vicine, ha aperto in anticipo una lunga campagna elettorale, puntando su un piglio combattivo e critico verso il governo, spirito del Movimento delle origini. E quando, il 2 maggio scorso, il governo ha presentato in consiglio dei ministri il decreto che assegnava al sindaco di Roma la competenza costruire nuovi impianti di smaltimento rifiuti, i ministri del Movimento si sono astenuti, creando forti frizioni nell’esecutivo . I Cinque stelle, e l’elettorato di riferimento, sono da sempre contrari agli inceneritori, sostenendo che si possa evitarne la costruzione grazie a un ciclo di rifiuti diverso e una raccolta differenziata più spinta. Il problema è che, specie nella capitale, i volumi di immondizia prodotti sono enormi e trasportarla nelle discariche con migliaia di tir non ha fatto altro che aumentare l’inquinamento. Così, dopo le pressanti richieste di Gualtieri (e del Pd), Draghi ha dato il via libera alla norma taglia-burocrazia, facendo però infuriare i grillini: «C’è chi vuole il M5S fuori da questo governo», ha tuonato Conte . Poco dopo si è aperta un’altra ferita: «Non siamo d’accordo con il Superbonus», ha tuonato il premier davanti al parlamento Ue, riunito in seduta plenaria a Strasburgo. Il Superbonus, che sta sì trainando l’edilizia dopo il brusco stop della pandemia, al momento pesa sulle casse dello Stato per 27 miliardi. Draghi contesta l’impianto della norma, considerato assistenzialista, e soprattutto i costi che sono triplicati rispetto all’inizio. Il problema è che l’artefice del Superbonus, oltretutto al momento paralizzato perché le banche sono “sature” , fu Riccardo Fraccaro, sottosegretario a Palazzo Chigi ai tempi di Conte premier . Inoltre ci sono migliaia di cantieri edili aperti e in stallo: oltre alla questione politica, il governo dovrà trovare anche una via d’uscita a livello economico. 5 maggio 2022 (modifica il 5 maggio 2022 | 12:29) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-05 10:30:00, Il premier prima ha dato poteri speciali a Gualtieri per costruire l’impianto inviso ai grillini. Poi le critiche durissime al bonus 110%. Così il leader M5S ha di fatto aperto una lunga campagna elettorale, Claudio Bozza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.