Inviato da Mario Bocola – Non sono contrario alla classe digitale, all’uso della tecnologia a scuola, ma credo che se ne sta facendo un uso smoderato come se il digitale fosse la panacea di tutti i mali.
Non possiamo affidare tutto alla tecnologia e avvalersi soltanto di questa opportunità che, certamente, facilita il lavoro del docente. Ormai sembra, invece, tutto demandato alla tecnologia, senza la quale gli alunni non possono apprendere. Per svolgere gli esercizi di grammatica, di latino, di matematica ci vogliono i libri cartacei e i quaderni come si usavano a qualche decina di anni fa.
Lo studente deve svolgere gli esercizi sul quaderno, capire i procedimenti logici, far lavorare il proprio cervello per pensare, per scrivere, per comprendere e fare collegamenti.
Non possiamo abituare i nostri studenti alla “scuola del click”, altrimenti finiremmo per avere ragazzi non pensanti ma solo automi. Non si può fare tutta la didattica col digitale ma bisogna alternare le rendere complementari la didattica tradizionale e quella digitale.
Scrivere sui tablet oppure sulle smart non è la stessa cosa che farlo su un quaderno dove il ragazzo attraverso la scrittura a mano aziona anche il cervello ed esercita un allenamento mentale che oggi sembra si sia completamente perso.
Nell’era della tecnologia ben vengano le classi digitali ma con cautela e moderazione, altrimenti avremo in futuro generazioni standardizzate con sistemi di automazione.
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