Obbligo Pos, il governo ora frena: «Ne stiamo parlando con la Commissione europea»

Terreno inclinato sul tetto al Pos tra Italia e Commissione europea.

Il governo, nell’ultima bozza della manovra di bilancio, aveva previsto a 60 euro la soglia di pagamento al di sotto della quale gli esercenti non saranno più obbligati ad accettare le transazioni con carte di credito e debito senza incorrere in alcun tipo di sanzione. In una prima versione del testo, il limite era fissato a 30 euro.

Da Bruxelles, però, affiorano divergenze di vedute rispetto a questa scelta del governo Meloni.

Palazzo Chigi in una nota precisa che «sono in corso interlocuzioni con la Commissione Ue» e che il governo «terrà conto” degli esiti di questi colloqui «nel prosieguo dell’iter della legge di Bilancio».

Si tratta di una formula che non cela la differenza di opinioni sul tema della tracciabilità del contante.

L’esecutivo in manovra ha anche deciso di innalzare la soglia per il suo utilizzo da mille a cinquemila euro.

Il nodo principale riguarda la lotta all’evasione fiscale: specie a riguardo dell’Iva, poiché l’imposta sul valore aggiunto è la più evasa (pesa per circa 93 miliardi di euro nel bilancio Ue). Per l’Italia raggiunge i 30 miliardi, la più alta nella Ue, con un tax gap, cioè la differenza tra il dichiarato e l’atteso in termini di incassi erariali, di circa il 20%.

La lotta all’evasione è anche di uno dei capisaldi del Pnrr, a cui è agganciata anche la riforma fiscale che nella passata legislatura era stata affidata ad una legge delega ed era finita su un binario morto. Senza una riforma compiuta verrebbe meno anche la relativa rata del Recovery.

Bruxelles non vede di buon occhio questa impostazione molto meno restrittiva che ha intrapreso il governo italiano sulla lotta al contante. Non sfugge che il commissario Ue agli affari economici, l’italiano Paolo Gentiloni, ha annunciato una «proposta legislativa in europea su questa materia entro un mese», per spingere i pagamenti digitali in ottica di una maggiore tracciabilità del contante.

Negli ultimi anni sono stati varati molti provvedimenti — lo split payment, la fatturazione elettronica, le iniziative di incentivo all’adempimento spontaneo — che sono stati efficaci nel ridurre l’evasione dell’Iva senza consenso. Cioè quello che avviene lungo la catena di distribuzione e produzione, senza che fornitore e cliente siano perfettamente concordi sulle modalità e sulla quantità di evasione e che quindi lascia tracce che possono essere sfruttate.

In linea teorica, contrastando questa forma di evasione dell’Iva si riduce anche l’evasione delle imposte dirette, ma quest’ultima risente fortemente dell’evasione con consenso, che si ha quando fornitore e cliente sono perfettamente allineati nel comportamento evasivo. Avviene, in particolare, nelle vendite di beni e servizi al consumatore finale, quando non viene emesso alcuno scontrino o fattura o quando l’importo fiscale della transazione è inferiore a quello effettivo.

Innalzando la soglia a 60 euro come tetto all’utilizzo del Pos si può incentivare questa forma di evasione invece che ridurla.

Per questo il ministro con delega agli Affari Ue, Raffaele Fitto, sta lavorando con Bruxelles per tentare una sintesi in armonia con le norme Ue. Perché altrimenti l’Italia rischierebbe di andare in direzione contraria rispetto all’impostazione complessiva della Ue.

La bozza della manovra aveva ricevuto diverse critiche: da Federconsumatori (che definiva «inconcepibile» avere una soglia fissata a 60 euro sotto la quale gli esercenti possono rifiutare i pagamenti non in contante) e dalle opposizioni (con Enrico Letta, segretario del Pd, che da Bruxelles ha detto che «se il governo seguisse l’Europa non farebbe questa scelta scellerata di alzare il livello minimo di contate rispetto all’uso del pos, perché è un invito all’evasione»).

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, 2022-11-28 16:43:00, Il governo, in una nota, ha precisato che sono in corso «interlocuzioni» con l’Ue sul tema delle soglie al di sotto delle quali gli esercenti non saranno obbligati ad accettare pagamenti con carte di credito o di debito, Fabio Savelli

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