«Noi e Benny» senza parole. L’inclusione abita in classe tra studio e sorrisi

«Noi e Benny» senza parole. L’inclusione abita in classe tra studio e sorrisi

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di Classe IV CS

Il racconto degli studenti di una quarta liceo di Monza. La compagna con disabilità è il centro del gruppo. I riti, i «tutor», le lezioni: «Per noi è tutto naturale»

Benedetta frequenta il 4° anno del Liceo Economico-Sociale all’Istituto Carlo Porta di Monza. Benedetta pronuncia poche parole, si muove solo in carrozzina ma è molto intelligente, vivace e anche ironica, il suo entusiasmo è contagioso per tutti. Si esprime attraverso la scrittura con un pc speciale, la sua mano va sorretta e lei col dito indice della mano sinistra digita. La presenza di Benedetta in classe è vissuta con naturalezza: i compagni la amano, non è mai sola, scherzano con lei e provvedono a lei in tutto, spontaneamente. Gli insegnanti attuano strategie didattiche funzionali e, compatibilmente con la sua specificità, richiedono a lei quanto richiedono alla classe. Stare con lei è fare un viaggio alla scoperta dell’incomprensibile che diventa esplicito. Ecco come vivono i compagni la sua presenza.

Ci sarebbero tantissimi aggettivi e tante parole con cui descrivere Benedetta (Benny, per noi), ma è meglio partire con ordine. Benny fa parte della nostra classe sin dalla prima superiore e ci facciamo compagnia in questo viaggio da ormai quattro anni. Non neghiamo che all’inizio ci fossero imbarazzo e difficoltà nell’interagire con lei, forse anche perché, in prima, non ci conoscevamo bene nemmeno tra noi compagni. Col tempo, grazie anche ad alcune attività proposte dai nostri insegnanti e dagli educatori, siamo potuti entrare nel mondo di Benedetta, imparando a conoscerla meglio, a capire i suoi bisogni, i suoi stati d’animo fino a «lavorare» con lei, supportandola nella scrittura al suo computer speciale che le permette di esprimersi.

L’imbarazzo e la distanza dei primi momenti passati assieme sono spariti. Benny è diventata l’anima della classe, con i suoi sorrisi e la sua felicità contagiosa. Ogni mattina entra in classe con due o tre compagni con i quali poi esce anche alla fine delle lezioni. Tutti a turno diventano i suoi «tutor»! Essere i “tutor” di Benedetta ha permesso davvero ad ognuno di conoscerla e di imparare a stare in relazione con lei. Benny, da parte sua, apprezza molto la loro vicinanza perché si sente importante e amata. È bello poter passare del tempo con lei: è un nostro rito, durante l’intervallo, salutarci battendo il cinque o facendo pugno contro pugno con lei, vedendola ridere con passione per il solo fatto di stare insieme a noi. Possiamo solo dire che Benny non ha bisogno di essere inclusa nella nostra classe, la 4CS, perché Benny è la 4CS e ne fa parte con tutti quanti.

Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, in classe, divisi in gruppi abbiamo svolto delle presentazioni di fisica riguardanti la cosmologia e la Legge di Gravitazione Universale di I. Newton. Naturalmente Benny è stata parte attiva di uno di questi lavori; si è occupata di ricercare dei dati e preparare delle slide su Isaac Newton. Durante l’esposizione, uno di noi le ha «prestato la voce» in modo da poter condividere con la classe la propria parte. Il tutto è avvenuto naturalmente, senza che i professori ci abbiano dato delle indicazioni su come valorizzare anche il suo lavoro. Per noi è stato spontaneo e normale fare così. Abbiamo poi deciso di filmare una parte dell’esposizione del gruppo di Benny, di scattare delle foto a tutti i gruppi coinvolti e di produrre un piccolo video di questa esperienza di lavoro perché resti come segno di un modo bello di lavorare insieme. Alcuni adulti rimangono colpiti dal rapporto che si è creato con Benedetta. Per noi non è nulla di straordinario ciò che accade in 4CS, ma un qualcosa che dovrebbe essere naturale, ovunque e sempre. Sarebbe auspicabile che, soprattutto nella scuola, ambito formativo ed educativo per eccellenza, esperienze felici diventino possibili per tutte le persone che hanno bisogni speciali. Benedetta per noi è anche più di una compagna poiché ci sta insegnando a guardare il mondo con i suoi occhi, ci sta insegnando a gioire delle piccole cose, ci sta dimostrando che l’inclusione a scuola è davvero possibile e bella.

28 maggio 2022 (modifica il 28 maggio 2022 | 22:01)

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, 2022-05-28 20:16:00, Il racconto degli studenti di una quarta liceo di Monza. La compagna con disabilità è il centro del gruppo. I riti, i «tutor», le lezioni: «Per noi è tutto naturale», Classe IV CS

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