lo dico al corriere Mezzogiorno, 10 settembre 2022 – 08:25 Le lettere al Corrmezz, risponde il direttore Enzo d’Errico Caro direttore, le elezioni sono vicine e Napoli è diventata una passerella per tutti quelli che ambiscono ad occupare un posto al sole nel governo nazionale. Ma quale potrebbe essere la soluzione migliore per il destino di questa città, come può non essere interrotto il dialogo fra il Comune — che ha prodotto ancora molto poco a mio avviso — e Roma?Angelo Robustelli Caro signor Robustelli, le rispondo subito con estrema sincerità: non vedo soluzioni migliori all’orizzonte, che vinca l’uno o l’altro schieramento. Napoli e l’intero Mezzogiorno semplicemente non esistono in questa campagna elettorale, a meno di non voler prestare fede alle chiacchiere che di tanto in tanto affiorano nel dibattito e, a mio sommesso avviso, certificano con la loro vacuità l’assenza totale di una strategia delle forze politiche, di un’architettura di proposte destinata ad affrontare quella che un tempo veniva chiamata «questione meridionale». Come ha scritto in modo puntale Paolo Macry ieri su queste pagine, il Sud sembra condannato alla deriva dell’assistenzialismo mentre il Nord torna ad essere l’unico fulcro d’attenzione dei partiti: non a caso, tutti gli indici assegnano al reddito di cittadinanza (misura tra l’altro più che mai necessaria, sebbene in altre forme) un ruolo fondamentale nella costruzione del consenso da Roma in giù. Già questo basterebbe a sconsigliare soverchie illusioni. Ma c’è di più. Il combinato disposto fra il taglio dei parlamentari e un’indecente legge elettorale ha essiccato la radice più importante di qualunque democrazia: il rapporto fra politica e territorio. Avremo così una classe dirigente legittimata ad essere indifferente di fronte alle istanze dei cittadini, un’oligarchia di mediocri (basta guardare le liste) che risponderà unicamente alle convenienze dei partiti, approfondendo ulteriormente il solco scavato negli ultimi vent’anni tra le istituzioni e gli italiani. Invece di denunciare un improbabile pericolo fascista, sarebbe il caso allora che le forze riformiste (e non solo) si occupassero di questo deterioramento reale della nostra democrazia. Ma non lo faranno. Perché abbiamo irrimediabilmente perso il senso dell’interesse generale. Come ha confermato questa campagna elettorale, stralciando il Mezzogiorno dal suo itinerario. Enzo d’Errico 10 settembre 2022 | 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-10 06:26:00, Le lettere al Corrmezz, risponde il direttore Enzo d’Errico,