Nuova ondata covid, disposizioni novembre 2023, cosa fare a scuola o al lavoro se si è positivi?

Ci sono novità sul fronte Covid. Dopo più di tre anni la pandemia non sembra essere uscita definitivamente dalle nostre vite. Secondo un recente rapporto, nell’ultima settimana si è registrato un aumento di ricoveri ospedalieri da pazienti risultati positivi.

Il monitoraggio ha consentito di accertare come solo il 24% dei casi si riferisca a ricoveri Per Covid, ovvero con sindromi respiratorie tipiche del virus, mentre il restante 76% dei ricoveri riguarda pazienti Con Covid ovvero ricoverati per altre patologie e risultati positivi al tampone. Il Covid, dunque, ha aggravato le condizioni di salute di pazienti con altre patologie ma non è stata la causa principale dell’ospedalizzazione.

“I dati sui ricoveri registrati negli ospedali sentinella – precisa Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) – sono in linea con l’incremento dei contagi pari al 30% indicato dal Ministero della Salute: è il segnale che non bisogna abbassare la guardia. L’età media dei pazienti che arrivano in ospedale è di 77 anni e la campagna di somministrazione della dose stagionale di vaccino anti Covid tra gli ultra sessantenni è ferma al 4%. Nelle prossime settimane ci attendiamo una maggiore circolazione dei virus respiratori, occorre ancora una volta rinnovare, soprattutto ad anziani e fragili, l’invito alla vaccinazione con la chiamata attiva da parte dei medici di medicina generale”.

Cosa fare in caso di contagio?

Secondo l’attuale normativa, al momento non ci sono in atto restrizioni o avvertimenti particolari in caso di contagio da covid. Come riporta il sito del Ministero della Salute, nel caso in cui compaiano sintomi è necessario l’utilizzo di mascherine chirurgiche o dispositivi superiori (FFP2/FFP3).

Fino al 31 dicembre 2023 l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie è limitato ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori:

  • delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle direzioni sanitarie delle strutture sanitarie stesse.
  • delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e comunque le strutture residenziali di cui all’art. 44 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 gennaio 2017.

Per quanto riguarda i lavoratori, sia del pubblico che del privato, se positivi con sintomi, devono rivolgersi al proprio medico di base per concordare la malattia.

Per quanto riguarda gli studenti positivi, l’obbligo di isolamento non c’è più e in teoria i positivi possono entrare in classe, ma come per ogni altra malattia infettiva in generale si raccomanda di restare a casa, sempre dietro certificato medico, cosa che avviene normalmente quando lo studente ha la febbre o altri sintomi. Il ministero alla Salute stava per fare una circolare sul punto ma poi si è deciso di non intervenire.

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