di Virginia Nesi
La presidente delle Abuelas Estela Barnes de Carlotto: Tutto questo vale ancora di pi della coppa del mondo. E le ricerche per trovare i figli e le figlie dei desaparecidos continuano
Casa por la Identidad, Espacio Memoria y Derechos Humanos, Buenos Aires.
Estela Barnes de Carlotto si avvicina alla parete dove un manifesto riporta la storia della sua organizzazione, quella delle Abuelas di Plaza de Mayo, e aggiorna un numero su un segnapunti in miniatura. Non sono pi 130, ma 131 i nipoti che hanno recuperato la loro vera identit. L’ultimo stato identificato ieri dopo quasi tre anni dal ritrovamento di Javier Matas Darroux Mijalchuk, nipote numero 130. Una scoperta che dice la presidente e leader delle Nonne argentine: Vale ancora di pi della coppa del mondo appena vinta.
Del nipote identificato non conosciamo ancora il nome e il cognome. Ha chiesto tempo per abituarsi alla realt scoperta, precisano durante la conferenza stampa. Di lui sappiamo che un uomo di 44 anni, figlio di Luca Angela Nadn e Aldo Hugo Quevedo, entrambi originari della provincia di Mendoza e militanti del Partito rivoluzionario dei lavoratori (PRT) e dell’Esercito popolare rivoluzionario (ERP). Per raccontare la loro storia, Carlotto torna indietro nel tempo fino agli anni Settanta. Luca e Aldo si conoscono nella Facolt di Lettere e Filosofia dell’Universit di Cuyo e dopo sei mesi decidono di sposarsi. Poi tra settembre e ottobre del 1977 vengono sequestrati nella citt di Buenos Aires e portati prima nel centro clandestino Club Atltico, poi in quello di El Banco.Allora Luca incinta di due o tre mesi, ma i familiari non lo sanno.
Secondo un testimonianza, lei avrebbe lasciato il campo di detenzione per partorire tra marzo e aprile del 1978. Il nipote 131 potrebbe essere nato nella Esma (Escuela Superior de Mecnica de la Armada), il pi grande centro clandestino di tortura e prigionia della dittatura. Da allora non si sono avute pi notizie: Luca e Aldo restano nella lista degli scomparsi.
Poi il movimento ecumenico di Mendoza presenta una denuncia e la CoNaDi ( Commissione nazionale per il diritto all’identit) conferma nel 2004 la gravidanza di Luca. Dopo la famiglia Nadn lascia un campione del proprio Dna alla Banca nazionale dei dati genetici (Bndg). Con nuove investigazioni e il lavoro delle Nonne argentine, nel 2015 viene identificato un uomo che poteva essere il figlio della coppia desaparecida. Ad aprile del 2019 stata presentata un’altra denuncia. Il 14 settembre di quest’anno, la Giustizia riuscita a localizzare il nipote e gli ha suggerito di fare il test genetico, continua la presidente delle Nonne di Plaza de Mayo. Ieri, la Banca nazionale dei dati genetici lo ha confermato: lui il figlio di Luca e Aldo.
Dal 2018, la Bndg ha analizzato il Dna di oltre 2mila persone che in modo volontario hanno richiesto di fare il test perch dubitavano della loro identit, e di circa 400 attraverso le investigazioni in mano alla giustizia. Un lavoro -spiega Carlotto- silenzioso, paziente e amoroso che alimenta una lotta mai interrotta da oltre 45 anni. Perch sono quasi 300 i nipoti e le nipoti ancora da identificare, sottratti ai genitori desaparecidos: uomini e donne sequestrati, torturati e uccisi dai militari della dittatura guidata dal generale Jorge Videla ( 1976-1983).
Scrivono in un comunicato le Abuelas di Plaza de Mayo: I nostri nipoti e le nostre nipoti hanno gi un’et che gira intorno ai 45 anni, sono uomini e donne con una vita costruita, con un lavoro, una cultura, un amore, delle passioni e dei desideri, delle famiglie formate. Noi Nonne vogliamo sommare verit alla loro storia, li aspettiamo con amore. Quindi fanno un appello perch nessuno rimanga in silenzio e con un dubbio sulla propria identit. L’unica lotta che si perde quella che si abbandona, dice Carlotto alla fine della conferenza stampa. E le ricerche delle Abuelas continuano.
23 dicembre 2022 (modifica il 23 dicembre 2022 | 18:03)
© RIPRODUZIONE RISERVATA