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Si è aperta l’8 marzo, l’edizione 2023 della Fiera Didacta Italia, l’appuntamento fieristico sull’innovazione nel mondo della scuola che ha luogo a Firenze, negli spazi della Fortezza da Basso. La Tecnica della Scuola, presente all’evento, ha avuto modo di incontrare Elisabetta Mughini, dirigente di ricerca e responsabile avanguardie educative Indire.
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Scuola 4.0, come si è attivato Indire per quanto riguarda il coinvolgimento degli studenti per l’uso ottimale delle nuove tecnologie?
“Già da dicembre ci siamo resi conto che poteva esserci un disorientamento. Gli investimenti sono cospicui, le progettazioni richieste dovevano essere un’occasione colta dalle scuole. Alcuni dirigenti si sono incamminati in questo percorso di trasformazione della didattica, dal punto di vista dello spazio, delle metodologie, del tempo. Questo a scuola non può ridursi all’ora di lezione ma deve essere un tempo più disteso proprio per permettere questo coinvolgimento e permettere un apprendimento che diventa un’esperienza di formazione significativa. Le scuole di avanguardie educative sono 1490 e sono molte le scuole polo che fanno da hub regionali. Alcune scuole fanno da capofila e aprono le proprie porte ad altre scuole che vogliono imparare proprio da chi ha già fatto un’esperienza simile. Le metodologie che promuoviamo sono incentrate sulla tecnologia, che è buona parte degli investimenti del Pnrr. Ma abbiamo bisogno non solo di immettere nuove tecnologie e nuove risorse ma abbiamo bisogno di formare i docenti e sostenerli in una sfida globale. La società che ci circonda è complessa e può disorientare se allo studente non si collega il saper essere e il saper fare e il mondo del lavoro”.
Quali consigli pratici per le scuole in fase di progettazione?
“Innanzitutto occorre pensare all’idea di scuola che complessivamente si vuole realizzare. Poi, non si può fare tutto insieme e tutto in una volta. Non ci deve essere una rincorsa alla novità, alla tecnologia, ma pensare ad inserirla dentro la conduzione del gruppo classe, le unità didattiche di apprendimento. Mi riferisco soprattutto alle scuole secondarie di secondo grado, in cui gli studenti devono pensare al proprio futuro lavorativo e alle competenze”.
Quali sono i docenti più restii rispetto alle nuove tecnologie?
“Io ho uno spaccato molto particolare delle scuole che volontariamente, senza un piano nazionale, scelgono di fare percorsi del genere. Possiamo avere perlopiù resistenze tra i docenti di area umanistica perché si pensa che la letteratura, la lingua, la storia, abbiano bisogno di una sola trasmissione del sapere. In realtà poi quando scoprono quello che si può fare con le nuove tecnologie si innamorano”.
E tra gli studenti? Quali sono i più interessati?
“Per loro è un approccio naturale, sono più che nativi digitali. Direi che c’è una voglia di innovare per migliorare nelle scuole in contesti difficili per motivi sociali, nelle periferie. Se dovessi fare un bilancio sono queste le comunità, a volte più piccole, che ritengono che la scuola sia veramente la più grande agenzia formativa. Queste scuole poi hanno un’utenza molto spesso più fragile. Con le nuove tecnologie è possibile che lo studente si innamori del sapere”.
La Tecnica della Scuola presente a Didacta
La Tecnica della Scuola, attiva nel campo dell’informazione scolastica da oltre 70 anni, dopo il successo di Fiera Didacta Sicilia, è stata presente per la prima volta alla Fiera Didacta Italia allo stand C27 (padiglione Cavaniglia), nella sezione dedicata all’editoria e alla stampa di settore.
L’obiettivo è stato quello di riflettere sulle novità relative alla formazione dei docenti e degli studenti come l’Intelligenza Artificiale, Chat Gpt, il Metaverso, le materie Stem, Scuola 4.0 e la Robotica Educativa: insomma, tutti elementi della scuola del futuro.
Le attività della Tecnica della Scuola a Fiera Didacta Italia, in duplice qualità di testata giornalistica e di ente di formazione accreditato dal Mim, sono state molteplici, da interviste itineranti a momenti di approfondimento con formatori ed esperti sui temi più disparati.
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