Nomine, via allo spoils system anche per la squadra del Pnrr. Il negoziato con Bruxelles

Nomine, via allo spoils system anche per la squadra del Pnrr. Il negoziato con Bruxelles

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Dirigenti

di Federico Fubini05 gen 2023

Nomine, via allo spoils system anche per la squadra del Pnrr. Il negoziato con Bruxelles Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto

Davide Ciferri, economista dell’energia, docente della Luiss e alto funzionario della Cassa depositi e prestiti, da poco meno di un anno ha scelto un’esperienza nuova. Si candidato per lavorare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha superato una selezione, entrato in una lista di tre potenziali dirigenti e da l stato scelto dall’allora ministro Enrico Giovannini per un posto che prima non esisteva: capo dell’Unit di missione per il Pnrr di quello che oggi il ministero delle Infrastrutture. Ciferri diventato responsabile dei 25 miliardi di euro che il Piano riserva a quel settore.

Lo ancora. Ha centrato nei tempi la riforma delle concessioni portuali e lanciato puntualmente tutti i bandi di gara per i progetti. Ma di recente ha notato un cambio: il fiume di email con i documenti di rilievo prima diventato un rigagnolo, poi si fermato; le convocazioni alle riunioni, anche. Improvvisamente diventato dirigente fantasma con ufficio a pochi passi da quello del vicepremier, e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

Il caso Ciferri il primo segnale di una rotazione di funzionari che, con il cambio di governo, andr oltre i 40 istituzionalmente scelti dai politici. Il ruolo suo e degli altri capi di Unit di missione Pnrr in ciascuno dei ministeri non sono di vertice assoluto, dunque non dipendono dalla chiamata personale di un politico e non sono liquidabili per semplice volont di questi. Tanto pi che il sistema di gestione (in burocratese, la governance) del Piano una delle riforme per legge sulla base delle quali l’Italia ha gi ricevuto decine di miliardi da Bruxelles. Cacciare i vecchi manager del Pnrr e chiamarne di nuovi con un atto d’imperio equivarrebbe a mettere una soglia a cui si possono rifiutare i pagamenti per carta (come prevedeva sui Pos, fino quasi all’ultimo, la legge di bilancio): una controriforma del Pnrr, che avrebbe bloccato le erogazioni.

Salvini intanto si porta avanti a suo modo, isolando il funzionario che ha trovato al suo arrivo. Ma Raffaele Fitto, il ministro degli Affari europei responsabile del Piano, ha avviato un confronto con Bruxelles proprio per cambiare la governance (leggi: anche parte dei dirigenti) con una nuova norma e senza strappi.

Non in s inconcepibile che i nuovi ministri vogliano persone di propria fiducia nei compiti pi delicati del Pnrr. Fitto la settimana prossima chieder a ciascuno dei colleghi un giudizio sulla propria unit di missione e le situazioni sono varie: alla Giustizia sembra esserci stabilit e continuit di rapporti; a quello che oggi il dipartimento Innovazione tecnologica di Palazzo Chigi l’arrivo del sottosegretario Alessio Butti di Fratelli d’Italia, al posto dell’ex ministro Vittorio Colao, stato seguito da una serie ripetuta di dimissioni di alto profilo nell’Unit di missione (budget nel Piano, 33 miliardi).

Di certo Fitto confronter i pareri dei ministri sui manager con i risultati di questi ultimi. Il ministro insiste a dire a tutti che la valutazione di ciascuno si far sui risultati. Di certo qualunque forma di spoils system sulle strutture di gestione andr coordinato con Bruxelles e inserita nel decreto su semplificazione e governo del Pnrr previsto nella seconda met di questo mese. L potrebbe esserci anche qualche sorpresa che riguarda la Ragioneria dello Stato, almeno nel Servizio centrale per il Pnrr: la parte dell’organismo del ministero dell’Economia che rendiconta la spesa dei quasi 200 miliardi di Bruxelles.

Fitto si convinto che quella costola della Ragioneria debba rispondere a lui, perch lui ad avere la responsabilit per il Pnrr. Per il ministro, quella struttura ha un ruolo essenziale in un progetto politico importante del governo. Ma Fitto opera da Palazzo Chigi e la Ragioneria, fortissima dei suoi poteri di far rispettare i vincoli costituzionali sul bilancio, sempre stata parte della struttura del ministro dell’Economia. Cos il decreto di questo mese sulla governance del Pnrr potrebbe fare un passo gi sognato a suo tempo dai sottosegretari alla Presidenza Gianni Letta (sotto Silvio Berlusconi) e Antonio Catrical (sotto Matteo Renzi): portare almeno un po’ della Ragioneria a Palazzo Chigi, toglierla all’Economia. Renderla un corpo meno alieno dal leader che, a turno, vola nei volubili sondaggi italiani.

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